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Tagliagole

16 Ottobre 2008 28 commenti

Non che ce ne fosse bisogno (se poco poco avete seguito le vicende dovreste sudare freddo e avere male al fegato da tempo), ma quando le cose finiscono persino sull'editoriale di Nature è veramente il segno che la situazione è grigia. O meglio nera. La Camera ha approvato l'articolo 37 bis del ddl lavoro che blocca dal primo luglio 2009 la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione; precari che, tra gli altri, comprendono una fetta importante della forza lavoro degli enti pubblici di ricerca italiani, come l'INFN o il CNR. In soldoni, vuol dire che gente brillante che da anni lavora come ricercatore o tecnologo con contratti a tempo determinato, e che ha magari vinto negli ultimi tre anni un concorso nazionale per cui dovrebbe essere finalmente assunto, verrà invece messo in mezzo ad una strada con tanti saluti, perché considerato una spesa inutile:

Il governo di centro destra di Silvio Berlusconi ha deciso per decreto che i budget per università e ricerca scientifica potranno essere utilizzati per rinvigorire le banche e gli istituti di credito italiani [...]

La base scientifica di ogni paese richieda un rapporto sano tra impiegati permanenti e temporanei [...]. In Italia questo rapporto è decisamente malsano. [...]

Il governo tratta la ricerca come semplicemente come un'altra spesa da tagliare, quando invece sarebbe piu opportuno vederla come un investimento per costruire l'economia della conoscenza del ventunesimo secolo. [...]

Fate i bravi, leggetevi l'articolo. Se l'inglese vi è ostico, andate almeno a farvi un giro sul sito del Buco Nero. Ho appena parlato al telefono con Chiara (mia compagna di Università a Torino, e oggi precaria dell'INFN nonostante sia vincitrice di concorso a livello nazionale), nel corso della giornata metteremo su qualche informazione e riflessione in più. Nell'attesa, indignatevi, incazzatevi, protestate, che siate ricercatori, panettieri, disoccupati, madri di famiglia, nonni o carrozzieri. Non stiamo parlando del lavoro di qualche persona. Stiamo parlando del futuro del paese. Che ci crediate o meno.

Update: per gli allergici all'inglese, ecco la traduzione in italiano dell'articolo di Nature. (Italia dall'estero, via Il Buco Nero).

Il Buco Nero - sito dei lavoratori precari INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare)

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. claudio b. dice

    16 Ottobre 2008 alle 11:04

    Senza dubbio, non voglio diminuire la gravità della situazione (che ritengo gravissima, ma purtroppo decisamente in linea con la storia italiana degli ultimi 19 anni - prima non so, abitavo in Francia).
    Tuttavia, in questo periodo gli editoriali delle testate estere in genere, e segnatamente in questi tempi quelle anglosassoni, mi fanno venire il mal di pancia per un altro motivo. Noto una notevole campagna denigratoria a 360° sull'Italia (guarda caso, la stessa Italia berlusconiana tacciata a seconda dei casi / necessità / propagande di dirigismo, lassismo, fascismo, razzismo, e chi più ne ha più ne metta, anche a costo di diventare assolutamente incoerenti).
    Ergo, la situazione è senz'altro imbarazzante (per non dire altro), ma proporre Nature come fonte non mi pare, ora come ora, imparziale (vale per Nature come per il WP, o per il NYT, o per... eccetera eccetera...).
    Ovviamente, contribuisce pur sempre a farsi un'idea del problema.

    Rispondi
  2. Marco dice

    16 Ottobre 2008 alle 11:17

    Al contrario, a me invece sembra una buona cosa citare un giornale che nello stesso tempo scientifico e straniero per introdurre la questione. Sarebbe stato molto più facile linkare un editoriale di Repubblica o del Corriere, o direttamente un blog dei ricercatori precari, non trovi? Il punti sono due: uno, la fonte si intende di ricerca, e di come e` fatta più o meno bene nel mondo, e dunque parla con cognizione di causa; due, la fonte non e` direttamente interessata alla questione (nel senso che il pezzo non e` scritto da un precario della ricerca, o un simpatizzante, o in sindacalista, o qualcuno a cui si puo` dare gratuitamente del cattocomunista giusto per metterlo a tacere). A margine, non sono sicuro che accosterei Nature al WP o il NYT solo perche` scrivono in inglese. Cio` detto, ancora due considerazioni. l'INFN e` sempre stato un ente sano con un'ottima capacita di assorbimento dei giovani e turnover fino a, a spanne, il 2002. Dire che la situazione e` la stessa da 20 anni e` un po' fare di tutt'erba un fascio, che e` il peggior modo per affrontare un problema. E, mi spiace, non esistono fonti imparziali.

