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Giungla d'asfalto

3 Ottobre 2008 15 commenti

Il tragitto da casa al CERN dura esattamente quanto l'ascolto di Jungleland, traffico compreso. Non male per uno che ha pendolato per quattro anni tra Torino e Milano... "just a look and a whisper, and they're gone..."

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Archiviato in:Vita di frontiera Contrassegnato con: musica, rock

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Commenti

  1. Andrea dice

    3 Ottobre 2008 alle 11:52

    Meno di 10 minuti???? Mi verrebbe da dire "che invidia", poi ho pensato che alla fine stai lavorando quindi sto zitto 🙂

    Rispondi
  2. Andrea dice

    3 Ottobre 2008 alle 11:53

    Ops, ho dimenticato "che stai lavorando in un altro stato", così ha più senso

    Rispondi
  3. Max dice

    3 Ottobre 2008 alle 12:21

    ... nei miei 50 minuti per arrivare in ufficio ci sta una romanza medievale intera con commenti annessi 🙁
    Sia benedetta Internet che mi risparmia la tortura qualche giorno al mese 🙂

    Max

    Rispondi
  4. Marco dice

    3 Ottobre 2008 alle 12:21

    Oh beh, in bici me ne ci vogliono circa 20, più cinque per cambiarmi e sciacquarmi le ascelle nei bagni del CERN...

    Se abitassi a Ginevra dall'altra parte del lago probabilmente ci metterei 40 minuti, che è una delle ragioni per cui abito in Francia. Le distanze brevi tra lavoro e casa sono uno degli indicatori di qualità della vita, e - dopo anni di fegato marcio contro Trenitalia - me le godo senza ritegno! 🙂

    Rispondi
  5. tommaso dice

    3 Ottobre 2008 alle 12:37

    Stai cercando di applicare delle tecnologie principe della Fisica Nucleare al miglioramento della Sicurezza Stradale come chiede Burrasca ?

    Rispondi
  6. Marco dice

    3 Ottobre 2008 alle 12:47

    Naa, per quello penso basti il buddismo zen, il rock'n'roll, o la bicicletta... 😛

    Rispondi
  7. Sara dice

    3 Ottobre 2008 alle 13:31

    Oh, ma la Francia è bellissima! hai scelto bene 😀 E poi Ginevra è troooppo incasinata!
    Eeeehhhh.... un po' (tanto) ti invidio...... 😉

    Ciao

    Rispondi
  8. Max dice

    3 Ottobre 2008 alle 17:33

    Trenitalia, liberta' di viaggiare.... in compagnia.
    10 giorni fa ho preso il mio primo treno dopo 10 anni di latitanza... prima classe, giusto per non subire lo chock in un colpo solo, e ho avuto la conferma che le cimici gradiscono le nostre beneamate FS.
    Ce n' era una che svolazzando e posandosi qua e la mi ha fatto compagnia per un paio d' ore....

    Max

    Rispondi
  9. Marco dice

    3 Ottobre 2008 alle 18:07

    La Francia lontano da Parigi è una bellissima e abbandonata campagna medioevale. meno male che c'è la Svizzera dietro l'angolo per i confort moderni... 🙂

    Rispondi
  10. burrasca dice

    3 Ottobre 2008 alle 21:21

    Sulle Origini degli Universi:

    1) La meccanica quantistica è una descrizione della realtà fisica a carattere prettamente statistico. Pertanto, le descrizioni della meccanica quantistica non hanno senso se non quando sono applicate ad una popolazione di individui (o fenomeni) "statisticamente significativa" (un numero qualsiasi più grande di 1; 2 già va meglio ma non benissimo, 10 meglio ancora, 1'000 molto meglio, 1'000...000 meglissimo!)

    2) Si sta cercando una descrizione dell'origine dell'Universo sulla base di un modello che si rifaccia alla meccanica quantistica. Se una tale descrizione dell'Universo di carattere meccanico quantistica è valida, l'Universo non può non costituire anch'esso una "popolazione statisticamente significativa". Di nuovo, 1 "NON VA BENE", non è una "popolazione statisticamente significativa", 2 già va meglio, 10 meglio ancora... 1'000...000 non può che essere la realtà.

    3) Pertanto, o un'interpretazione dell'Universo secondo la meccanica quantistica è valida (e allora ci sono N (con N grande a piacere) "Multiversi" e non "Un Solo Universo") oppure l'Universo è unico, e una iterpretazione delle sue origini sulla base della meccanica quantistica "non è possibile", giacché un solo Universo non è statisticamente significativo, e la meccanica quantistica non sarebbe applicabile. In quest'ultimo caso, cioè quello di un Universo unico, possiamo buttare, per così dire, nel letamaio il Modello Standard, la teoria delle stringhe, la Supersimmetria, il bosone di Higgs e forse anche l'LHC.

