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Non diventate cinici

9 Novembre 2016 16 commenti

Otto anni fa pubblicavo questo post su Borborigmi. All'epoca Giulia non aveva nemmeno un anno, e, mentre la pupa dormiva nel suo lettino, noi ci godevamo quell'inebriante sensazione di cambiamento possibile che l'elezione del primo presidente di colore degli Stati Uniti d'America sembrava portare.

Sono passati otto anni, e Giulia è ormai una signorinetta. Ieri gli Stati Uniti d'America hanno eletto come presidente un tycoon sessista e razzista, patologicamente bugiardo, senza alcuna esperienza di amministrazione pubblica, pericoloso per loro e per il mondo intero. Seduto sul letto di un albergo in Grecia (sono in trasferta per una convegno) ho seguito le ultime fasi della diretta della CNN con un crescente sconforto.

Ho molti pensieri nella testa, ma sopratutto uno mi tormenta. Temo che il fenomeno delle "camere a eco", di cui ho parlato a Camogli nell'ambito delle teorie scientifiche squinternate, sia in azione anche e soprattutto quando tentiamo di interpretare il sentimento politico del mondo che ci circonda. Altrimenti non si spiega come in molti fossimo convinti che Hillary Clinton avrebbe vinto, con più o meno ampio margine: in fondo, guardando intorno a noi, chi riusciva a immaginare che fosse possibile supportare qualcuno come Trump? E in quell'intorno a noi risiede probabilmente tutta la presunzione di poter leggere la realtà dalle nostre tiepide case, foderandoci gli occhi di costoso prosciutto, e immaginandoci un mondo conforme all'immagine che ce ne siamo fatti. Provo stasera una sensazione simile a quella che ho sentito negli anni a ogni successo elettorale di Berlusconi in Italia. Io non conosco nessuno che abbia mai votato Berlusconi, eppure circa la metà dei miei concittadini lo ha fatto a un certo punto. Dove sono? Si nascondono forse? Sono ontologicamente altri da me? Come posso incontrarli, parlare loro, provare a convincerli?

La partecipazione politica, la militanza, sembra aver perso la dimensione dell'incontro sociale. È fin troppo facile pontificare a cena con gli amici, e sui social network o un blog. Si finisce sempre per trovarsi tra simili, a convincersi e bearsi della nostra ragione, e a perdere di vista che, altrove, qualche altra camera a eco sta operando in direzione opposta, con altri gruppi e altre fazioni. Stasera sento allora un forte bisogno di indossare delle scarpe con la suola buona, per andare a incontrare il mondo di persona, in situazioni anche scomode, fuori da riserve rassicuranti. Chissà se ne sarò capace, e come.

Giulia compirà nove anni alla fine del 2016, e mi chiedo sempre più spesso che mondo le lasceremo. Non ho risposte, non ho suggerimenti, ma sono sempre più a disagio con l'idea che l'unica interazione politica che ci è concessa sia la lamentazione rassegnata di un triste futuro ineluttabile, che sembra essere diventata la cifra unica di un certa sinistra fatalista. O perlomeno, di quella sinistra fatalista che grida alla fine del mondo nella camere a eco che mi trovo a frequentare. Nel frattempo, sullo schermo della CNN è apparso un podio di fronte alla Casa Bianca, Barak Obama è uscito a commentare il risultato elettorale. Come già otto anni fa, quest'uomo ha la capacità di dire cose che parlano al mio cuore, anche in un contesto che non potrebbe essere più diverso. Non è facile farle mie, il cinismo è sempre in agguato, ma bisogna provarci.

To the young people who got into politics for the first time and maybe disappointed by the results, I just want you to know you have to stay encouraged. Don’t get cynical. Don’t ever think you can’t make a difference. (...)

Sometimes you lose an argument. Sometimes you lose an election. You know, the path that this country has taken has never been a straight line. We zig and zag and sometimes we move in ways that some people think that is forward and others think is moving back. 
And that’s okay. (...)

