• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa alla barra laterale secondaria
  • Passa al piè di pagina
  • Home
  • Chi sono
  • Contatti
  • Tu che sei un fisico
  • Incontri e conferenze
  • Particelle familiari
  • Privacy

Ricercatori visibili

16 Settembre 2014 10 commenti

20140911_002.800px
Giovedì scorso, come avevo annunciato qualche tempo fa, sono stato a La Morra, dalle parti di Torino, per la scuola di dottorato SCS 2014.
Mi hanno invitato per la giornata dedicata ai blog scientifici, e, più in generale, per discutere del blog come strumento di divulgazione e comunicazione della scienza. È stata un'esperienza molto piacevole e arricchente, per ragioni che proverò a raccontare: veramente grazie a Agorà Scienza per l'invito!

Tanto per cominciare, la mattina, dietro al tavolo dei "docenti", c'erano persone di caratura indiscussa: Astrid Pizzo, che ha studiato il fenomeno dei blog di scienza in Italia ed all'estero in modo appunto scientifico; Sylvie Coyaud, che scienziata non è ma tiene un blog che di scienza si occupa, che ha portato lo sguardo e la professionalità del giornalista; e Piero Bianucci, che di divulgazione scientifica si occupa per mestiere da sempre, e su ogni possibile mezzo di comunicazione. Lì in mezzo, io giovavo il ruolo della cavia, lo scienziato che si è ritrovato a fare (anche) divulgazione della sua scienza, per molti versi quasi per caso. Discutere con i miei compagni di docenza è stato gratificante e stimolante.

 

La ragione principale per cui l'esperienza è stata molto positiva sono stati però gli studenti, quelli seduti dall'altra parte del tavolo. Quasi tutti dottorandi, qualche assegnista di ricerca, praticamente tutti scienziati, ma anche un paio di umanisti col pallino della comunicazione della scienza. Erano tutti chiaramente motivati e interessati, e in più ormai anche rodati come gruppo come solo alla fine di una scuola residenziale può succedere: cosa potevamo chiedere di più?

20140911_001.800px

Nel pomeriggio, in compagnia di Sylvie Coyaud, ci siamo lanciati in una sorta di esercitazione pratica che seguiva le tracce della discussione del mattino: come si scrive un pezzo di divulgazione per un blog, breve e leggibile da tutti? Come lo si rende interessante? Come lo si pubblicizza? Come si gestisce la discussione che potrebbe generare (perché conversazione è la parola chiave che definisce un blog, insieme a continuità), con tutti i potenziali problemi? Ne è venuto fuori questo blog tematico, con un sacco di contributi interessanti, sia per i contenuti sia per le scelte di forma fatte dagli studenti: fate un salto e andate a leggere, ne vale la pena.

 

Come sempre, a provare a insegnare si finisce anche per imparare. Da parte mia, ho imparato che questa generazione di scienziati ha molto chiara in testa l'evoluzione settaria della scienza, e non è rassegnata per niente al ruolo di soldatino della ricerca, operaio in un formicaio dove il singolo spesso perde il contatto con la visione generale dell'impresa scientifica, e, peggio, con le motivazioni che lo hanno spinto a lanciarsi in questo mestiere. Mi è sembrato essere questo il tema di fondo di tutte le discussioni, al di là delle questioni tecniche o delle analisi degli specifici strumenti: perché vale la pena provare a comunicare la scienza che facciamo? Perché ci permette di riappropriarci delle ragioni più intime che ci hanno spinti a diventare scienziati, e perché farlo è un gesto politico, che riconosce esplicitamente la natura non neutrale della visione scientifica del mondo, e il suo impatto nella formazione sociale della popolazione e dei paesi. Sapere che dei dottorando hanno in testa questo è stato molto confortante. Dove possa portare questa consapevolezza, poi, non è necessariamente chiaro (specie in Italia, con il suo sistema di baronie e la meritocrazia monca), ma mi sembra un punto di partenza importante.

Poi, naturalmente, ci sono anche gli strumenti, e la capacità di usarli. Strumenti tecnologici ma anche di comunicazione e scrittura, chiavi del buon uso della rete e della sua comprensione. Strumenti che sono importanti, e che avrebbero meritato molto più che mezza giornata per essere sviscerati. E che, scoperta che mi ha lasciato un po' basito, non sono poi così noti o compresi da questi "nativi digitali", o perlomeno non quanto mi sarei aspettato. Ma questo meriterebbe un discorso a parte, forse un'intera altra scuola, e, comunque, non è la cosa più importante.

Condividi:

  • Facebook
  • Twitter
  • E-mail

Correlati

Archiviato in:Raccontare la scienza, Scienza e dintorni Contrassegnato con: Astrid Pizzo, blog, comunicazione, divulgazione, Piero Bianucci, scienza, SCS2014, Sylvie Coyaud

Interazioni del lettore

Commenti

  1. renata dice

    16 Settembre 2014 alle 13:34

    sempre interessanti gli argomenti e gli stimoli di questo blog, tanto che anche una profana come me si sente catturata da questi argomenti perchè si percepisce nell'autore passione, competenza del proprio lavoro e allo stesso tempo un invito, amichevole e stimolante ad aprirsi a nuove conoscenze; anche questa è ricchezza e che ricchezza!

    Rispondi
  2. robi dice

    16 Settembre 2014 alle 14:46

    Bravissimo! Ma i commenti che leggo nel blog tematico sono generati da voi o sono di utenti esterni? Ciao.

    Rispondi
    • Marco dice

      16 Settembre 2014 alle 14:49

      Quelli al pezzo sull'omeopatia sono scritti da noi (io dietro alla maggior parte di quelli provocatori), faceva parte dell'esercitazione...