    Rispondi
  3. Monica Monti dice

    16 Ottobre 2008 alle 11:39

    Tutto ciò non mi stupisce affatto.
    L'ultimo sondaggio di IPR Marketing per Repubblica.it, che rileva alti indici di gradimento per questo squallido governo, dimostra che la disinformazione di massa sta ottenendo i risultati voluti: trasformare gli italiani in un popolo ignorante, facile da turlupinare e manovrare.
    Quindi spendere soldi in ricerca diventa inutile, anzi, dannoso.

    Proporrei "Fharenheit 451" come lettura obbligatoria in tutte le scuole, ma mi sa se questi se lo sono già letto e ci hanno trovato ottimi suggerimenti...

    Rispondi
  4. claudio b. dice

    16 Ottobre 2008 alle 11:49

    Quello che volevo dire è un'altra cosa (il mio post voleva essere più che altro un "caveat"): trovo che sia un dato di fatto che l'Italia-di-oggi (specie sul suo versante politico) dia fastidio a molti, e che questi molti si ritrovino nel mondo anglosassone (- della STAMPA anglosassone). Il perché e il percome sono per me abbastanza un mistero, ma noto i toni (vagamente simili a quelli che usavano i Francesi fino a un po' di tempo fa, ora decisamente più "silenti").

    E' chiaro e sono d'accordissimo che Nature, il BMJ, Scientific American, e altre testate di questo genere, siano con ogni probabilità le più distanti possibili da condizionamenti di questo tipo, anche se... who knows?

    Non dico che la situazione degli Enti di Ricerca, INFN e CNR segnatamente (di cui conoscevo un po' delle sedi di PD per via di gente che ci lavorava da anni), sia sempre stata la stessa in 20 anni, ci mancherebbe. INFN e CNR hanno avuto i loro alti e i loro bassi, l'INFN di PD nel 2001 cercava "disperatamente" di aprirsi alle Imprese per fornire servizi di consulenza (dagli esami radioscopici sui materiali alla ricerca applicata nel campo dei rivestimenti ad altissima durezza, e tanto altro...), per via di un più o meno momentaneo "buco" nelle sue "core-activities".

    Però, come "modo di fare", come "politiche generali" nel campo della ricerca, mi sembra di notare ahimè una continuità nel pensiero di fondo di tutti i nostri governi dal 1989 ad oggi (ripeto, prima non lo so): riassunto in soldoni, suona come "ricerca = ultima ruota del carro", ritradotto: se 'vanza schei, démoghe, altrimenti i se 'rangia.
    Dopo di che, sono anche d'accordo che ad un certo punto, rasentato lo zero, sarebbe anche il caso di invertire la tendenza. Ma non ho molte speranze quanto a questo, sinceramente (nemmeno con un governo di tipo e colore completamente diverso).

    Rispondi
  5. Max dice

    16 Ottobre 2008 alle 12:29

    Gia', intanto non confondiamo il NYT ( che secondo me sta rasentando livelli da giornalucolo scandalistico di provincia) con testate come Nature, di ben altro livello. Le boutade del NYT lasciano il tempo che trovano e servono per fas sghignazzare l' ignorante medio anglosassone, il quale poi lo ricicla in bagno in mancanza di carta igienica.
    @Claudio : pur avendo votato sx (e non x convinzione, ma perche' era il "meno peggio" che ci poteva capitare), non vedo spiragli. I nostri governi, di ambo le parti indifferentemente, ormai hanno il solo scopo di trasformarci in un popolo a livello dell' americano MEDIO, cioe' ignorante a livelli inconcepibili. Con l' ulteriore svantaggio di avere molte meno risorse degli USA e quindi senza quelle "isole felici" che hanno loro dove si fa ricerca e innovazione.
    Oggi m'e' capitato sottomano al bar il Giornale (sorvolo su quel che penso di quel pezzo di carta....), nel quale l' articolista esultava perche' si sta riconsiderando il programma di riduzione di CO2 nell' aria, troppo oneroso, col plauso del Berlusca. Fantastico.
    Saro' pessimista,ma siam destinati a diventare prima una succursale in peggio degli USA (quel che poi e' successo all' Islanda con i bei risultati di questi giorni....) e poi un paese delle banane.
    Purtroppo i governi che abbiamo avuto fin'ora hanno appiattito completamente qualsiasi livello della politica, quindi non vedo nemmeno una possibilita' che migliori qualcosa in tempi realistici.
    Se arrivasse un bel "buco nero selettivo" ad inghiottirsi senato e parlamento, le nuove leve che li sostituirebbero sarebbero quelle dei vari dirigenti comunali / assessori / sindaci che ormai son della stessa pasta.
    Comincio a capire quelle mamme che si azzannano perche le loro figlie facciano le veline....