We try really hard to persuade people that we’re right. And then people vote. And then if we lose, we learn from our mistakes. We do some reflection. We lick our wounds. We brush ourselves off. We get back in the arena. We go at it. We try even harder the next time. The point though is that we all go forward with the presumption of good faith in our fellow citizens because that presumption of good faith is essential to a vibrant and functioning democracy.

Ai giovani che si sono affacciati alla politica per la prima volta in questa occasione e sono delusi dal risultato, voglio solo dire di rimanere speranzosi. Non diventate cinici. Non pensate neppure per un attimo di non poter fare la differenza.

A volte si perde un confronto. A volte si pende un'elezione. La strada che questa nazione ha intrapreso non è mai stata una linea diritta. Andiamo a zig-zag, e a volte ci muoviamo in direzioni che alcuni pensano siano andare avanti, e altri pensano siano andare indietro. Ed è  qualcosa che va bene.

Cerchiamo di convincere le persone delle nostre ragioni con tutte le nostre forze. E poi le persone votano. E se perdiamo, allora impariamo dai nostri errori. Facciamo le dovute riflessioni. Ci lecchiamo le ferite. Ci rimettiamo in piedi. Torniamo nuovamente dell'arena, incoraggiati. Cerchiamo con ancora maggior forza la volta successiva. Il punto però è che avanziamo con la presunzione della buona fede dei contri concittadini, perché la presunzione di buona fede è essenziale per una democrazia funzionale e vibrante.

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Archiviato in:Militanza Contrassegnato con: Barak Obama, Donald Trump, echo chamber, Election 2016, Hillary Clinton, USA

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Robo dice

    10 Novembre 2016 alle 11:59

    Nel caso di Trump quasi tutto il giornalismo é restato chiuso in una grande camera ad eco. Ora, ex post, tutti stanno dicendo che bastava guardare i social network, ma forse anche questa é una camera ad eco. Io cerco di muovermi tra luoghi d'opinione diversi ma resto un po' confuso in questo girovagare. Riguardo Trump qualcuno ha fatto notare che prendere alla lettera le cose francamente scioviniste da lui dette porta a considerare milioni di persone peggiori di quanto non siano. Ancorché sgradevolmente espresse, queste persone attendevano una risposta ad un eccesso di politically correct che appesta gli States; la classe media teme il protrarsi del proprio impoverimento e i bianchi cristiani di trovarsi un giorno minoranza. Lui ha dato vacue speranze a costoro, che non lo leggono letteralmente ma lateralmente ed allora certe cose diventano accettabili quali iperboli e, d'altronde, come ha detto Obama, "il sole sorgerà anche domani". Riguardo il catastrofismo frequento un newsgroup post-picchista e loro vedono come imminente (2025-2030) un crollo (per alcuni crisi, per altri semplice deterioramento, continuazione di quello già in atto) del sistema-Mondo. É chiaro che leggono ogni dato e accadimento all'interno della loro camera ma le loro argomentazioni mi sembrano meno campate in aria di quelle dei tecno-ottimisti ad oltranza ed il GW non può essere considerato una masturbazione mentale. Io considero ogni certezza con dubbio perché di millenaristi la storia é satura, peró prima o poi ci prenderanno ????
    Ciao

    Rispondi
  2. Anna dice

    10 Novembre 2016 alle 12:32

    Ciao Marco,
    non commento mai il tuo blog, ma questo post, da quanto capisco, ci invita a farlo. Hai addosso le scarpe con le suole buone, immagino ti faccia piacere una passante qualsiasi che ti mostri qualcosa che a lei interessa, e che magari interesserà anche a te, lungo la via. Ci siamo conosciuti di persona due anni fa a una summer school di comunicazione scientifica, sono, anzi, ero una ricercatrice, scout attiva per più di 10 anni, puoi immaginare quanto mi faccia male "gioire" per la vittoria di Trump. Eppure.
    Eppure un po' lo faccio, o almeno mi pare di capire le ragioni per cui tanta gente lo ha votato. Ma soprattutto, non mi sorprendo. Come? Di fonti, in rete, ce ne sono all'infinito, mi permetto di passarti solo un link per provare un po' a uscire dalla tua camera a eco. https://zeroanthropology.net/
    Per quanto riguarda, ahimè, Obama, per carità, è sicuramente un grande oratore, ma dopo questa breve lettura http://www.zerohedge.com/news/2016-05-17/obama-has-been-war-longer-any-other-president-history ho paura lo citerai molto meno volentieri.
    Buone esplorazioni, e non dimenticarti di fare eco alle cose interessanti che incontri lungo il tuo girovagare!

