Non è una novità, la scienza e le sue implicazioni sulla società sono tra i grandi assenti dal dibattito politico italiano.
Gli amministratori pubblici, o i candidati tali, raramente si preoccupano di inserire nei loro programmi obiettivi e strumenti legati a tematiche come lo sviluppo della ricerca fondamentale, la gestione nuove tecnologie biologiche, la pianificazione energetica, tanto per citarne qualcuna a caso. Se qualche accenno a questi temi c'è, troppo spesso è vago, fondato su argomenti emotivi o ideologici, slegato da considerazioni razionali e da valutazioni sistematiche. E, purtroppo, questa disattenzione è piuttosto bi-partisan.
Ieri un manipolo di scienziati e comunicatori della scienza, partendo da una serie di scambi su un gruppo su Facebook, ha pensato di provare a ribaltare la situazione. Cogliendo l'occasione del dibattito tra i candidati alle primarie del centrosinistra, i prodi hanno stilato per i candidati sei domande, che vorrebbero toccare un po' tutti i grandi temi della scienza. Sono domande tecniche e politiche al tempo stesso, per saggiare in modo esplicito l'orientamento e la posizione di chi potrebbe trovarsi domani a legiferare. Sempre ammesso che i chiamati in causa si premurino di rispondere, e che lo facciano in modo chiaro e concreto.
Le sei domande sono sul sito de Le Scienze, ma ve le riappiccico qui sotto. Portatevele dietro ai dibattiti, pretendete che i vostri candidati (di sinistra ma anche di destra: i concorrenti dell'altro campo non sono mi a esentati! E non solo i candidati a primo ministro) vi rispondano. E soprattutto, chiedetevi qual è la vostra opinione su questi argomenti: prendere posizioni su alcuni dei sei punti potrebbe non essere banale anche per noi cittadini, visto certi preconcetti molto diffusi, per esempio a proposito delle coltivazioni OGM, delle tecniche di fecondazione assistita, o delle fonti energetiche.
P.S. Se ne parla anche su Twitter, con gli hashtag #dibattitoscienza #primarieCSX
Le sei domande
1. Quali politiche intende perseguire per il rilancio della ricerca in Italia, sia di base sia applicata, e quali provvedimenti concreti intende promuovere a favore dei ricercatori più giovani?
2. Quali misure adotterà per la messa in sicurezza del territorio nazionale dal punto di vista sismico e idrogeologico?
3. Qual è la sua posizione sul cambiamento climatico e quali politiche energetiche si propone di mettere in campo?
4. Quali politiche intende adottare in materia di fecondazione assistita e testamento biologico? In particolare, qual è la sua posizione sulla legge 40?
5. Quali politiche intende adottare per la sperimentazione pubblica in pieno campo di OGM e per l’etichettatura anche di latte, carni e formaggi derivati da animali nutriti con mangimi OGM?
6. Qual è la sua posizione in merito alle medicine alternative, in particolare per quel che riguarda il rimborso di queste terapie da parte del SSN?
salvo dice
per intanto rispondo all'ultima (posso essere rozzo?): le medicine alternative non meritano una posizione.
My_May dice
Perchè il titolo che hai scelto è "sei domande per la scienza". Se non ho capito male le domande (tecnico scientifiche) sarebbero rivolte (questa volta) ai politici. E loro non sono quasi mai scienziati. Il grande problema della politica, e dei sistemi democratici in genere, è che non esistono criteri scientifici per scegliere l'uomo politico capace di fare (con più probabilità) le scelte giuste. Una volta mi permisi di fare una propaganda contro un uomo politico che pensavo fosse inadeguato per le scelte da fare, e mi risposero che comunque era adeguato a risolvere le loro "beghe" di famiglia.
Alla fine mi è rimasto impresso un aforisma di Popper: Uno Stato democratico non può essere migliore dei suoi cittadini.
Marco dice
Come diceva a qualcuno altrove, questo post l'ho scritto con la mano sinistra sull'iPhone in macchina (e no, non guidavo io, per fortuna). Il titolo è il copia-e-incolla di quello del sito de Le Scienza, e, sebbene non bellissimo: sono domande "a favore" del ritorno della scienza nel dibattito politico.
Fabiano dice
Interessante la differenza tra le prime due e le restanti domande.
La 1 e la 2 sono questioni per cui chiunque sarebbe d'accordo nel dire che vanno risolte, si tratta solo di trovare il giusto bla bla per spiegare come. Compitino facile per un politico.