    Max

    Rispondi
  6. Consuelo dice

    16 Ottobre 2008 alle 13:02

    In questo preciso momento storico economico i governi sono alla disperata ricerca di risorse per tamponare le crisi di liquidità che bloccano gli scambi interbancari. Se le banche non si prestano denaro l'un l'altra le imprese non hanno credito. Se si innesca una crisi seria di liquidità del sistema le imprese non onorano il debito a breve. I lavoratori vengono licenziati. I governi mondiali stanno pompando disperatamente liquidità sulle banche ( che a tutti gli effetti sono imprese private e dovrebbero sostentarsi da sole) che invece di reimmetterre liquidità sul mercato se la tengono per finanziare i propri debiti. Altro dato acclarato è che i governi non hanno sufficienti risorse per il salvataggio di tutti gli istituti bancari (studiatevi la situazione del'Islanda, vera epitome dei mali del capitalismo maturo). La crisi inevitabilmente si sta spostando, per la stretta creditizia di cui sopra, dal mondo finanziario al mondo produttivo. Se, come appare probabile, a breve falliranno Ford, General Motors e Chrysler, cioè se il distretto produttivo di Detroit, che è il distretto produttivo più avanzato a livello mondiale, crollerà, voi credete che il mondo resterà quello che noi conosciamo?
    Fate bene a discutere, ma temo sia una discussione di stile

    Rispondi
  7. Ducati 749 dice

    16 Ottobre 2008 alle 13:32

    io sono contento

    sì avete capito bene, io sono contento che vengano tagliati i fondi alla ricerca e che vengano lasciati a casa ricercatori e insegnanti.
    sono anche contento della riforma della scuola, della giustizia, della televisione.. delle politiche in materia economica, fiscale, ambientale, energetica... sono contento che alitalia resti in mano italiana e che vengano realizzate le grandi opere del mose a venezia, del ponte a messina e della tav in val di susa..

    io sono contento, seriamente..
    abbiamo votato questo governo e adesso stiamo zitti. punto.

    Rispondi
  8. claudio b. dice

    16 Ottobre 2008 alle 14:07

    @Consuelo:
    perfettamente vero. Io stesso lavoro per un Gruppo che ha visto le sue azioni capitombolare del 56% in tre mesi nonostante l'order intake, il backlog e il gross profit non siano mai stati così alti (beh, sì, a dire il vero: l'anno scorso sono stati appena appena più alti). EBITa > 6% per 5 anni di seguito (l'anno scorso pari a 7.8%) dovrebbe pur sempre allettare gli investitori, o perlomeno rassicurarli, no? specie trattandosi di industria metalmeccanica e non di traffico di droga o armi... E invece no...
    Cosa abbastanza ovvia, del resto, se chi di dovere non introdurrà regole atte a riportare gli Stock-Exchanges a ciò che dovrebbero essere stando al loro proprio nome... La crisi attuale era nota, o almeno ampiamente prevedibile, almeno 15 anni fa.
    Nel frattempo, le attività di ricerca ne fanno le spese. Come dici tu, potrebbe anche essere, temporaneamente, l'ultimo dei problemi, ma c'è qualcosa che non mi convince...

    Rispondi
  9. Ducati 749 dice

    16 Ottobre 2008 alle 14:30

    @ claudio
    "Cosa abbastanza ovvia, del resto, se chi di dovere non introdurrà regole atte a riportare gli Stock-Exchanges a ciò che dovrebbero essere..."

    cosa?? REGOLE?? =O
    sei per caso comunista??
    LOL

    il vero problema è che a pagare sono sempre gli stessi..
    quando è arrivato l'euro hanno pagato i cittadini
    quando c'è inflazione pagano i lavoratori con stipendio fisso
    c'è la crisi finanziaria e pagano i ricercatori precari..
    che palle... 🙁

    Rispondi
  10. Consuelo dice

    16 Ottobre 2008 alle 14:32

    La ricerca può esistere in quanto esiste un avanzo di bilancio da destinare a qualcosa di non immediatamente produttivo. "Numbers never lie" è un principio economico che dovrebbe essere comprensibile anche a un fisico o un ingegnere. Chi fa critica politica all'acqua di rose mette la testa sotto la sabbia individuando il colpevole dove gli fa comodo vederlo.La sinistra, che gran parte dei ricercatori venera, sono decenni che non espime un concetto sostenbile di politica economica. La politica economica non si fa con gli ammortizzatori sociali la politica economica si fa in primis lavorando. E mi si perdoni lo spirito sempre polemico, ma io ne ho conosciuti a mazzi di plurilaureati magna cum laude plurivincitori di pluristellari concorsi che giocano a fare i rivoluzionari con la carta di credito del babbo in tasca, l'unico in casa che si è fatto veramente il mazzo.Absit iniuria verbis.