    Rispondi
    • Marco dice

      10 Novembre 2016 alle 13:02

      Ciao Anna,

      che tu ci creda o meno leggo con interesse il tuo blog da quando ci siamo incontrati, e ancora di pi`u recentemente viste le lande in cui ti ha portato la vita 🙂

      Conoscevo ZeroHedge (su cui sono atterrato nel periodo in cui cercavo di capire un po' di economia e finanza), mentre il primo mi manca del tutto, e dunque grazie. Quanto a Obama, non lo apprezzo necessariamente per tutto (e per esempio gli aspetti bellici della politica anche illuminata degli US mi hanno sempre fatto ribrezzo), ma questo mi impedisce di abbeverarmi alla caratura politica e umana che ha.

      Rispondi
  3. Juhan dice

    10 Novembre 2016 alle 14:25

    Non sono così informato ma personalmente Obama a me piace. Tanto. Ovviamente non per tutto (Snowden, Assange, Manning, guerre varie) ma confrontandolo con le possibili alternative.
    Adesso i repubblicani hanno il controllo del Congresso e il presidente; chissà cosa possiamo aspettarci?
    Cosa faranno per il clima?

    Rispondi
  4. cloc3 dice

    10 Novembre 2016 alle 15:59

    è troppo presto ancora, per percepire soltanto la dimensione di quanto è accaduto.
    la gravità del danno.

    ma forse è possibile impostare qualche riflessione, per imparare dai nostri errori.
    si è cercato di imporre troppo a lungo un candidato impresentabile.
    bruciato dalle rughe e da una memoria meschina.

    e forse in questo si scorge un segno positivo: anche questo voto, nonostante tutto, ha espresso una verità. che al fondo della democrazia risiede comunque un bisogno intenso di autenticità. che non bisogna mai tradire, mai ingannare.

    Rispondi
  5. Andrea dice

    10 Novembre 2016 alle 16:09

    Stamattina, prima di leggere il tuo post, pensavo che così come la fisica attuale non ha ancora un modello che dia conto della materia oscura, ma se ne osserva le conseguenze in casi particolari (perdona la banalizzazione, non sono un fisico), così i modelli previsionali dei sondaggi non sono in grado di rilevare una massa oscura di persone, la cui esistenza viene rilevata in maniera indiretta tramite esperimenti chiamati elezioni. Ora, forse estrapolando arditamente, se c'è un'altra disciplina che prova a coniugare approccio matematico quantitativo a dinamiche sociali questa è l'Economia. E l'economia va male, bolle, implosioni, boom e crisi, ognuno ha la sua ricetta e la sua visione, opposta a quella di altri esperti, insomma non ci stiamo capendo nulla. Forse perché anche in questo caso i modelli sono "incompleti", incapaci di prevedere lo spostamento di masse oscure. Tutto va a rotoli, e alla fine l'unica spiegazione è che "non ci stiamo più a capire un cazzo".

    Rispondi
  6. Delo dice

    10 Novembre 2016 alle 22:26

    C'e' anche un altro effetto da considerare; il cosiddetto "Spiral of silence".
    Quando si crea artificialmente una opinione di massa (i.e. tutti i giornali attaccano una parte, gli 'artisti' fanno endorsment etc. etc.) chi non si trova perfettamente allineato a questa opinione ha la tendenza a stare zitto e non fare rumore (indipendentemente che abbiano le idee piu' o meno chiare) per evitare l'isolamento sociale.
    Oggi sul corriere c'era un interessante articolo di Pierluigi Battista che dice come gli analisti siano diventati "tifosi": le opinioni (o i desideri) rimpiazzano la scientificita'.
    Verosimilmente hanno sofferto di un forte confirmation bias...