Un po' peggio le altre quattro. Lì si tratta di prendere posizione e di perdere, schierandosi, un po' di consenso da una parte o dall'altra. Il politico potrebbe giocare la carta dell'equilibrista. Speriamo di no, mi piacerebbe leggere delle risposte decise, sempre che qualcuno risponda.
My_May dice
Angela Merkel è un politico, ed è anche un fisico. Come riporta una sua biografia, si ritiene competente in economia, ma in un dibattito televisivo confonde per ben due volte il guadagno netto da quello lordo. Come se Marco confondesse per ben due volte l'equazione di Schrondinger con l'equazione famosa di Einstein di massa ed energia.
Tutto questo per dire una cosa semplicissima. Se io fossi un politico a quelle domande non potrei mai rispondere senza mai confondere l' OGM per un prodotto per lavare i piatti.
Lo so siamo messi male. Ma se Angela Merkel invece di fare il politico avesse fatto il fisico, nessuno gli avrebbe mai chiesto la differenza fra un guadagno netto e uno lordo (che poi forse si tratta di una leggenda metropolitana).
My_May dice
Visto che si stanno avvicinando le elezioni politiche (e non solo) non credo di dire una bestialità se sostengo che quelle domande sono poche. Le questioni politiche sono "complesse". Sicuramente aiuta la conoscenza del particolare, però non va mai dimenticato l'insieme. Un orologio è formato da tante parti, alcune di queste però non servono a far funzionare l'orologio, però è vero anche che chi compra un orologio si sofferma maggiormente proprio su quelle parti non strettamente necessarie, sulla loro forma o sul materiale usato. Un orologio potrebbe cioè essere bello ed elegante ma poco preciso, oppure preciso ma brutto.
Fino ad oggi noi (occidentali) abbiamo sperperato denaro pubblico. Spesso "rubato". Potevamo farlo perchè non non c'era la crisi. Abbiamo costruito orologi belli che però duravano poco e niente. Ora siamo costretti ad usare quel poco rimasto per costruire orologi funzionanti anche se brutti. Cioè l'essenza dell'orologio.
C'è sicuramente un problema di crisi della politica (ma quella da noi c'è sempre stata) ma anche di scelta del politico. Fin che le cose vanno bene e si può sperperare, tutti sanno fare i politici. Cosa volete, finanziamenti per la ricerca?...ma certo! Non ci sono problemi.
Quanti voti mi dai?
Chi è quel politico che riesce a trovare un finanziamento pubblico per una ricerca scientifica senza un contraccambio elettorale (o di altro genere)?
Pensate se ci fosse stata la Germini alle politiche di ricerca (che poi non era nemmeno tanto lontana visto che era Ministro dell'istruzione). Prima ancora di costruirlo si era già vantata di un tunnel che, non solo non c'era, ma non era nemmeno necessario.
L'esperienza Monti forse sembra dirci... guardate che è meglio mettere un "tecnico" al posto di un politico. Questo è sicuramente giusto per le politiche di settore, ma chi decide che il ministro dell'istruzione debba avere più di tot euro e il ministro per la ricerca meno di tot euro?
Alla fine va a finire che siamo tutti molto ben istruiti, però quando dobbiamo lavorare ci ritroviamo con una istruzione che non serve a nulla. Magari siamo tutti medici, oppure tutti fisici...e nessuno che sappia aggiustare un rubinetto che perde.
Ora quei pochi che stanno lavorando e i pensionati, sostengono lo stato, pagando le tasse fino all'ultimo centesimo. I pensionati che pagano le tasse, avrebbero bisogno di un po' di assistenza sanitaria (visto che l'età avanza e i problemi di salute sono più probabili) però non si comprende la ragione, pur pagando le tasse, pur avendo pensioni da fame, devono anche pagare il tiket sanitario (regionale... in quanto la regione taglia a secondo di quanto lo stato toglie) oltre al fatto di non avere alcuna assistenza domiciliare.
Dico io cosa farei se fossi un politico. Io alzerei le mani e direi che non so scegliere, perchè è impossibile farlo nel miglior modo impossibile (almeno per quanto riguarda le prime due domande). Io propongo un metodo diverso, siano i cittadini a scegliere in modo diretto. Come? Tu (singolo cittadino) quando vai a pagare le tasse decidi a cosa le vuoi destinare. Alla ricerca? Ok, metti una x su questa opzione. Ogni cittadino non può scegliere di destinare la sua parte di tasse per due volte consecutive allo stesso ente. Vedremo che le spese militari saranno praticamente azzerate. 42 miliardi di euro (si stima solo l'anno scorso) potrebbero finire a sostenere gli scavi di Pompei, oppure a mettere in sicurezza l'area di Genova dalle inondazioni.
