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La futura strategia per la fisica delle particelle in Europa, a Parigi

20 Gennaio 2025 15 commenti

Sono seduto su un treno che va da Ginevra a Parigi, diretto a un simposio dove cercheremo di tirare le fila sulla posizione della comunità scientifica francese rispetto al prossimo aggiornamento della Strategia Europea per la Fisica delle Particelle.

Cos’è la Strategia Europea per la Fisica delle Particelle? Diciamo che è (o vorrebbe essere) un po’ come una bussola per il futuro della nostra disciplina: un documento che ogni pochi anni la comunità europea aggiorna per fissare priorità e obiettivi. È un esercizio collettivo, coordinato dal Consiglio del CERN, in cui fisici, istituzioni e governi decidono quali sfide affrontare e quali strumenti sviluppare per esplorare le grandi domande sull'universo. Dal sostenere il pieno sfruttamento di LHC a preparare nuovi progetti ambiziosi come futuri acceleratori, la Strategia punta a mantenere l'Europa in prima linea nell’avanzamento della conoscenza fondamentale.

La Strategia non è un documento statico. Viene rivista ogni sette anni attraverso un processo di consultazione. L’ultima versione è del 2020 e, nel corso del 2025, entreremo nel vivo con una serie di tappe cruciali, schematizzate nel grafico qui sotto:

Tutta la comunità scientifica è invitata a contribuire con "input papers" che delineano idee, proposte e priorità. Seguiranno workshop di discussione, dove fisici, tecnologi e ingegneri si confronteranno sui progetti con il potenziale di trasformare il panorama scientifico nei decenni a venire. Queste tappe si ripetono su più livelli: inizialmente in università e laboratori locali, poi a livello nazionale, fino a metà 2025, quando tutti i contributi saranno integrati. Il CERN Council, con il supporto di un comitato dedicato, analizzerà le proposte e, nella prima metà del 2026, approverà una nuova versione della Strategia.

Il simposio a cui sto andando è la tappa conclusiva del processo nazionale francese, che porterà alla stesura di un documento che sintetizzi il posizionamento della Francia. Altri paesi, come Germania, Italia o Svizzera, hanno già concluso il loro percorso, e le loro posizioni sono note da alcune settimane. La Francia è in una posizione delicata: è, insieme a Germania, Regno Unito e Italia, uno dei maggiori finanziatori del CERN, ma è anche uno dei due stati ospiti, dato che il laboratorio e i suoi acceleratori si trovano principalmente in territorio francese. Capire la posizione della comunità francese è quindi importante e, per certi versi, determinante.

Qual è la posta in gioco? La fisica delle particelle è in un momento di transizione. Sebbene restino ancora circa 15 anni di attività per LHC, è tempo di iniziare a pianificare il prossimo acceleratore. Tra i progetti emersi, il più promettente sembra essere FCC (Future Circular Collider, futuro collisionatore circolare), un nuovo acceleratore circolare di circa 90 km che attraverserebbe il lago Lemano, passando vicino ad Annecy (dove si trova anche il mio laboratorio, il LAPP). È un progetto ambizioso articolato in due fasi: una prima, FCC-ee, con un collisionatore elettrone-positrone per misure di precisione sul bosone di Higgs e altre particelle note; e una seconda, FCC-hh, con un collisionatore protone-protone che raggiungerebbe energie fino a 100 TeV, quasi 8 volte quelle di LHC, per esplorare le frontiere inesplorate al di là del Modello Standard.

Se il progetto FCC è convincente dal punto di vista scientifico per la maggior parte della comunità scientifica, non mancano gli ostacoli sociali e politici. Ve ne cito un paio, da approfondire magari poi in un’altra occasione. La Cina sta progettando un suo collisionatore elettrone-positrone, il progetto CEPC: se dovesse farsi, varrebbe ancora la pena avanzare sulla fase FCC-ee in Europa? O invece dovremmo puntare direttamente alla fase FCC-hh (peraltro molto più lontana nel tempo, anche a causa di limitazioni tecnologiche che richiederanno ancora parecchi anni di R&D) e nel frattempo associarci al progetto cinese? Costruire e far funzionare un progetto come FCC ha dei costi importanti, non tanto economici quanto di potenziale impatto ambientale ed energetico: vale la pena sostenerli? Personalmente ho le idee piuttosto chiare su entrambe le questioni (penso che la centralità dell’Europa nella fisica delle particelle vada preservata a ogni costo e non sarei molto contento di andare a lavorare su un acceleratore cinese). Penso poi anche che esistano strategie per mitigare gli eventuali impatti ambientali ed energetici di un progetto come FCC, che, se si guardano bene i numeri — perché alla fine il punto è sempre quello: bisogna confrontarsi con i valori quantitativi, messi in prospettiva con altre realtà esistenti —, resta un progetto abbordabile e gestibile.

