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Tenere traccia dei percorsi per immergersi in profondità

23 Marzo 2017 Lascia un commento

L'altra sera ho finito di leggere un libro che mi è piaciuto parecchio. [1]Il libro specifico di per sé non è importante per la storia che voglio raccontare, il perché presto sarà più chiaro. Mentre mettevo giù il Kindle su cui l'ho letto, mi sono reso conto che non mi ricordavo come fossi arrivato a decidere di comprare proprio quel saggio. Forse un suggerimento di Amazon? Conoscendomi, mi pareva difficile, l'algoritmo di Amazon sottovaluta parecchio i miei gusti eclettici. Più probabile io avessi intercettato una recensione, o una segnalazione online. Ma quale? Dove?

Visto che la lettura era stata stimolante, ho cercato di risalire a come ci fossi arrivato. Ho scavato nel mio lettore di feed RSS, prima sotto la categoria Letture (quella che raccoglie tutti i siti che seguo che pubblicano pezzi di approfondimento), poi dappertutto, senza però trovare nulla. Ho allora cercato sui vari social network che frequento, sperando di rintracciare una segnalazione, un'articolo che ne parlasse, una recensione. Niente.

Stavo per abbandonare, quando mi è venuto in mente che forse avevo salvato la fantomatica recensione su Instapaper. Instapaper è il sistema che uso per salvare gli articoli interessanti che incrocio durante la giornata, per leggerli con calma la sera o durante il weekend. Tra i vari vantaggi, un sistema come Instapaper ha anche quello (per me fondamentale) di poter archiviare tutti i pezzi letti. Io, che non butto via mai niente, segno con un cuoricino i pezzi che mi sono piaciuti molto e che penso valga la pena condividere (e tra quelli non c'era nulla che avesse a che fare con il libro in questione), ma salvo anche tutti gli altri che ho letto, perché non si sa mai. A forza di cercare, Proprio tra questi ultimi ho trovato un reportage che recensiva di una trasmissione televisiva del National Geographic, e che aveva, tra le letture consigliate per approfondire il tema, proprio il tomo in questione. Bingo.

A questo punto non mi mancava altro che capire come fossi arrivato a quel particolare articolo. Una rapida ricerca su Twitter mi ha confermato che era stato in effetti condiviso proprio sul social dei cinguettii da una delle persone che seguo, un collega fisico teorico:

Oxford professor of theoretical physics (and friend) Ard Louis discussed God, faith and science with Morgan... https://t.co/gmdODe6VZa

— Juan Rojo (@JuanRojoC) March 1, 2017

Avevo salvato l'articolo da leggere su Instapaper per leggerlo in un secondo tempo, ma non avevo marcato il tweet con una cuoricino: se lo avessi fatto, la ricerca sarebbe forse stata più rapida. [2]Se il contenuto del tweet vi incuriosisce, vi lascio seguire i link ed esplorare da soli.

Questa storia non ha una morale, forse solo una riflessione finale. La rete è una risorsa immensa, ma proprio la sua immensità è una delle ragioni per cui gli stimoli di qualità che riceviamo, e con loro i percorsi che facciamo per arrivarci o che intraprendiamo quando li incontriamo, si perdono spesso, travolti dai flutti del rumore dei luoghi in cui vengono segnalati. Trovare il modo per tenere traccia delle proprie escursioni a me sembra importante, proprio per marcare la differenza tra il surfare in superficie e l'immergersi in profondità. Fine dell'aneddoto.

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Note
↑1 Il libro specifico di per sé non è importante per la storia che voglio raccontare, il perché presto sarà più chiaro.
↑2 Se il contenuto del tweet vi incuriosisce, vi lascio seguire i link ed esplorare da soli.

Archiviato in:Letture e riflessioni, Mezzi e messaggi Contrassegnato con: Instapaper, letture, percorsi, tracce, Twitter

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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