Siccome Marco sa che mi sono innamorato del concetto di "sigma", sospetto che qualcosa del genere sarà possibile vedere in chi davvero paga le tasse. Se le tasse non le pagano in maniera equa coloro i quali dicono di aver bisogno di un appoggio economico (industrie, piccoli e medi furfanti ecc.) si noterà dalle entrate.
My_May dice
Mi scuso se dico ancora una cosina su questo tema (che sento in modo particolare...)
invento un nuovo slogan:
Liberalizziamo le tasse!
Idea che mi è venuta dall'aforisma di Popper: Uno Stato democratico non può essere migliore dei suoi cittadini.
Vediamo, i cittadini saprebbero scegliere meglio o peggio dei politici?
Ma poi, perchè dovrebbero saper scegliere meglio i politici?
Fabiano dice
@My_May: utopie.
Pensi che il popolo sia sempre in grado di fare le scelte giuste? Ricordi per chi hanno votato gli italiani nel 2001 e nel 2008?
GIGI dice
1) Vale anche per l’ istruzione in genere: Merito (prima per i docenti e
subito dopo, cioè appena possibile, per gli studenti/ricercatori)
2) Merito : affidare i programmi e le opere a chi ha cultura e capacità
adeguate.
3) Nucleare.
4) Libertà.
5) Cultura: fare chiarezza su infiniti pregiudizi ed errori (un esagerato
principio di precauzione blocca il progresso. Vale anche per il nucleare.)
6) a)Cultura.
b)Meno sono i soldi di cui lo stato ha disponibilità, minori saranno gli
sprechi e la corruzione.
Due precisazioni:1) é un libro dei sogni, a meno di una rivoluzione .
2) so che in questo blog si è molto disquisito su come valutare il merito, ma se ci troviamo in queste condizioni è anche perché mentre i più capaci ed onesti disquisivano, gli incapaci e disonesti rubavano e rovinavano il paese.
My_May dice
@Fabiano
No, non mi aspetto che facciano scelte giuste anche perchè non ci sono scelte più giuste di altre.
La mia idea (non tanto originale, visto che comunque noi operiamo piccole scelte di questo tipo a chi destinare 1 per 1000 ad esempio) vuole lasciare (come è nell'idea delle liberalizzazioni) lo sviluppo del futuro libero dalle ideologie o da errori e manchevolezze dei politici. Il discorso è questo, o siamo convinti che le strategie dei politici servano a qualcosa, e quindi pensiamo per esempio che le pazze spese militari (sottratte al nostro lavoro) siano giuste, e ce ne facciamo una ragione soprattutto se la parte di denaro che ci viene sottratto non viene destinato alla ricerca, oppure a rendere meno problematica la vita delle persone anziane, ma a comprare bombardieri, oppure ci riprendiamo il potere e lasciamo al "caso" la strategia da usare. Anche se la liberalizzazione non serve tanto a rendere casuale la scelta, anzi, serve a rendere partecipe il popolo di una scelta. E' come l'elezione politica. Se io non so a cosa devolvere una parte delle mie tasse, potrebbe essere utile una discussione di merito su quale sia la migliore strategia. Vincerà l'idea che suscita maggiore interesse. Non è detto però che vinca la migliore.
Ma non è detto nemmeno che per forza di cose debba esserci una migliore.
Lo abbiamo visto con le votazioni per il miglior sito. Ha vinto quello "più seguito". Non possiamo dire che quello sia il migliore, ma se è seguito da tante persone è "giusto" che vinca. Quando noi sponsorizziamo un'idea, non è detto che sia la migliore. Ci piace e solo perchè ci piace possiamo tentare di farla piacere a gli altri. Non possiamo però imporla! I politici invece impongono una strategia. E' questa imposizione ad essere irrazionale.
La democrazia rappresentativa oramai è da gettare nel bidone della spazzatura. E' inutile eleggere un politico che cambia in continuazione idea di quel che c'è da fare, che si spende i soldi del partito (che paghiamo noi) ai videopoker, che si compra case a spese nostre, che continua ad aumentarsi lo stipendio, che fa anche patti con le mafie. Basta!