    D

    Rispondi
  7. Fabiano dice

    11 Novembre 2016 alle 00:39

    Caro Marco,
    io invece la conosco qualche persona che negli anni ha votato, anche più volte, l'Orribile Berlu. E non sono tutti idioti. Certo, c'è l'imprenditore che adora l'elusione e l'evasione e se ne sbatte delle regole, ma c'è anche l'ingegnere brillante, onesto, di buona cultura e cervello fino. Il primo è comprensibile, ma il secondo come ha potuto? Penso che fosse nella camera a eco sbagliata. Forse ha partizionato male la sua fiducia tra le varie fonti d'informazione dando troppo peso a quelle che rafforzavano le sue convinzioni e i suoi pregiudizi.

    Non pensate neppure per un attimo di non poter fare la differenza. Sì, l'errore più grande è non protestare se qualcuno scavalca la fila, se il commerciante non ti fa lo scontrino o parcheggiare in divieto perché "tanto lì ci parcheggiano tutti". Rischiamo di sentirci sciocchi a non approfittare di certi piccoli vantaggi personali usufruiti da "tutti", ma il comportamento corretto può fare la differenza, può risvegliare qualche coscienza in bilico e indebolisce violentemente quel "tutti".

    Rispondi
  8. renato strano dice

    11 Novembre 2016 alle 09:18

    Caro Marco, ho sentito il discorso di Obama e ha colpito anche me, ma anche tu hai parole che parlano al cuore e sono felice di averti conosciuto quando sei venuto a Roma. Grazie

    Rispondi
  9. Sandrino dice

    12 Novembre 2016 alle 14:52

    Chiede stupito il blogger "chi riusciva a immaginare che fosse possibile supportare qualcuno come Trump?"
    tutti coloro che non si basano sulla propaganda disinformativa 24/24 di tv e giornaloni ma guardano il vero sentiment della gente in loco. Bastava informarsi un attimo da corrispondenti indipendenti in usa per sapere che i comizi di Hitlery erano piu' deserti di un chiosco di gelati in groenlandia mentre Trump faceva il pienone col botto, con gente in fila anche da tre ore per riuscire ad avere un posto. D'altronde il modo in cui le tv hanno tentato di dipingere trump come un dissoluto pazzoide era talmente ridicolmente esagerato che solo un bambino ingenuo poteva prenderle sul serio, lo stesso giochino patetico fatto con Berlusconi, solo che gli americani non sono (stati) boccaloni come gli italiani.

    Rispondi
    • Marco dice

      12 Novembre 2016 alle 19:04

      Caro Sandrino,

      forse dal tono del post non si capisce tanto, ma la mia era in primo luogo un'autocritica personale: è evidente che, perlomeno rispetto a alcuni argomenti, vivo un una bolla più o meno sigillata. Ci sono varie ragioni che spiegano perché mi ci trovo (e perché ci si trovino persone con percorsi e sentimenti simili al mio), ma ovviamente nessuna è una scusa, da cui l'idea di trovare un modo di muoversi fuori dalle "riserve rassicuranti" di cui parlo li sopra.

      Però posso assicurarti che la propaganda giornalistica di "tv e giornaloni" c'entra veramente poco, perlomeno per quello che mi riguarda. Le ragioni sono un po' più complesse da poterle ridurre al "ti sei fatto riempire la testa di propaganda", specie nel mio caso personale (non guardo la tv, leggo pochi giornali, e mi piace pensare che le mie fonti di informazioni siano ampie e variegate - oh, poi magari mi sto illudendo anche su questo), altrimenti non ci sarebbe mezzo mondo che si interroga, in modo più o meno intelligenti, su quanto è successo.

      Infine, permettimi di dirti che quell'"Hitlery" è veramente di cattivo gusto, e carica il tuo intervento di una sicumera partigiana che non ti fa onore.

