Quest’anno Natale sarà per la prima volta molto diverso dagli anni passati. A causa della pandemia e delle restrizioni dei movimenti, per la prima volta lo passeremo lontani dall'Italia, dove ogni anno siamo rientrati per ritrovare famiglia e amici. Restare a casa e celebrare "a distanza" con la famiglia è certamente la cosa giusta da fare, ma non per questo è meno faticosa da accettare.
Nell'attesa dell'Avvento, Giulia quest'anno ha espresso il desiderio di non fare il presepe di LEGO che abbiamo realizzato con una certa costanza negli ultimi anni, ma qualcosa di più manufatto e artistico. Siamo dunque nel bel mezzo di un work in progress per realizzare un borgo-presepe in stile napoletano usando le scatole di cartone che si sono accumulate in cantina negli ultimi mesi...
Oggi nel pomeriggio abbiamo fatto la base delle strutture con cartone, colla a caldo e vinilica, un po' di scotch di carta, e soprattutto tanta pazienza con le tegole dei tetti. Il borgo dovrebbe accogliere le statuette di un presepe peruviano che Irene ed io abbiamo acquistato nel 2007 a Carouge, qualche giorno prima che Giulia nascesse.
Dopo cena abbiamo scovato sempre in cantina un barattolo di stucco per pareti, che prima di andare a dormire abbiamo applicato a manate su muri, base e tetti per dare un po' di spessore e realismo al tutto. Domani, una volta asciutto, dipingiamo.
La cosa che personalmente mi piace di questo progetto è il carattere completamente "povero" dell'opera. Per adesso non abbiamo comprato nulla, e non prevediamo di acquistare niente nulla: è tutto riciclo di materiali e strumenti che avevamo in casa, comprese le vecchie lucine dell'albero che hanno una buona frazione di lampadine rotte e non usavamo più, e che invece troveranno posto a illuminare il borgo. Certo, direte voi, però hai un taglierino, un tappetino da tagli per bricolage e una pistola per colla a caldo con le ricariche. È vero, e, come diceva Giulia stasera prima di andare a dormire "ma quale altra famiglia ha in casa un barattolo di stucco pronto all'uso?". Estote parati, rispondo io, più una sana voglia di usare le mani, e si fa più o meno tutto! 🙂
Mauro dice
Mi hai fatto tornare in mente quando facevamo il presepe con mio padre 40 e passa anni fa costruendolo noi con materiali poveri.
Grazie.
Patrizia dice
Una meraviglia. Un babbo che gioca con sua figlia, un fisico che fa i balocchi, uno scienziato che fa il presepe. E quella voglia di costruire qualcosa con le proprie mani (che condivido). E la precisione, il rigore, la pazienza (che invidio). È sempre un piacere passare di qua!