Non se ne può più!
Serve cambiare, ed anche radicalmente, il tipo di democrazia.
Fabiano dice
@My_May: non esiste il sistema democratico perfetto. Qualunque sistema tu possa concepire avrà delle falle che i più maligni potranno sfruttare.
L'unica speranza è che i cittadini comincino a disprezzare i furbi e i bugiardi. Finché le menzogne verranno perdonate non otterremo nulla di buono. Io sono ottimista, col tempo ce la faremo. 🙂
My_May dice
@Fabiano
Lo so, non esiste qualcosa di "perfetto" anche perchè non sappiamo rispetto a cosa renderlo tale. In questo momento, ringraziando il blog di Marco, stiamo discutendo pacatamente su un concetto ideale di democrazia. Ma secondo te come ci siamo arrivati? La natura ha operato casualmente per miliardi di anni per darci la possibilità di parlare di democrazia. Ora non comprendo come potremmo noi operare meglio della natura. Si fanno tentativi, e il sistema non adatto all'ambiente perde di efficacia e si inabissa.
Questo sistema di dare soldi ai politici perchè poi operino in modo tale da fare scelte giuste si è rivelato errato. Non esiste una classe di politici che sappia, meglio della natura, come operare. Non lo sanno nemmeno gli scienziati altrimenti non avrebbero il problema dei tre corpi. Loro non sanno nemmeno come evolveranno tre corpi figurarsi se possono augurasi di capire cosa faranno 1200 politici domani. Ovviamente questa è solo una battuta... 🙂
GIGI dice
Ti invidio Fabiano, perché sono in età da pensione, pur continuando per bisogno a lavorare, e per me la speranza ormai è morta. Per ultima, ma è morta. Non ci sono più dei, sono rimasti gli uomini e che uomini...
A proposito del problema dello spreco pubblico di denaro (il punto b della mia risposta al sesto quesito) vorrei dare uno spunto di riflessione che non è mio e forse già conoscete.
Ci sono solo quattro modi di spendere il denaro:
1. Spendere denaro proprio per se stessi : si cerca di spendere il meno possibile per ottenere il più possibile
2. Spendere denaro proprio per gli altri: si cerca di spendere il meno possibile e non importa quello che si ottiene
3. Spendere denaro altrui per se stessi: non importa quanto si spende, ma si cerca di ottenere il massimo possibile
4. Spendere denaro altrui per gli altri: non importa né quanto si spende, né quanto si ottiene.
Quintum non datur.
E’ evidente che i politici e gli amministratori pubblici rientrano nel 4° e anche nel 3° caso (per es.: spese elettorali); quindi solo persone di alta moralità e specchiata onestà possono non approfittare di questa situazione e per contro questa situazione richiama personaggi di qualità opposte.
L’altra soluzione, che non esclude la prima: l'onestà, ma la semplifica, consiste nel ridurre al minimo l’ambito di intervento economico del governo. Già Adam Smith lo teorizzò nel ‘700 proponendo che i compiti dello Stato fossero ridotti al minimo indispensabile (funzione giurisdizionale, difesa, ordine pubblico).
Questo è certo eccessivo (o no?), ma in fondo non è molto diversa l’idea di My_May : “Tu (singolo cittadino) quando vai a pagare le tasse decidi a cosa le vuoi destinare.”
Condivido anche il concetto di evoluzione darwiniana delle forme politiche; ma perché non estenderle a quelle economiche?
In fondo esistono due soli approcci alle due questioni: dirigismo e liberismo.
Nel primo caso si scelgono le persone più capaci perché indirizzino la vita di tutti.
Nel secondo si lascia ad ognuno la possibilità di scegliere la propria strada entro i limiti della legge, che si può riassumere in una sintesi dei 10 comandamenti: non uccidere, non rubare, non mentire.
Ora mi sembra che sia evidente che il primo caso sia quello dell’aristocrazia: il potere dei migliori. Però sappiamo (anche la scienza ce lo conferma) che nessuno al mondo può prevedere il futuro e quindi l’indirizzo che il governo darà alla società prima o poi risulterà sbagliato e controproducente e questo sempre dopo aver fatto gravi danni.
Il secondo indirizzo è il vituperato liberismo che assomiglia tanto al meccanismo dell'evoluzione che da protocellule è arrivata fino a noi. L’obiezione che l’evoluzione sia feroce non è valida in senso darwiniano e in senso sociale può essere facilmente superata dai valori etici di cui l’evoluzione stessa ci ha dotati.
