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Questa sera non c'è niente su internet

13 Febbraio 2013 13 commenti

L'altro giorno, seduto in poltrona col laptop sulle ginocchia, mi sono sorpreso a pensare: "che noia! Oggi non c'è niente su internet".

Nell'istante stesso in cui questo pensiero si formava nella mia testa, il mio super-io ha fatto partire automaticamente un programma di diagnosi e controllo. "Solleva le mani dal trackpad," ha intimato il demone, "e ricomincia immediatamente a pensare. Come sarebbe a dire, non c'è niente su internet?".

Un rapido controllo mi ha fatto verificare che stavo gingillandomi tra Facebook e Twitter, in modo casuale e totalmente passivo, pericolosamente vicino a quello zapping televisivo fatto senza desideri, progetti, curiosità, ma esclusivamente per riempire il vuoto e anestetizzare il cervello. La consapevolezza improvvisa di un uso possibile della rete come quello della televisione mi ha colpito in faccia come un badile. Facebook come MTV, solo che la programmazione la fanno gli "amici", e invece degli sms che scorrono sotto ai video, i "like" ed i commenti? I social network come tappeto sonoro di sottofondo, per riempire i buchi del tempo, affogare la fatica, spegnere la testa? Che paura. Certo, non è necessariamente così, e non per tutti, ma quante volte ci si avvicina? Quante volte le finestre strette dei social sono l'unico sguardo sulla complessità della rete che ormai ci concediamo?

20130213-230612.jpgUn paio di sere fa ho visto Margin Call, un film bello e tremendo sulla crisi finanziaria del 2007-2008 legata ai mutui subprime (vedetelo, vale la pena!). A visione finita, sono andato alla ricerca sulla rete di informazioni aggiuntive, per capire meglio le dinamiche che avevo appena visto raccontare. Sono partito da Google e Wikipedia, e navigando ho trovato tonnellate di informazioni, spiegazioni, commenti, ragionamenti. Adesso so cos'è una Mortgage Backed Security, e perché bisognerebbe per legge proibire di mescolare mutui prime e subprime. Nel giro di una sera, sono ritornato amico con la rete, ho ritrovato il gusto di navigare un mare che contiene tesori e li rende disponibili.

Dove sta la differenza? Credo che si giochi tutta tra l'accendere la tv "per vedere se c'è qualcosa", e l'andare in biblioteca o a teatro o al cinema o a una conferenza "perché c'è una cosa che mi interessa". Per carità, nella prima fruizione si nasconde la possibilità della scoperta di perle altrimenti introvabili, ché la serendipidità è sempre in agguato. Ma quanto tempo perso! Non so se valga la pena, e non voglio diventi la modalità d'uso principale.

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Archiviato in:Intenzioni educative, Mezzi e messaggi Contrassegnato con: internet, passività, riflessioni, social network, televisione

Interazioni del lettore

Commenti

  1. ma dice

    14 Febbraio 2013 alle 01:40

    Alcuni fisici sono talmente convinti di capire il mondo... opps l'universo. Che si dimenticano che la loro conoscenza è infinitesimale, spesso fallace e distorta.
    E' un bene che talvolta qualcuno si renda conto di "sapere di non sapere"

    Rispondi
  2. ada dice

    14 Febbraio 2013 alle 03:29

    la fascia oraria delle bermuda....

    Rispondi
  3. Gabriele dice

    14 Febbraio 2013 alle 09:51

    Depressione da spegnimento di LHC? Dai, due anni sono lunghi, ma poi passano 🙂

    Rispondi
    • Marco dice

      14 Febbraio 2013 alle 10:34

      No, anzi! Ti assicuro che la fin del Run 1 è una bella notizia, qui tutti attendevano con ansia di potersi calmare un po'...

      Rispondi
  4. Claudio dice

    14 Febbraio 2013 alle 12:03

    Per qualcuno (me compreso) LS1 significa un periodo intenso di interventi in caverna. Almeno di notte però spero mi lasceranno dormire 🙂

    Margin call è un bellissimo film, confermo.