    Il problema successivo è: Se esistono N Universi, possono comunicare in "qualche modo" fra di loro, e se sì... come?

    Ma questo è tutto un altro problema!
    :o)

    Grazie a Tommaso per aver comunque riproposto un breve ricordo dei temi a me cari (Sicurezza Stradale)!
    :o)

    Vi seguo sempre (...ma non è una minaccia, è solo un segno di stima!)
    :o)

    Rispondi
  11. My-May dice

    3 Ottobre 2008 alle 23:47

    Mi piace la statistica della meccanica quantistica applicata da Burrasca al multi-universo. Però vorrei ricordare che è possibile (con questo non indico alcuna probabilità, ma solo che è possibile ed esiste una ipotesi del genere) un multi-universo senza per questo richiamare i "molti mondi" propri della m.q. secondo Everett.

    @Marco
    "Le distanze brevi tra lavoro e casa sono uno degli indicatori di qualità della vita"
    -vero, per non parlare della possibilità di pagare tutte le bollette online senza fare estenuanti quanto inutili file alla posta (io però continuo a pagare alla posta), o farsi una fotocopia con la fotocopiatrice o il fax personale senza dover andare presso il centro piu vicino per ottemperare alle eventuali necessità. Per non parlare della signora della casa che quasi ogni giorno benedice chi ha inventato la lavatrice. Io ho tentato di saperlo, ma pare non abbia un nome, solo che pare sia nata in America... I telefoni cellulari hanno qualche controindicazione invece, ma cavolo quanto sono utili quando ti si scassa la macchina in aperta campagna... e per non parlare di internet, un clikk e mi informo di qualsiasi cosa senza fare inutili e costosissime telefonate.
    Non riesco ad immaginarmi cosa possa essere la vita fra 100 anni (non credo di avere possibilità di arrivarci...e non credo si tratti solo di mancanza di probabilità).

    Rispondi
  12. QL dice

    4 Ottobre 2008 alle 11:19

    Probabilmente finiremo come in un racconto di H.G.Wells, tanti macrocefali mingherlini popolanti le viscere della terra e immersi in liquidi nutritizi che ci permetteranno di nutrirci senza masticare nè digerire. Così potremo finalmente realizzare il sogno più grande di tutta l'umanità: vegetare dal mattino alla sera, notte compresa. Io ringrazio le difficoltà che A VOLTE sono presenti in Italia (la situazione non è così drammatica come la fate sembrare voi) perchè mi permettono di restare cosciente di quanto poco scontati siano le comodità moderne, basterebbe ad esempio un bel black out che duri abbastanza a lungo e addio Internet, addio cellulari, addio elettrodomestici, addio luce elettrica, addio.... fate voi cosa. Ormai non siamo dipendenti, siamo SUCCUBI della corrente elettrica, perchè forse non ve ne rendete conto ma TUTTO ormai funziona ad elettricità e se qualcuno volesse invaderci e conquistare un Paese con successo e riducendo al minimo le spese non dovrebbe fare altro che costruire un EMP abbastanza potente e usarlo, saremmo completamente indifesi e disperati da arrenderci senza nemmeno combattere.

    Rispondi
  13. QL dice

    4 Ottobre 2008 alle 11:22

    Ah, a proposito, quanti Km... pardon... centinaia di metri riuscite a fare prima che comincino a dolervi i piedi? xD

    Rispondi
  14. Rino dice

    6 Ottobre 2008 alle 17:17

    a proposito di CERN, giorni fa mi è successa una cosa particolare...
    ...e ovviamentene ho scritto anche nel mio blog,
    mondoaparte.wordpress.com/
    😉

    Rispondi

Trackback

  1. Show a little faith, there’s magic in the night | Borborigmi di un fisico renitente ha detto:
    28 Febbraio 2016 alle 15:27

    […] (Pochi album sono stati importanti per me quanto questo - che ovviamente ho ascoltato per la prima volta anni dopo l'uscita. È stato uno dei miei primissimi regali a Irene, consegnato al lume delle candele di un'osteria di Torino che amavamo molto. Ascoltatelo tutto, di nuovo, stasera, prima di spegnere la luce. The poets down here don't write nothing at all, they just stand back and let it all be) […]

    Rispondi

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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