Come andrà la discussione con i colleghi francesi? Spero che riusciremo a trovare un consenso chiaro e scientificamente valido. Io, di certo, farò del mio meglio per contribuire a un risultato positivo. Vi tengo informati.

Sono arrivato a Parigi, si comincia...

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Commenti

  1. Alba Parisi dice

    20 Gennaio 2025 alle 14:03

    Buon lavoro Marco!

    Rispondi
  2. roberto kersevan dice

    20 Gennaio 2025 alle 14:16

    " Costruire e far funzionare un progetto come FCC ha dei costi importanti, non tanto economici quanto di potenziale impatto ambientale ed energetico: vale la pena sostenerli? "

    Salve:

    L'impatto ambientale e' dell'ordine di grandezza di altri impianti simili: gli svizzeri stanno pensando al raddoppio di una delle loro grandi gallerie ferroviarie ed il volume di rocce da estrarre e' simile, se non maggiore.

    Dal punto di vista energetico e' un NON-problema: sono solo gli storditi "verdi" antinucleari svizzeri (per cominciare, cantone di Ginevra) e groppuscoli francesi locali che si oppongono.

    Se c'e' una cosa che e' abbastanza avanzata nello studio di FCC e' proprio la parte geologica, che e' partita come programma di studio gia' da parecchi anni (vedasi presentazioni a svariate conferenze annuali della serie FCC Week).

    Il CERN storicamente e' attaccato alla rete Francese, che genera la sua elettricita' con le minori emissioni del continente (forse seconda dietro la Svezia che ha tanto idroelettrico e nucleare). La Francia nel 2024 ha avuto un bilancio netto di EXPORT di elettricita' di piu' di 50 TWh, il consumo totale del CERN e' di 1,3 TWh, ed aumenterebbe di poco con FCC). Non manca energia, quindi, tantomeno pulita, senza CO2 (ne' particolato fine).

    Se il CERN cadra' nella trappola di voler accontentare i decrescionisti "verdi" (che verdi non sono, sono solo ideologicamente schierati contro il nucleare, per principio) allora sara' la fine della fisica delle particelle in Europa. Attenzione!
    Ho vissuto personalmente un momento analogo con la chiusura per finti motivi (solo politica) di SSC in Texas nel 1993, spero non succedera' lo stesso in Europa col CERN... ma i segnali che ricevo dalle news ANCHE AL CERN mi dicono che non siamo al riparo da derive ambientaliste-decrescioniste.
    Esempio: il CERN avrebbe (secondo presentazione di inizio anno di qualche giorno fa) firmato dei PPA (Power Purchase Agreement) per circa il 10% del suo consumo elettrico totale (130 GWh/anno) con tre mega-impianti francesi... fotovoltaici!... tecnologia che NON potra' mai assicurare il funzionamento di acceleratori che necessitano per forza energia elettrica 24h/24. E' pazzia pura... serve solo a "tranquillizzare" la delegazione tedesca, non veramente a fornire energia quando serve quanto serve a basso costo.

    Buon viaggio e meeting a Parigi.

    Rispondi
    • Marco dice

      20 Gennaio 2025 alle 15:18

      Ciao Roberto, per quello che mi riguarda non devi convincermi!