      Rispondi
  10. GIGI dice

    13 Novembre 2016 alle 19:49

    Sono qui, Marco.
    L'intervento di Sandrino, che non si trova certo nella stessa camera a eco dove stai tu, mi porta a suggerirti di aprire tra i tuoi followers una discussione di ampio spettro: non su fatti e personaggi, ma sulle varie idee e visioni politiche.
    L'argomento può prestarsi a degenerazioni, ma potrai sempre vagliare gli interventi a tuo piacere: il blog è tuo e hai il diritto di gestirlo come ti piace.
    Se poi invece rimani sulla stessa linea tenuta fin ora, sono contento così.
    P.S. Non prendertela con Sandrino, chiunque egli sia. A Trump hanno detto di ben peggio e una battuta è sempre e solo uno scherzo. (Mio parere di liberale.)

    Rispondi
  11. Oriella dice

    14 Novembre 2016 alle 09:49

    ciao Marco, non capisco nulla di fisica e di camere a eco, ma da genitore anche io mi interrogo su che mondo lasceremo a Giulia, e che mondo produrranno E & T miei figli ventenni... Non lo sappiamo!
    Interrogarci è fondamentale, uscire dalla bolla e confrontarsi un dovere, impegnarsi personalmente e combattere la tendenza al cinismo e all'appiattimento è l'unico modo per lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato. Educare buoni cittadini è la nostra unica opzione. Proprio quello che stai facendo tu da qui (da lì).
    Buona strada.

    Rispondi
  12. My_May dice

    14 Novembre 2016 alle 21:11

    Il "fenomeno" Trump è fisica e non avere una teoria per prevederlo è un danno.
    I danno nasce principalmente dal fatto che non abbiamo alcuna teoria economica che risolva i problemi della gente, anche se sono stati in molti a vincere negli anni premi nobel corrispondenti. Se Trump ha vinto è perchè tutto il sistema ha fallito e bisogna essere anche contenti perche una volta quando un sistema falliva per terra cadevano migliaia di morti.

    Rispondi
  13. Andrea dice

    17 Novembre 2016 alle 12:25

    Non sono un lettore assiduo di questo blog, ma questo post mi è stato segnalato perché tra amici si è parlato lungamente di questo tema. Oggi, ho letto la prima analisi delle elezioni che abbia, a mio avviso un senso. Forse aiuterà altri a capire, quindi la segnalo:
    http://www.flassbeck-economics.com/clintons-loss-trumps-victory-a-progressive-analysis/

    C'è anche una traduzione in italiano (che non ho letto), qui:
    http://vocidallestero.it/2016/11/16/la-sconfitta-della-clinton-la-vittoria-di-trump-unanalisi-progressista/

    Rispondi
  14. Augusto dice

    29 Ottobre 2020 alle 12:24

    Caro Marco,
    siam qui, anni dopo, a vedere che Trump verra' rieletto. Ed a chiederci il perche'. O almeno, io credo che verra' rieletto: perche' come tanti altri anche prima di lui (Hitler fu il primo veramente tecnico, con l'aiuto di Goebbels et al) parla alla pancia ed alle paure dei cittadini. Cosa che Biden tenta disperatamente, e pateticamente, invano. La Harris si batte bene, ma temo inutilmente. E poi tentano di farla passare per afro-americana ... mah! Come se oggi non fosse stradisponibile qualsiasi informazione.
    Viviamo in tempi difficili strani e forse bui, ma non sono pessimista, dentro di me c'e' un simbolo fortissimo che grida il suo motto: e tanto piu' e' buio tanto piu' lo si vede.
    Per arrivare alla vetta che hai di frointe, dall'altro lato della valle, bisogna scendere fino in fondo: la Vita non offre ponti comodi, l'altro versante va conquistato, la discesa e' dura e spacca le ginocchia, il fondo e' buio e profondo, la salita dura e faticosa, ma la vetta e' la'.
    Sul candelabro messo sul libro, la piccola candela sembra debole, ma la sua fiamma e' viva! Lux lucet in Tenebris.

    Rispondi

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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