    Rispondi
  11. Marco dice

    16 Ottobre 2008 alle 14:39

    Consuelo, ben ritrovata! Mi sei mancata!

    Probabilmente hai pure ragione a proposito della crisi finizanziaria, ma a me il punto della discussione "di stile sembra questo": un governo miope e/o ingordo (di destra o di sinistra, non sottilizziamo) taglia sempre dove è più facile e veloce. Istruzione, sanità, welfare vario, ricerca. Perché non sentiamo mai parlare di tagli - chessò - alle spese militari quando serve liquidità per finanziare gli usurai in bancarotta? Che poi il finanziamento serva, è un altro paio di maniche.

    @Ducati: beh, io questo governo non l'ho votato. Spiacente. Non dico che uno alternativo avrebbe fatto meglio, epperò...

    Rispondi
  12. claudio b. dice

    16 Ottobre 2008 alle 14:53

    "La ricerca può esistere in quanto esiste un avanzo di bilancio da destinare a qualcosa di non immediatamente produttivo".
    Questo può essere vero come anche no. Si può rovesciare il problema, SEMPRE CHE ci sia qualcuno che scommetta con te che, grazie alla ricerca "en pure perte" che stai facendo, POI riuscirai a tirar fuori dal cilindro "quel di più" che ti renderà concorrenziale (e che ti rimunererà con gli interessi). Il fatto indubitabile è che ora come ora questa possibilità non c'è.
    Purtuttavia, buona parte dei fisici e degli ingegneri, oltre ad avere ben chiaro il concetto, ritengono in cojunctione che si potrebbe anche tagliare dal lato di chi la produzione non la fa... e sinceramente si sono anche rallegrati di vedere tanti "ex-gurus" della Lehman (tanto per citare quella di cui hanno mostrato più foto e video) per strada come gli altri comuni mortali toccati dalla crisi(peccato che i veri "top" se la siano come al solito cavata con i golden parachutes).

    “Numbers never lie”
    Questo, in qualità di calcolista meccanico, ti posso assicurare che non è vero neanche col binoccolo. I numeri si manipolano esattamente come gli avvocati manipolano le parole e le frasi.
    E' per questo che auspico al più presto la scomparsa di strumenti finanziari deleteri, cosa che so bene che non avverrà mai, perché i finanzieri-puri sono troppo miopi per accorgersi che il sistema regge finché il giocare in borsa resta qualcosa di diverso rispetto a giocare alla roulette. A chi giova adesso che aziende "tecnicamente" in buona salute rischino il fallimento?

    Rispondi
  13. Ducati 749 dice

    16 Ottobre 2008 alle 14:55

    @marco
    d'accordo, tu non l'hai votato (in effetti l'avevo intuito.. 😉 ) ma fra tutti quei ricercatori precari e quei 100.000 insegnanti che aprono la bocca solo per protestare (potrei continuare con altre mille mila categorie di persone) direi che almeno un 40% di loro ha votato proprio per il governo in carica...

    è questo che mi fa inca**are dell'italia...

    Rispondi
  14. Consuelo dice

    16 Ottobre 2008 alle 16:47

    @Marco il tuo blog da assuefazione all'intelligenza, non si può vivere senza a meno di riportare seri danni cerebrali che ti trasformano in un moccioso (lettore di libri di Moccia).
    @Claudio b. qualunque politico sa che, se deve tagliare, deve tagliare dove perde meno consensi... il principe di machiavelli è il prodotto della cultura italiana nel suo massimo splendore figuramoci se non si applica ora nella sua decadenza. Le poche aziende sane che falliranno sconteranno gli effetti di sistema della carenza di liquidità, dubito che a questo punto la situazione sia gestibile da parte di speculatori anche molto esperti.La crisi è stata innescata dalla politica economica disastrosa di Giorgio Doppiaw che non a caso prima di essere spedito a calci in culo dai petrolieri a fare il presidente ha fatto fallire tutte le società che ha diretto. Per alimentare "l'irrinunciable tenore di vita americano" Giorgino ha eliminato, complice la Fed, ogni ragionevole controllo sull'attività finanziaria delle banche. Queste hanno scommesso su debitori insolventi perchè i dati dell'economia sotto Clinton erano più che buoni quindi con quei tassi di crescita il sistema poteva reggere anche delle diseconomie di sistema. Giorgino ha rapidamente affossato i fondamentali dell'economia sbagliando tutto quello che era possibile sbagliare, s'è buttato in guerre inutili che non hanno alimentato se non i suoi amici pertrolieri, senza benefici di sistema.
    Adesso tutto il mondo è chiamato a ricapitalizzare la banche americane, cioè se tutti noi non paghiamo debiti che ha seminato Giorgino la crisi di quella economa travolgerà tutti. Personalmente scommetto su un'alleanza Russia Cina. Le risorse russe sfruttate dai Cinesi. Definitivo tramonto della funzione politica e economica degli USA. Come tutti i cambiamenti epocali non sarà senza senza scosse.
    Ma i cervelli in gamba che hanno da temere? E' quando si fa la selezione della specie che prevalgono i più forti....