      Rispondi
  3. chiarofiume dice

    16 Settembre 2014 alle 15:08

    Sulla conclusione del post sento il sangue ribollire.
    Già l'espressione "nativo digitale" mi manda fuori dai gangheri.
    Se ci fosse stato il blogging, quando iniziammo ad avventurarci nel digitale, facendo buchi su schede e collezionando i nostri esperimenti di comunicazione, con i computer, in cassette di schede, perforate e gelosameente custodite .... oggi conosceremmo il digitale come una dimensione "relazionale" [con l'analogico dal quale proveniamo] e ... potremmo vivere in un "sistema" [sociale] migliore.
    Della mia estate al CERN, da samerstiudent [come direbbe un umarell bolognese] ricordo il mio gruplider che modificava un programma tappando un buco di "una" delle sue "tante" schede perforate con un rettangolino di carta e la saliva 🙂 anbelivable!!
    La cosa più importante è il modo di usarli, gli strumenti, a modesto avviso di uno spinoffato e scatterato della fisica. va mo la!

    Rispondi
    • Marco dice

      16 Settembre 2014 alle 15:16

      Ehi, ehi, piano, che poi ti scoppiano le coronarie 🙂

      L'etichetta "nativo digitale" è generica e superficiale, concordo, ma serve alla bisogna per identificare una generazione e una familiarità (almeno nella forma) con lo strumento della rete. Familiarità che spesso non corrisponde né a reale conoscenza delle potenzialità (e non parlo dell'aspetto puramente tecnologico, ma proprio di quello relazionale), né delle regole, dei rischi, delle insidie. Che ti piaccia o meno, qualcuno che oggi ha meno di trent'anni ha in tasca una potenza di calcolo che ridicolizza le tue (e mie) schede perforate, ma spesso lo usa per scemenze, non tanto perché non sa usarlo, ma perché non ha mai riflettuto su come potrebbe usarlo.

      Rispondi
  4. chiarofiume dice

    16 Settembre 2014 alle 22:15

    La potenza di calcolo serve a chi fa ricerca scientifica.
    Per renderla fruibile, quando l'interfaccia uomo-macchina era rudimentale, si fece qualcosa per aiutare i ricercatori, di ogni età, di quei tempi.
    Oggi le interfaccia macchina-macchina sono più evolute delle interfaccia persona-persona. Alla potenza computazionale si è aggiunta una potenza relazionale che dovrebbe essere usata socialmente per fini non solo scientifici.
    Credo sia urgente rimediare all'arretratezza dell'interfaccia persona-persona, dove lo stato dell'arte segna il passo da oltre 30 anni.
    Qualcuno dovrà putroppo rischiare di farsi saltare le coronarie 🙁

    Rispondi
  5. Giuliana dice

    17 Settembre 2014 alle 10:14

    Marco, grazie di tutto! E' stato un piacere conoscerti e imparare da te! Hai fatto rinascere in me l'entusiasmo di scrivere sul mio blog personale e presto ricomincerò a farlo seguendo i tuoi suggerimenti: "Quando?" "di notte invece di dormire, sovente"! 😀

    PS. Come sta Pino?

    Rispondi
  6. Marco dice

    17 Settembre 2014 alle 12:33

    Pino è ancora un po' stressato per il modo con cui lo avete trattato, ma si riprenderà (andando a blaterare altrove) 🙂

    Rispondi
  7. Giuliana dice

    20 Settembre 2014 alle 09:17

    Povero Pino! In fondo è solo un uomo semplice.. 😉

    Rispondi

Trackback

  1. Breaking Lab | ha detto:
    6 Giugno 2017 alle 13:19

    […] anche successo che Lorenzo, un altro fisico-e-divulgatore conosciuto qualche anno fa a una scuola di comunicazione della scienza, mi intervistasse per Breaking Lab, un programma radiofonico di scienza che va in onda su Radio […]

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Barra laterale primaria

Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

Barra laterale secondaria

Argomenti

  • Scienza
    • Fisica
    • Raccontare la scienza
    • Scienza e dintorni
  • Opinioni
    • Militanza
    • Mezzi e messaggi
    • Intenzioni educative
  • Sulla frontiera
    • Vita di frontiera
    • Letture e riflessioni
    • Geeking & Hacking

Footer

Iscriviti al blog tramite email

Non perderti neanche un aggiornamento! Inserisci il tuo indirizzo email per ricevere un messaggio ogni volta che un nuovo articolo viene pubblicato:

Trattamento dei dati, cookie e affiliate link

Questo sito fa uso di cookie: qui ti spiego quali sono e perché li uso, così puoi decidere se ti va bene. Uso anche Google Analytics per l'analisi delle visite e del traffico; per saperne di più, leggi la pagina sulla privacy, dove ti spiego anche come gestisco i tuoi dati se decidi di iscriverti al sito o di lasciare un commento. In certi post, alcuni dei link a prodotti venduti su Amazon sono affiliate link.

Qualche diritto riservato

I contenuti di Borborigmi di un fisico renitente sono rilasciati sotto licenza Creative Commons Attribuzione-Non Commerciale-Non opere derivate. Fatene buon uso.

Licenza Creative Commons

Copyright © by Marco Delmastro · Qualche diritto riservato

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Youtube
  • Linkedin
  • Github
Borborigmi di un fisico renitente usa alcuni cookie per funzionare al meglio. Se continui leggere o scorrere queste pagine dò per scontato che la cosa ti vada a genio. Ok! Dimmi di più
Politica dei cookie

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA