Il 29 settembre di quest'anno ricorrono i 70 anni dalla fondazione del CERN. Settant'anni sono un traguardo di tutto rispetto per chiunque, ma lo sono in particolare per un'istituzione che, nata appena dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, per tutta la seconda metà del 1900 e il primo quarto dei 2000 ha rappresentato un faro per la scienza, intesa come impresa comunitaria e sovranazionale, e un motore di collaborazione tra i popoli, con l'ambizione di proseguire in questo ruolo nei decenni futuri.
Nel corso di tutto il 2024 sono previste diverse celebrazioni, dalle più ufficiali a quelle meno formali. Tra una decina di giorni, il 1° ottobre, ci sarà, per esempio, la celebrazione ufficiale, che prevede la presenza dei capi di stato di tutti gli Stati membri. Sono però previsti anche eventi più familiari, che rispecchiano bene lo spirito comunitario che si respira nel laboratorio, tanto più importanti dopo il periodo del COVID, che ha visto anche la vita comune al CERN declinare in favore del telelavoro e delle interazioni virtuali, per mezzo di chat e videoconferenze.
Martedì scorso, il 17 settembre, ha avuto luogo il "CERN70 Community Event", una grande festa per tutti coloro che lavorano al CERN a vario titolo, e per le loro famiglie. Ovviamente ci siamo andati anche Irene, Giulia ed io, e abbiamo ritrovato, sotto i tendoni e davanti al palco montato in mezzo agli edifici del sito del CERN di Meyrin, amici e colleghi con le loro rispettive proli, ma anche i grandi vecchi del laboratorio e le nuove leve: gli studenti e i giovani ricercatori che popolano il laboratorio in questi giorni. È stata una bella festa, con parecchia musica di bande locali – nel senso di bande composte almeno in parte da persone che lavorano al CERN – ma anche dell'Orchestre des Nations e di un paio di ex-membri dei Supertramp, che hanno tenuto un concerto veramente notevole. Tutto l'evento è stato registrato, quindi, se vi interessa vedere l'esibizione della Canettes Blues Band o delle Les Horribles Cernettes, potete recuperare l'intero video. Vale probabilmente la pena dare almeno un'occhiata all'ingresso di Steve (che, quando non canta, è un fisico di ATLAS) e degli altri sulla loro bluesmobile:
Alla festa c'era posto veramente per tutti, comprese delle animazioni per i bambini, che hanno potuto persino scrivere coi gessetti colorati sui muri del Building 40 (dove si trova il mio ufficio e quello dei miei colleghi di LAPP al CERN). A imperitura memoria ho fotografato le firme di Giulia e delle sue amiche che, nonostante abbiano tutte 15 o 16 anni, non hanno esitato a lasciare il loro segno in mezzo ai disegni dei bambini più piccoli:
Di tutte le cinque ore della festa potrei parlarvi a lungo, ma c'è un aspetto che mi preme sottolineare. Come mi diceva Irene il giorno dopo, in pochi altri posti al mondo come al CERN si percepisce un'atmosfera così unita, che trapassa le generazioni e accomuna persone dalle radici culturali molto diverse, ma che condividono uno scopo comune. La festa è stata un bell'esempio di questa atmosfera. Questo spirito ha trovato il suo culmine nel discorso di Fabiola, nel mezzo delle celebrazioni, tra l'esibizione delle Les Horribles Cernettes e quella dell'Orchestra delle Nazioni, discorso che ho ritagliato dal video e che metto qui sotto. È in un misto di inglese e francese (come si parla tipicamente da queste parti), ma i messaggi principali si capiscono bene (riporto qualche passaggio per chi non mastica le lingue straniere). Non fate troppo caso alle battute dei presentatori nell'introdurre Fabiola, sono fisici e fanno quello che possono... 😉
Oggi la comunità del CERN è composta da oltre 17.000 persone di più di 110 nazionalità, un incredibile crogiolo di culture, lingue e tradizioni. Per noi che lavoriamo qui, questa diversità ricca ed arricchente è diventata una parte naturale della nostra vita quotidiana. Ma in un mondo dove i conflitti tra nazioni, culture e religioni persistono, questo è una risorsa molto preziosa, e un dono da non dare per scontato.
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Ci è voluta molta audacia perché i nostri predecessori inventassero e costruissero strumenti e tecnologie che non esistevano, e seguissero strade che sfioravano l'impossibile. Lo stesso impegno e spirito sono necessari oggi per gestire LHC, gli esperimenti e l'infrastruttura di calcolo ben oltre gli obiettivi per i quali erano stati inizialmente concepiti, e per migliorarli per la fase successiva di LHC. Sono sicura che la comunità dimostrerà la stessa tenacia e determinazione quando si tratterà di discutere e decidere il futuro del nostro campo e del CERN. Sapete che stiamo preparando il terreno per l'imminente annuncio della Strategia Europea, che scriverà i prossimi capitoli nella storia del CERN. Posso promettervi che il CERN ha un futuro brillante e fantastico. Il CERN ha un futuro molto promettente e lo sta già preparando.
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Luoghi come il CERN mostrano ciò che l'umanità può raggiungere quando smettiamo di litigare e ci concentriamo sul bene comune. Luoghi come il CERN danno speranza per un mondo migliore.
P.S. Segnatevi quella "Strategia Europea" di cui parla Fabiola, ne riparleremo presto 😉
P.P.S: A fine serata – Irene e Giulia erano già rientrate, ché il giorno dopo c'era scuola e la sveglia sarebbe stata presto – ho fatto ancora un giro tra il Building 39 e il Building 40, dove era installata la zona di gioco per i bambini più piccoli. C'erano ancora parecchi minorenni a giocare, e le due scritte al neon si vedevano finalmente bene al buio: science is magic that works; the future is yours to create.
Juhan dice
Grazie, mitiche Les Horribles Cernettes molto meglio (secondo me) di Taylor Swift.
Mario dice
"In pochi altri posti al mondo come al CERN si percepisce un'atmosfera così unita, che trapassa le generazioni e accomuna persone dalle radici culturali molto diverse, ma che condividono uno scopo comune".
Così dovrebbe essere il nostro mondo temo però rimarrà una dolente utopia.
Grazie Marco!