    Rispondi
  15. claudio b. dice

    16 Ottobre 2008 alle 17:09

    @Consuelo:
    perfettamente d'accordo su praticamente tutto. Tranne qualche passaggio:

    "dubito che a questo punto la situazione sia gestibile da parte di speculatori anche molto esperti."
    Eh, qua non credo (vorrei poterlo credere). Se il "valore" ed i soldi potessero effettivamente apparire / sparire dal nulla, allora sì. Ma siccome la Borsa è un po' come un sistema fisico, dove "nulla si crea e nulla si distrugge", temo proprio che semplicemente si stiano spostando capitali verso i pochissimi in grado di operarvi sopra. La cosa si collega a fagiolo con un'altra tua frase:
    "scommetto su un’alleanza Russia Cina"
    Ecco, non credo che ci sarà alcun accordo formale, basterà il fatto che attualmente alcuni degli uomini più ricchi e potenti del pianeta siano per l'appunto russi e cinesi. Accomunati peraltro da un concetto di "mercato internazionale" piuttosto lontano dal nostro e che permette loro di sfruttarlo molto bene. A questi si possono aggiungere un manipolo di uomini d'affari della sfera mediorientale. Sono in tutto pochissimi, e gli unici in grado di approfittare veramente della crisi mondiale.

    Peraltro, i torti vanno ben al di là di quanto il buon Giorgino ha fatto (esattamente come lo sfacelo della grande industria italiana va ben al di là delle malefatte di Prodi modello anni '80). Il problema è che le Piazze Affari statunitensi sono pur sempre le più importanti del mondo, e che se hanno sempre rifiutato di darsi delle regole un motivo c'è. A quel punto non ha più nessun effetto che il mercato UE sia enormemente più regolamentato: se vuoi far affari un minimo seri, o usi gli stessi strumenti - pazzeschi - inventati dagli ottimi gurus del MIT & Co, gli stessi che adesso piangono il morto, o non combini un tubo.
    In ogni caso, che azioni "furbette" legate alle "scommesse" (chiamo così i Futures) siano in corso nell'istante stesso in cui scrivo, è dimostrato dalle altalene delle azioni legate al campo dell'Energia, e anche da quelle del prezzo del petrolio e delle materie prime alimentari di base.
    Certo è che mi in######i come una belva se l'Azienda per cui lavoro, dopo aver prodotto ricchezza reale (e sviluppo per i Paesi dove ha installato i suoi prodotti, visto che produciamo macchinari per l'Energia) a più del 6% annuo netto per mezza decade, dovesse trovarsi in difficoltà per riempire la pancia di una decina di avvoltoi. Lo stesso sentimento omicida che penso covino gli impiegati Ford...

    Rispondi
  16. Consuelo dice

    16 Ottobre 2008 alle 17:31

    @ Claudio "temo proprio che semplicemente si stiano spostando capitali verso i pochissimi in grado di operarvi sopra".
    C'è un ulteriore problema immediato che rischia di diventare catastrofico. I piccoli risparmiatori, giustamente dal loro punto di vista, stanno correndo in massa agli impieghi a breve, basta vedere i dati dei pronti contro termine e dei bot trimestrali. Se i banchieri non riescono con artfici e raggiri a stabilizzare il mercato crollerano prima tutti gli hedge fund e poi si porteranno dietro anche i fondi classici. E' come se un oceano (di soldi) si spostasse tutto verso una riva. Sta accadendo nel mondo della finanza quella probabilità remota di cui Marco parla a Oliver per tranquilizzarlo.

    Rispondi
  17. Max dice

    16 Ottobre 2008 alle 21:06

    @Consuelo :
    "“Numbers never lie” è un principio economico che dovrebbe essere comprensibile anche a un fisico o un ingegnere. Chi fa critica politica all’acqua di rose mette la testa sotto la sabbia individuando il colpevole dove gli fa comodo vederlo.La sinistra, che gran parte dei ricercatori venera, sono decenni che non espime un concetto sostenbile di politica economica. La politica economica non si fa con gli ammortizzatori sociali la politica economica si fa in primis lavorando. E mi si perdoni lo spirito sempre polemico, ma io ne ho conosciuti a mazzi di plurilaureati magna cum laude plurivincitori di pluristellari concorsi che giocano a fare i rivoluzionari con la carta di credito del babbo in tasca....."