      Sono convinto che l'impatto ambientale di FCC sarebbe trascurabile (pochissimo CO2 prodotto durante la fase di costruzione rispetto a praticamente tutte le altre attività umane), e consumo energetico di fatto "decarbonato" (come si dirà in italiano?) grazie appunto al nucleare francese. Ma, come sicuramente sai, la quantità di colleghi "ecoansiosi" non è piccola, e serve veramente fare un lavoro di convincimento sicuramente all'interno prima ancora di andare a spiegare al pubblico le stesse cose.

      Quando pongo la domanda (retorica) "vale la pena sostenere i costi di un progetto come FCC?" lo faccio perché ovviamente l'unico modo per non avere un impatto ambientale è non fare nulla (e morire rapidamente 😉 ), e penso che sia allora importante chiedersi (anche) per che cosa valga la pena investire il nostro uso di risorse ed energia.

      Rispondi
      • roberto kersevan dice

        20 Gennaio 2025 alle 17:37

        Apprezzo la tua posizione, meno male che la pensi cosi'.
        La prima volta che ho sentito un, come lo chiami tu, eco-ansioso era nel lontano 2014, ad un workshop Higgs Factories a Pechino. L'ultimo giorno del workshop ci fu una sessione su consumi energetici, un paio di presentazioni su klystron ad alto rendimento, cose cosi'... poi durante una breve discussione un collega francese del CNRS di Parigi (o da quelle parti) disse che secondo lui se un progetto necessita "troppa" energia allora vale la pena non farlo. Rimasi a bocca aperta, giuro!...

        Rispondi
  3. Stefano dice

    20 Gennaio 2025 alle 15:01

    Sbaglio o ho sentito dire che la Germania vorrebbe ridurre in maniera SENSIBILE la sua partecipazione economica al CERN? Sarebbe un bruttissimo segnale...

    Rispondi
    • Marco dice

      20 Gennaio 2025 alle 15:19

      Hai qualche referenza a proposito? L'ultimo documento tedesco rispetto al futuro, la strategia e FCC era piuttosto positivo (nonostante qualche tempo fa le remore fossero maggiori).

      Rispondi
      • Stefano dice

        20 Gennaio 2025 alle 16:40

        Ho fatto una veloce ricerca e ricordavo bene.
        Non so, tuttavia, quanto sia attendibile la fonte...

        https://ilmanifesto.it/cern-fisica-ue-a-rischio

        Rispondi
    • roberto kersevan dice

      20 Gennaio 2025 alle 17:45

      Il ministro tedesco (o altro funzionario altolocato) aveva "capito male" il costo di FCC, il profilo di spesa del progetto: e' chiaro che se si parla di (ipotizzo) 15 miliardi in tutto ma non spieghi che saranno spesi 5-8 per la costruzione in 10 anni o quasi a partire non da subito, e il resto saranno spesi come OPEX (piu' che altro corrente elettrica, i cui costi stanno esplodendo in Europa)... ma pensi che bisognerebbe tirar fuori i 15 miliardi tutti assieme adesso... beh, e' normale che uno dica che gli sembrano tanti soldi, e vuole pensarci. In realta' la costruzione sarebbe fatta in gran parte con il livello di finanziamento corrente, e ci vorrebbero degli "aggiustamenti" in occasione di particolari componenti della macchina.
      Abbiamo fatto un lavoro di riduzione al massimo dei costi, per quel che riguarda la macchina, circa un anno fa, dopo che un comitato internazionale di revisione aveva sollevato parecchi dubbi e fornito molte indicazioni su dove limare i costi. In alcuni casi, almeno per il sottosistema del quale mi occupo io, abbiamo dovuto cambiare soluzione tecnologica, perche' quella ottimale (prestazioni) costava "troppo".

      Rispondi
      • Stefano dice

        23 Gennaio 2025 alle 20:06

        Grazie mille per il chiarimento!!

