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Letture amene per il weekend

24 Ottobre 2008 11 commenti

In questi giorni di agitazioni, manifestazioni, occupazioni, infiltrazioni (e a tratti pure equazioni), ecco qualche lettura amena - e magari pure un dito provocatoria, se non alternativa - per il week-end, a proposito di cervelli in fuga, precari, università, ricerca, scuola e robetta simile. Poi ne parliano, neh?

  • Un Paese che esilia i giovani talenti distrugge il suo futuro (Salvatore Settis, Il sole 24 ore, 21 ottobre 2008). Cervelli in fuga e amenità affini, con dei bei numerelli.
  • Come dare risorse ai migliori? (Daniele Checchi e Tullio Jappelli. Lavoce.info, 04 Settembre 2008). I volenterosi possono trangugiare tutto il dossier sulla valutazione della ricerca.
  • Un'amica ricercatrice mi accennava qualche giorno fa che i soli precari che sembrano non preoccuparsi delle iniziative Brunetta/Gelmini sono quelli con cognomi "nobili". Lettura consigliata, tanto per gettare un sassolino nello stagno: L'ateneo al voto tra i parenti (Tito Boeri, Repubblica, 3 ottobre 2008).
  • Passando alla scuola (e alle "classi ponte" tanto di moda in questi giorni): No alle scuole ghetto. Intervista a Norberto Bottani (Irene Amodei, Vita, 8 settembre 2007). Per i coraggiosi, tutto il sito di Bottani varrebbe la lettura. E attenti, non è una voce consueta. (Ah, certo, Irene è mia moglie. Viva il nepotismo, viva il familismo amorale! 🙂 ).
  • Per dessert, Improbabili ricercatori nell’università fondata sulla cooptazione (Giulio Palermo, il manifesto, 12 dicembre 2007). Con questo mi attiro le ire dei più, già lo so, ma se sorvolate sul tono anarco-insurrezionalista, ci sono delle cose su cui riflettere.
  • Ok, ok, ci va pure qualcosa che tocchi l'attualità pura e semplice. E allora, se ancora non l'avete letto, L'ira dei ragazzi miti (Curzio Maltese, Repubblica, oggi). Non so voi, ma io ho l'impressione che il fatto che la protesta universitaria sia per una volta guidata dalle facoltà scientifiche le dia un tono, come dire, più... serio? Concreto? Informato?

Buon weekend, fate i bravi. Occupate, discutete, calcolate. E, dopo una certa ora, bevete la giusta quantità di malto fermentato alla gradazione che preferite, e pensate ad altro.

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Paolo Ferrandi dice

    24 Ottobre 2008 alle 21:57

    Il link all'articolo di Maltese non funziona 🙁
    Ecco quello giusto:
    http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-3/scuola-2009-3/scuola-2009-3.html

    Rispondi
  2. Marco dice

    24 Ottobre 2008 alle 22:20

    Corretto, grazie (è arrivata l'ora del malto fermentato, è chiaro)

    Rispondi
  3. gg dice

    26 Ottobre 2008 alle 16:14

    Lieto che hai segnalato Giulio Palermo. Concordo che il tono e' un po' indigesto, ma serve una voce del genere. Quando sento che a manifestare ci va chi "Finora ho campato con marchette all'unversita'" a me viene dal profondo del cuore: "E chi * te l'ha fatto fare?"

    Rispondi
  4. Melanippe dice

    27 Ottobre 2008 alle 13:44

    Marco, sono OT ma non saprei a chi chiedere: hai visto questo?
    http://www.nature.com/nature/journal/v455/n7216/full/nature07378.html
    dimmi che è una bufala O_O sembra TALMENTE incredibile...

