Onestamente, non pensavo che ci sarei arrivato.
Visto come sono andate le cose negli ultimi mesi, e l'evidente difficoltà a concentrarmi al di fuori delle decina di ore giornaliere di lavoro, il mio io pessimista non pensava certo che sarei riuscito a finire la prima stesura del mio libro. Alla fine, mi ci è voluto ben più di un anno, ma ieri sera, complice la giornata uggiosa e umida, ho digitato l'ultima parola (che, per i curiosi, è "domani") del testo di divulgazione scientifica casalinga che sto scrivendo. Alle spalle di questa, nella versione attuale ce n'è più di altre 54000. E qualcuno un giorno dovrà spiegarmi perché gli anglofoni misurano la lunghezza degli scritti in parole, mentre i latini preferiscono il conteggio dei caratteri (che nel mio caso sono un po' meno di 350000). Comunque, ci siamo, la prima boa è passata.
Adesso attendo le pile di fogli vergati in rosso dal mio editor, passerò l'inverno a riscrivere e correggere, e, se tutto va come previsto, il libro potrebbe uscire nella primavera del 2014. Incredibile. Vi tengo aggiornati.
Non vedo l'ora di avere il libro fra le mani!
Anch'io; poi ci faccio una recensione. Non vedo l'era che arrivi la primavera!
350.000? Min... ehm, accipicchia!!! Aspetto il tomo (qui non scherzo)
... perché gli anglofoni misurano la lunghezza degli scritti in parole, mentre i latini preferiscono il conteggio dei caratteri...
Direi che è coerente col loro "non molto logico" sistema di unità di misura... 😉
@Mauro: non so, a un certo punto qualcuno aveva suggerito che la cosa potesse essere legata alla lunghezza delle parole della lingua inglese, apparentemente più uniforme di quella delle lingue latine, forse più variabile?
@Marco: sì ci avevo pensato anch'io (anche se non so quanto sia vero), ma penso che in ogni caso, con qualsiasi lingua, il numero di caratteri sia una misura più rigorosa per la lunghezza del testo, rispetto al numero di parole, o no?
Probabilmente quest'abitudine va fatta risalire all'epoca in cui circolavano le bozze sotto forma di manoscritto, per le quali era sicuramente più semplice contare (a mano) le parole che non i caratteri...
Orca sono una pippa in fisica, ma visto com'è ben fatto il blog e la "Scienza con Oliver" sarà un libro che mi leggerò sicuramente.
@TenTen: son contento! Una sola precisazione doverosa: nel libro Oliver non ci sarà (per ragioni varie che magari posso spiegare). l titolo super-provvisorio è "Vita quotidiana di un fisico delle particelle al tempo del bosone": divulgazione spiccia di quello che si fa al CERN raccontata a mia figlia e al resto di una famiglia più o meno inventata, sullo stile del blog, e passando per la scoperta del bosone di Higgs. Interessa lo stesso? 🙂
qualche aggiornamento a proposito? quando uscira?
Arriva, arriva. Sto aspettando qualche conferma più ufficiale, e finendo la seconda revisione. Appena posso, vi dico!
Rileggendo il commento del 25 ottobre: finalmente sapremo come fai a fare tutto; sempre che tu possa smentire di avere qualche gemello identico (più di uno direi).