    Number never lies ??? Forse in fisica, sicuramente in ingegneria (salvo qualche pastrocchio) ma non sicuramente in finanza. Almeno, NON nella finanza dei giorni nostri, in quella dei nostri bisnonni probabilmente. Non mi reputo un comunista, sicuramente NON sono un berlusconiano, e non ho mai vissuto con la carta di credito del babbo in saccoccia. E mi son sempre fatto un discreto culo, e me lo sto facendo anche adesso sia come professionista che come piccolo imprenditore. E, scusa, ma mi incazzo come una jena quando vedo che uno stato che sta mandando in cacca mezzo mondo ha vaporizzato 400 Miliardi di dollari solo l' anno scorso per la guerra in Iraq, e mi incazzo ancora di piu' vedendo il nostro presidente del consiglio che se lo slurpa a piu' non posso.
    Fai tanti bei discorsi su chi critica la politica "con la carta di credito del babbo in tasca", ma forse non ti guardi bene in giro.... ai giorni nostri chi critica di carte di credito ne ha poche. Si, forse quelle che ti rifilano con i finanziamenti, all' interesse del 25%.
    Questa crisi e' stata provocata da gente che non ha mai lavorato in vita sua, ha sempre spostato soldi altrui, e per giunta l' ha fatto male. E' e' stata strapagata per farlo, oltretutto, e con la complicita' di chi doveva controllare. Tutti queste "voragini" monetarie non sono nate oggi, ci sono da anni e anni, e non sono apparse fin'ora perche' i buchi neri venivano fatti girare da un istituto all' altro, calmierandoli ogni tanto con qualche lira proveniente dalle nostre saccocce. Adesso che il girotondo s'e' fermato e' ovviamente venuto fuori il casino. Non e' che i soldi non ci sono ADESSO, non ci sono mai stati, semplicemente giravano (e girano tutt'ora) i debiti, fatti girare da gente che un tempo sarebbe stata cosparsa di pece e piume, e non starebbe seduta su una poltrona con vista Manhattan.

    Parli del Giorgino, ma il danno vero e' stato fatto molto ma molto prima, ed e' stato lo svincolare il valore dei soldi dai depositi aurei degli stati. Da quel momento in poi, i soldi che abbiamo in mano sono foglietti che svolazzano seguendo il vento e senza piu' alcun riferimento allo stato reale di un' economia.

    Max

    Rispondi
  18. claudio b. dice

    17 Ottobre 2008 alle 09:17

    @Consuelo:
    "quella probabilità remota di cui Marco parla a Oliver per tranquilizzarlo"
    Qui non sono per niente d'accordo, invece. Tutto quanto sta succedendo sic et nunc è il frutto di almeno un decennio, forse un quindicennio di "preparazione", più o meno consapevole. Qui non c'è nessun evento improbabile. Qui c'è proprio un errore di calcolo clamoroso, basato su un'impostazione di base altrettanto clamorosa e che si sdoppia in due:
    - una, come già detta da Max, è stata pensare che oltre a scambiarsi "oggetti" (titoli, azioni, obbligazioni) in qualche modo legati al VALORE (i primi due) o alla PRODUTTIVITA' (il terzo), si potessero far girare impunemente "oggetti" legati al DEBITO (non si capisce bene infatti su quale principio finanziario il debito di una persona o ente sia un bene creatore di ricchezza per un'altra, che è proprio ciò su cui invece fanno leva la maggior parte dei Derivati) e altri ancora legati alla scommessa di qualsiasi genere (posso emettere un Future legato a qualsiasi cosa, anche, ma guarda un po', alla "previsione" che la Borsa mondiale continuerà a calare... con un Future siffatto, paradossalmente dovrei guadagnare tanto più quanto più il Mercato si ferma...)
    - la seconda, direttamente intercorrelata, è stato pensare che per qualche magica armonia la crescita economica possa essere solo positiva (nonostante almeno due lezioni dal passato recente... forse due e mezza se ci mettiamo dentro la stagnazione di inizio anni '90).

    Qui, un sacco di gente "che conta" (in tutti i sensi...) ma che "ha dato i numeri" (in tutti i sensi...) dovrebbe essere mandata a mendicare per strada a calci in cxxx, dopo essere stata forzata per decreto a restituire tutto l'importo dei propri golden parachutes, buoneuscite, iperpaghe, eccetera eccetera. Profumo compreso (il quale ha avuto l'umiltà di dichiarare che effettivamente "in Unicredit abbiamo fatto alcuni gravi errori...", bontà sua... però è ancora lì, non vi pare?).

    @Max: "numbers never lie" in ingegneria? eh eh... non proprio... Però come in tutte le cose, se bari sapendo di barare devi stare attento a che la natura non ti si ribelli contro... Un inge davvero bravo deve sapere, secondo me, dove inizia la soglia del baro, se non altro per starsene lontano...