    Rispondi
  5. Marco dice

    27 Ottobre 2008 alle 14:54

    Ciao Melanippe,
    si, ne avevo letto grazie a Gravità Zero. Cos'è che ti disturba? La triboluminescenza e` un fenomeno noto da tempo (mai provato a spaccare una zolletta di zucchero al buio con un paio di tenaglie?). Sono forse i raggi X? Per fortuna, se ti leggi l'articolo, scoprirai che sono prodotti solo nel vuoto. Dunque, a meno che tu non preveda di srotolare scotch nello spazio, dovresti essere al sicuro 🙂

    Rispondi
  6. Max dice

    27 Ottobre 2008 alle 15:31

    Un po' come la sonoluminescenza, che arriva ad emettere lampi di raggi gamma, ma per tempi talmente brevi e con potenze cosi' ridotte da non essere (per ora) sfruttabile ne' assolutamente pericolosa.
    Tra l' altro si tratta di esperimenti fattibili anche in casa, con un po' di impegno.... e' un fenomeno abbastanza interessante e non ancora del tutto spiegato.

    Max

    Rispondi
  7. claudio b. dice

    28 Ottobre 2008 alle 09:31

    aaargh, Marco, ho seguito i links, ma arrivato a Maltese mi è venuto il prurito... Sorry, è più forte di me... (detto da un EX-fan di Repubblica...)

    Rispondi
  8. delo dice

    28 Ottobre 2008 alle 13:51

    Ho visto questo articolo sul corriere, cosa dite?

    http://www.corriere.it/editoriali/08_ottobre_28/La_fabbrica_dei_docenti_e055a842-a4b5-11dd-bdb4-00144f02aabc.shtml

    in particolare questa frase:
    "L'unica certezza è che nei prossimi mesi si svolgeranno nuovi concorsi per 2.000 posti di ricercatore e 4.000 posti di professore ordinario e associato, ai quali seguiranno, entro breve, altri 1.000 posti di ricercatore. In tutto 7.000 posti, più del dieci per cento dei docenti oggi di ruolo."

    Rispondi
  9. Giulio Palermo dice

    31 Ottobre 2008 alle 15:44

    Ciao ragazzi, fa piacere vedere che lo stesso pezzo per il quale sono stato "acusato" di vetero marxismo, suscita in voi la critica di "anarco-insurrezionalismo". Con qualche contraddizione, sottoscrivo entrambe le concezioni.
    Il dato positivo è che, a differenza di altri critici che mi hanno impallinato senza nemmeno provare a rispondere alle mie critiche, dandomi pure del barone, almeno voi provate ad andare alla sostanza delle cose, senza fermarvi alle etichette.
    Un saluto anarco-insurrezionalista, ma soprattutto antibaronale
    Giulio Palermo

    Rispondi
  10. Marco dice

    31 Ottobre 2008 alle 16:29

    Ciao Giulio,

    benvenuto. "Anarco-insurrezionalista" è ovviamente ironico, lungi da me volerti mettere un'etichetta. Volendo essere vagamente più serio, avrei probabilmente dovuto dire "ferocemtne militante".

    Ricordo di aver letto il tuo pezzo a suo tempo direttamente sul manifesto: ne condivido fondamentalmente le linee di fondo: è profondamente ipocrita dirsi contro il "precariato" e il sistema di cooptazione baronale, per poi passare il proprio tempo a pietire posizioni ed attendere il proprio treno facendo gli schiavi al mentore di turno, per poi tacere con le mani in tasca nel momento in cui si è stati assorbiti dal sistema, pronti a replicarne le dinamiche. Che è la ragione per cui mi innervosisco vedendo che molti dei colleghi con cui si protestava contro la Moratti qualche anno fa, ora vincitori di concorso se ne stanno silenti nei loro uffici nuovi di zecca di ricercatori confermati. O da anni mi incazzo con i dottorandi e gli assegnisti di ricerca che passano il 90% del loro tempo a fare didattica al posto dei loro professori, trascurando definitamente la ricerca, solo perché immaginano che sottomettersi (e non sbattersi e brillare per meriti scientifici) sia il modo per avanzare nell'accademia.

    Rispondi
  11. Max dice

    31 Ottobre 2008 alle 16:33

    @Marco : "solo perché immaginano che sottomettersi (e non sbattersi e brillare per meriti scientifici) sia il modo per avanzare nell’accademia."

    Il brutto e' che, almeno in Italia, probabilmente hanno ragione loro.. 🙁

    Rispondi

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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