    Rispondi
  5. Marco Balzarini dice

    14 Febbraio 2013 alle 20:57

    Pensa che a me succede il contrario!
    Seguo così tanti siti e blog che ormai ho intasato la casella preferiti e con difficoltà riesco a farli passare tutti (che se ne lascio fuori uno mi viene il magone). E le sere in cui esco con gli amici sono sì contento di farmi due risate davanti a un bel bicchierino, ma nel contempo a volte penso "chissà cosa mi sto perdendo....".
    Proprio questa sera, in cui sono a casa da solo per cause facilmente immaginabili mentre solitamente mi ritrovo a fare due chiacchiere, la sento come un tranquillo "finalmente posso guardarmi con calma i miei siti".
    Il problema è che continuano ad aumentare!!
    Quindi proprio, no, io il dire "non c'è niente stasera su internet" proprio non l'ho mai sperimentato.

    Rispondi
  6. Lorenzo Bravi dice

    15 Febbraio 2013 alle 08:37

    Confermo tutto l'articolo!. Questo è un problema, a mio parere, che si sta dilagando sopratutto nelle persone più giovani, andando ad occupare (o sprecare) tempo che potrebbe essere utilizzato in modo più produttivo. Ovviamente ho generalizzato, ma è un motivo, ho sempre pensato, per cui i alcuni miei amici sono sempre svogliati a fare certe attività.

    Rispondi
  7. jegger dice

    16 Febbraio 2013 alle 14:02

    Approvo completamente il tuo ragionamento.
    Internet rischia di prendere il posto della TV come sonnifero della mente.Ormai molto spesso non si naviga più, si fa zapping sui soliti siti come si faceva prima sulla TV.

    Rispondi
  8. juhan dice

    16 Febbraio 2013 alle 14:32

    Dipende come si usa. E se sei solo passivo o contribuisci, con quello che hai, anche poco ma nel mucchio...

    Rispondi
  9. Giovanni Toffetti dice

    16 Febbraio 2013 alle 22:58

    Non ho ancora visto Margin Call, ma semmai ti fosse sfuggito, consiglio vivissimamente "Inside Job" documentario da Oscar (2010) sullo stesso tema

    Rispondi
  10. Alex dice

    21 Febbraio 2013 alle 15:37

    Questo post mi fa un grande piacere leggerlo, la internet che diviene pericolosamente vicino alla tv, un modo per anestetizzare il pensiero e lasciarsi trasportare passivamente dal flooding di input inutili non costruttivi, inconcludenti. Come la tv, l'uso continuativo di questa modalita' di fruizione porta il cervello ad acquisire una difficolta', refrattarieta', alla "fatica neuronale" . Personalmente aborro facebook, twitter, perche' comprendo che l'individuo comune comincia con l'uso di poco, giusto per curiosita', poi si impratichisce e vi passa sempre piu' tempo, poi e' prassi passarvi ore della giornata...si perde ore di una intera vita dietro a facezie che, cosa piu' grave, disorientano pesantemente, quando proprio non alienano l'individuo stesso. Ci vorrebbe che si possa stare sempre col "cervello acceso", utilizzare sempre gli strumenti con razionalita' ed intelligenza, ma si sa' che il cervello umano ha bisogno , di tanto in tanto, di "staccare", ed e' li' che ci facciamo fregare dal lato sottilmente negativo delle tecnologie, con grande pace dei milionari Zucherberg&soci 🙂

    Rispondi
  11. Alex dice

    21 Febbraio 2013 alle 15:40

    ah, a proposito di the margin call, un altro movie documentaristico sulla stessa linea ma parecchio piu' incisivo e' the inside job , consiglio davvero la visione

    Rispondi
  12. matteo ciucci dice

    6 Marzo 2013 alle 13:02

    Ormai un po' datato, e certe parti non sono molto condivisibili, ma avete visto il documentario online Debtocracy?

    Rispondi

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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