Marco, scusa se un vecchio liberale scrive queste cose nel Blog di un “catto-comunista”. 😉 Non ho mai nemmeno sfiorato l’argomento, ma credo che il paese ora si trovi nella situazione in cui ognuno debba chiarire le proprie idee. Ci sono liberali anche nel PD.
My_May dice
@GIGI
Purtroppo io non sono un "liberista". Sono peggio del più incallito comunista (anche se non li ho mai votati). Ma mi arrendo difronte all'idea che è impossibile farmi rappresentare da qualcuno che non sia io stesso. Non faccio errori diversi dai loro, ma almeno spero che aumentando il numero dei partecipanti alla vita politica, gli errori diventi solo un "rumore di fondo" (per questo ho parlato di sigma in precedenza). Se io invece mi faccio rappresentare da 1000 stupidi, l'errore diventa troppo evidente. Non so... sto cercando un rapporto matematico e statistico che tenti di giustificare l'idea che sia meglio decidere ognuno per proprio conto che farsi rappresentare da qualcun altro.
GIGI dice
@My_May.
Non voglio convincere nessuno, nè proporre soluzioni miracolistiche e realizzabili.Voglio solo proporre qualche provocazione e qualche dubbio.
La situazione della divulgazione scientifica in Italia è pessima, vedi ad esempio la credulità diffusa sull'omeopatia.
La divulgazione della cultura politica e soprattutto economica è peggio: quasi tutta sbilanciata da una parte. Non è male informarsi su basi scientifiche, perché altrimenti si può finire per credere ai miracoli dell'omeopatia: cura tutto e soprattutto non ha effetti collaterali. 🙁
GIGI dice
P.S.: ISTITUTO BRUNO LEONI.
http://www.brunoleoni.it/default.aspx
Presidente prof. Nicola Rossi: deputato DS nel 2001, senatore PD nel 2008, ora nel gruppo misto.
http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=0000002165&level1=0000002165
My_May dice
@GIGI
Sulla "scientificità" dell'omeopatia basta avere solo un po' di cervello e farlo funzionare, non c'è nemmeno bisogno di leggere libri divulgativi.
Diverso è il discorso sulla scientificità della politica e dell'economia.
Mentre l'omeopatia vorrebbe guarire il male ma non sembra introdurne altri, la politica e l'economia rischiano di introdurre altri mali e di non guarire quelli che ci sono.
Non fa male un prodotto che non guarisce dal male ma non ne introduce altri, fa molto male invece qualcosa che invece di risolvere un problema lo introduce. Bisogna stare attenti quindi alla politica e all'economia tanto quanta è l'attenzione che bisogna avere nell'assumere medicine "ordinarie".
Quindi è ovvio che politiche ed economie senza effetti collaterali non ce ne sono. Però è anche vero che se una certa politica ed una certa economia viene somministrata ad un paziente sano o ad un paziente che ha bisogno di una medicina diversa, allora la terapia va cambiata, va cambiata la politica e l'economia.
Le cose che non funzionano sono le "ideologie". Attenzione non le idee. Quelle possono essere applicate alla lettera per 10 anni e poi cambiate in quanto il mondo cambia. Mentre sembra che le ideologie debbano rimanere per sempre a regolare tutte le idee. Non è così. Oggi può andar bene un'idea liberale, domani potrebbe andar meglio un'idea comun(ista). Dipende da quali sono le esigenze. Oggi in Italia abbiamo l'esigenza di sottrarci dall'egemonia partitica, di mettere loro dei paletti, di non fargli fare il bello e il cattivo tempo... Domani magari forse ci affideremo al "principe illuminato" (che nella storia, mi è sembrato l'unico sistema funzionante, ammesso di incappare davvero nell'illuminato).
Fabiano dice
@GIGI: Penso che non si possa andare verso il liberismo in una nazione in cui il popolo non ha la cultura della cosa pubblica. Rabbrividisco quando sento dire che dovrebbe essere "permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge". Le aziende spesso sono disposte a fare bassezze contro i più basilari principi di trasparenza e interoperabilità, pur restando perfettamente nei limiti di legge. Non sono "catto-comunista", ma nemmeno liberista, una sana via di mezzo sarebbe utile.
Riccardo dice
il mondo sara recuperabile dopo la diffusione di tutto il petrolio