        Rispondi
  4. yopenzo dice

    20 Gennaio 2025 alle 17:41

    Ovviamente questo non è il posto giusto per fare un'osservazione del genere (faccina che ride) ma io credo che a un certo bisognerà fermarsi su questo fatto di creare collisori sempre più giganteschi, perché alla fine la domanda che uno si pone è: bellissima la conoscenza della struttura ultima della natura, Higgs? stupendo! e tutte quelle particelle che vivono in nanosecondo ma forse con un acceleratore di 3mila km scopriremo quelle che vivono un attosecondo e poi buonanotte… ma questi giocattoloni a venire e tutti i miliardi che si ciucciano, a parte dar da lavorare a un sacco di persone, dai muratori ai postdoc e applicare e magari sviluppare roba da ingegneri di tutti i tipi (se non altro quello), alla fine si ripagheranno sul serio tipo con viaggi nel tempo, teorie del tutto, la mitica Nuova Fisica? O saremo ancira qui a dirci: ma magari con uno di 40 mila kilometri… (risposte del tipo ma non possiamo sapere in anticipo cosa ci riservano le scoperte scientifiche quindi andiamo avanti come fece Cristoforo Colombo con la scoperta delle Americhe che chiselosarebbemaidetto, non saranno accettate (faccina col monocolo)).

    Rispondi
    • roberto kersevan dice

      20 Gennaio 2025 alle 17:53

      "ma questi giocattoloni a venire e tutti i miliardi che si ciucciano,"

      Sei fuori strada: per ogni Euro investito in un progetto come FCC ce ne sono un po' piu' di 2 che "rientrano", in varie forme.

      Questo e' il risultato di uno studio multidisciplinare durato svariati anni da parte di un gruppo dell'universita' statale di Milano, che ha presentato i suoi risultati a un paio di conferenze internazionali, della serie FCC Week.

      "O saremo ancira qui a dirci: ma magari con uno di 40 mila kilometri…"

      No: quello che lo propose, un acceleratore grande quanto la terra, era uno MOLTO famoso, un premio Nobel della fisica italiano... che purtroppo non aveva ancora intuito (non ne ha avuto il tempo, e' morto giovane) che la tecnologia avrebbe permesso di ottenere grandi energie con "piccole" dimensioni.

      Purtroppo per poter giudicare progetti scientifici cosi' ci vuole un minimo di conoscenza specifica, senno' si dicono stupidaggini, o cose senza senso.

      Se lasciamo la decisione o diamo valore all'opinione di quelli che ne capiscono zero inevitabilmente prenderemo la decisione sbagliata. Questo vale non solo per FCC, ovviamente, ma in generale.

      Rispondi
      • yopenzo dice

        20 Gennaio 2025 alle 18:00

        Magari se le leggi meglio cosa ho scritto puoi rispondere con argomenti di sostanza e non banali luoghi comuni tipo "diamo valore all'opinione di quelli che ne capiscono zero", che lo puoi dire a tua sorella, Einstein in incognito.

        Rispondi
        • roberto kersevan dice

          20 Gennaio 2025 alle 18:15

          Ho risposto a due tuoi punti in maniera precisa, cosa vuoi di piu'?

          Su FCC ci lavoro dal 2013, quando e' partito al primo meeting all'universita' di Ginevra, pensa un po'.

          Quanto all'incognito cerca di non fare il clown come fai su twitter/X: mi firmo con nome e cognome. qui l'unico in incognito sei tu, furbetto.

          E con questo chiudo con te, sei tempo perso.

          Rispondi
          • yopenzo dice

            20 Gennaio 2025 alle 18:28

            Scusami Marco, ma gli è che questo tale lo “conosco” bene dal blog che Antonello Pasini aveva su
            Le Scienze, dove il tale per mesi e con tono arrogante ha sparato raffiche di minkiate inenarrabili sul clima (ma non solo) firmandosi Robertok01 o roba simile: il classico fisico presuntuoso, tuttologo sbalestrato che ha capito tutto lui e gli altri sono imbecilli.
            Ho finito anch'io.

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  1. Il CERN rilascia lo studio di fattibilità di FCC | Borborigmi di un fisico renitente ha detto:
    2 Aprile 2025 alle 18:43

    […] Va però sottolineato che questo documento è uno "solo" uno studio di fattibilità: serve a mostrare come e cosa possa essere realizzato, dove e con quali costi, ma non rappresenta ancora una decisione definitiva da parte degli Stati membri del CERN per la costruzione del progetto. Questa decisione arriverà eventualmente più avanti, alla fine del processo di aggiornamento della Strategia Europea per la Fisica delle Particelle, di cui avevo già parlato qui. […]

    Rispondi

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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