    Rispondi
  19. Max dice

    17 Ottobre 2008 alle 10:48

    @Claudio : ehehehe... non sottilizziamo 🙂
    Intanto facciamo una differenza, almeno nel mio settore, tra normativa e buon senso, che a volte (spesso) fanno a pugni. Ho fatto da poco una controperizia su un lavoro in cui la controparte, volendo spillare quattrini dal mio cliente, ha fatto il possibile e l' impossibile per dimostrare che ha dovuto far interventi d' urgenza, e con tanto di aiuto di prof universitario..... Ovviamente ho smontato pezzo x pezzo le argomentazioni, e mo' vediamo che succede in tribunale, anche se sono assai fiducioso del risultato.
    Comunque, a differenza della finanza (hai mai visto/fatto un bilancio societario ? non centra una beneamata fava con la reale situazione della ditta e, giuro, dopo il terzo ho rinunciato a cercare di applicarvi il buon senso e ho deciso di fidarmi del commercialista...), l' ingegneria e' basata su numeri e ragionamenti precisi. La normativa, purtroppo no. Quella italiana, poi, rispecchia fedelmente la nostra classe politica, ovvero non vale un ca@@o, se mi perdoni il termine.
    Nel mio settore (strutture in legno) siamo rimasti nel limbo fino a quest' anno, unico paese in europa senza normativa corrispondente.
    Quindi, se per fare un solaio in C.A di 2 metri occorrevano fior di scartoffie, una mia struttura di campi da tennis in legno con luci di oltre 40 metri e' tutt' ora (da .... 10 anni circa) in uso senza uno straccio di calcolo depositato. Parlo di 4000 m2 circa. Poi magari quando crolla una scuola si invoca la fatalita'... come ho detto, pece e piume servirebbero, come nel vecchio west.
    Chiaramente, senza normativa l' inge in questione puo' fare praticamente quello che vuole, quindi rimane il buon senso, spesso latitante, specie nelle nuove leve.
    Per concludere la filippica, ORA abbiamo una normativa Italiana, fotocopia fatta piu' o meno male dell' Eurocodice corrispondente. Si chiama Testo Unico, soprannominato da noi Pesto Unico, per le vicissitudini passate. Un paese che, SAPENDO di dover recepire a breve un codice comunitario, invece di far bella figura e recepirlo in anticipo si inventa un team di "professoroni" per scriverne uno nuovo (che poi per norma cee sarebbe in ogni caso abrogato a breve...), spendendo una marea di soldi e facendo un lavoro di cacca (e' stato ritirato 3 volte perche' i professoroni non riuscivano nemmeno a copiare bene...) non merita commenti.

    Ciao

    Max

    Rispondi
  20. claudio b. dice

    17 Ottobre 2008 alle 12:24

    "spendendo una marea di soldi e facendo un lavoro di cacca "
    ... per avere il pretesto di doverlo rifare, no? 😉 Il che fa girare l'economia! 😉 🙂

    Rispondi
  21. Max dice

    17 Ottobre 2008 alle 15:20

    Yes. E foraggiare i vari parenti/portaborse/fancazzisti di turno.
    Prova a dare un occhiata alle versioni "trombate" del Pesto Unico, e vedrai che quelli piu' che professori dovrebbero chiamarsi cerebrolesi.
    Si va dai coefficienti applicati per sbaglio piu' volte (dimostrando che dell' Eurocodice non han capito un cactus) a altri abomini simili.

    Max

    Rispondi
  22. Elisabetta dice

    23 Ottobre 2008 alle 15:35

    Volevo segnalarvi che su centinaia di siti italiani circola la traduzione errata e faziosa dell'articolo di The Economist sulla riforma della scuola...

    http://www.economist.com/world/europe/displaystory.cfm?story_id=12429554

    Ecco la traduzione fatta da Adnkronos...non servono le tre I per capire subito che la tarduzione è errata e che l'Economist non supporta affatto la riforma voluta dalla Gelmini....
    Ho contattato decine di giornali ma solo The Economist ha pubblicato il mio commento...e poi si dice che c'è libertà di stampa in Italia...ma dove?????

    *************

    E l’Economist difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello «di avere troppi e malpagati insegnanti». È la valutazione di Roger Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che aggiunge: «Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello più alto della media dei paesi cse». Non solo. «L’educazione, in particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai livelli dell’Uruguay e della Thailandia». «Sebbene al momento attuale - ha affermato l’economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che è ormai sparita. L’attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una linea che sembra non pagare ma in futuro si». (AdnKronos)

    Rispondi
  23. Max dice

    23 Ottobre 2008 alle 18:36

    Yes, un meraviglioso esempio di traduzione pilotata 🙂

    Comunque, inter nos, le (poche) cose su cui concordo con la Gelmini sono :
    1) E' un' idiozia avere 3-4-5 insegnanti alle elementari, il maestro unico e' stato in passato un punto di forza delle scuole elementari. Adesso andrebbe coaudiuvato da uno di lingue, al limite.
    Che diamine, mica insegnamo la fisica dei quanti, alle elementari, per aver bisogno di una specializzazione x materia !!!
    2) Effettivamente ci son troppi insegnanti, mal pagati ma anche una marea di fancazzisti. Ma una vera marea di fancazzisti. E devo dire che questi non sono mal pagati, sono STRApagati x quello che fanno.
    Una bella ripulita sarebbe necessaria, insieme a un sano aumento di stipendio e ad un orario (e anno) lavorativo da comuni mortali, ovvero 40 ore settimanali x 11 mesi l' anno. Il tempo in cui non insegnano lo devon passare a aggiornarsi, a prepararsi e a dar supporto GRATIS (visto che sarebbero gia' pagati) a chi ne ha bisogno. E, beninteso, devono essere a disposizione a scuola, non alle Canarie "per aggiornamento".
    Ribadisco che 1800-2000 euri mensili per 18 ore di lavoro che prendono alcuni non sono pochi, sono uno sproposito.

    Max

    Rispondi
  24. claudio b. dice

    24 Ottobre 2008 alle 10:14

    Attenzione.
    La traduzione è globalmente accettabile. Cambia fondamentalmente e sostanzialmente l'ultima frase:
    Ec.: "Mr Vaciago is unconvinced by the plans. “The present government is making cuts and hoping that the quality comes through as a result. There is no obvious guarantee it will,” he comments"
    ADN: "L’attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una linea che sembra non pagare ma in futuro si».

    La traduzione corretta, come Elisabetta voleva puntualizzare, sarebbe "Vaciago non è convinto dalle previsioni. "L'attuale governo sta facendo tagli e sta sperando che la qualità ne scaturisca come conseguenza. Non c'è alcuna ovvia garanzia che lo faccia" - commenta.

    Il che significa cha Vaciago è dubbioso, non che sia avverso. E il tono stesso dell'Economist è moderato: non convinto, ma neanche aprioristicamente avverso.

    Bye

    Rispondi
  25. Max dice

    24 Ottobre 2008 alle 10:21

    @Claudio : appunto, e' uno splendido esempio di traduzione pilotata.
    Giocando sottilmente su una frasetta, si cambia completamente il parere dell' autore...

    Max

    Rispondi
  26. tommaso dice

    30 Ottobre 2008 alle 20:22

    @Consuelo
    "Fate bene a discutere, ma temo sia una discussione di stile"
    "La ricerca può esistere in quanto esiste un avanzo di bilancio da destinare a qualcosa di non immediatamente produttivo."

    Giorni fa a firenze in occasione di un evento organizzato dalla regione toscana , ascoltavo due ricercatrici rigorosamente precarie del cnr che per manifestare il loro dissenso alla manovra del governo spiegavano la filiera dell' idrogeno.
    Mentre parlavano riflettevo su un fatto: in questo disastro finanziario ammettiamo che siano giustificabili i tagli alla spesa pubblica, innanzitutto sarebbe utile una analisi sui motivi di questa crisi finanziaria, che al momento non sono molto chiari, magari sarebbe utile fare dei programmi un po più lunghi di 5 anni. Forse non abbiamo di fronte solo una bolla speculativa forse non è solo un'emergenza, magari la crisi è un po più strutturale qualcosa che ha avuto inizio ben prima degli anni novanta, insomma il petrolio costa 100 dollari al barile, non è che per caso siamo nei pressi del picco di hubbert? Molti analisti lo davano per il 1° decennio del XXI° sec. Magari qualcuno dovrebbe dire: ragazzi rimbocchiamoci le maniche e facciamo quadrato intorno alla ricerca, visto che il futuro è un po incerto!
    Leggete questo post di Ugo Bardi http://aspoitalia.blogspot.com/search/label/club%20di%20roma

    Rispondi

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  1. i divagatori scientifici » Blog Archive » precari subito ha detto:
    17 Ottobre 2008 alle 00:32

    [...] sulla vicenda dal di dentro, nei blog di Cattaneo delle Scienze (qui), nel blog di Marco del CERN (qui e qui) e nel blog di Antonello Pasini di Nova24 (qui). E ne parlano molti altri, autorevoli come [...]

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  2. Pure Nature se ne è accorta « Bici, musica, computer e dintorni ha detto:
    17 Ottobre 2008 alle 10:19

    [...] Precari SubitoRisparmi Tagliagole di Marco CattaneoTagliagole di MarcoBerlusconi, Gelmini, Brunetta e la scienza italiana: il bel Paese su Nature di Antonello [...]

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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