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L'ultima estate. Liguria, venerdì 5 agosto 1994

5 Ottobre 2016 4 commenti

(L'ultima estate è un esperimento di scrittura post-adolescenziale postuma, ispirato al podcast Mortified. Ho scritto questo testo tra l'estate del 1994, l'autunno del 1997 e la primavera del 1999, ma se passate il mouse sui numerelli appariranno dei box di commento scritti oggi, a più o meno 20 anni di distanza. Questa è la seconda puntata, il racconto inizia qui.)

San Fruttuoso di Camogli (foto di Silvia Albini, da Flickr)
San Fruttuoso di Camogli (foto di Silvia Albini, da Flickr)

PARTENZA! Ore 11.28 Porta Nuova, Genova ore 13.08 (lasciamo Willi a Varazze, ci raggiungerà). Molliamo i bagagli, poi a pranzo dalla signora Maria. Il posto, consigliato da Max, è un malfamato locale (... trattoria...) in Vico Testadoro. Si mangia bene e a poco prezzo, tutti insieme con chiacchieroni e beoni, su grandi tavolate. Conosciamo Popeye il marinaio (ciccione, lunga barba) e Giancarlo [1]Questi nomi sono tali e quali a quelli scritti sul diario, oppure inventati già all'epoca. Dubito che gli avventori della trattoria della Signora Maria del 1994 vengano a leggere queste pagine, ma, nel caso, sia chiaro che fare la vostra conoscenza è stato un privilegio., che in un’ora e mezza ci racconta tutta la sua vita, i suoi amori bretoni (Annì, Solange) e, con garbo, le sue prestazioni sessuali; parla tanto e non finisce neanche gli gnocchi, così che la signora Maria gli impacchetta cima e sformato da mangiare a casa. Giancarlo dice di essere in procinto di sposarsi con un’araba di trent’anni più giovane di lui (sarà vero oppure no, lo scozzese la raccontò...)!

Dopo pranzo Cassandra ed io ci perdiamo un po' per Genova (... i carruggi). Cassandra insiste nel mettersi il suo cappellino colorato, poi, dietro le mie rimostranze e smorfie, desiste. In realtà sta bene, ma guai a dirglielo. Alle h. 17 ci ricongiungiamo con Tecla (da Albenga) e Max. Prima con una 126 color cacca, poi in traghetto raggiungiamo S. Fruttuoso (di Camogli), che è una caletta con abbazia. [2]Vi prego di apprezzare l'enormità dell'ignoranza dei miei vent'anni. All'epoca per il sottoscritto San Fruttuoso era semplicemente "una caletta con abbazia". Un genio. Seguono bagno notturno (con il temibile squalo mordichiappe e mangiacostume che ci perseguita) e osservazione di gatti e stelle. Tornati sulla terraferma, dormiamo a Emmaus (nel magazzino), in mezzo a mucchi di roba [3]Emmaus è un movimento internazionale fondato dall’Abbé Pierre, che, tra le altre cose, raccoglie oggetti usati e li rivende, dando nuova vita a cose e persone nel processo. All'epoca Max lavorava per la cooperativa genovese.. Tecla ed io cerchiamo inutilmente qualcosa di piccante nei fumetti manga. Doccia e buonanotte.

Ovviamente lo squalo mordichiappe e mangiacostume sono io — e chi se no?. Tutto oggi è bello, lasciarsi e rincontrarsi è molto on the road. Il treno ci porta, abbiamo tempo di scherzare e guardare il cielo, con poco o niente. Oggi ho avuto del tempo da passare con Cassandra, soli, e ancora non so che a volte questo tempo sarà poco nei prossimi giorni, e poi chissà dopo, nell’anno a venire. Ma anche questa è un’altra storia. Tecla è allegra, stiamo bene insieme, e stare con Max secondo me ci fa bene. Da oggi nasce la tradizione di passare da lui prima di partire per un viaggio: a ricaricarsi, a distendersi, a staccare tra casa e avventura [4]Tradizione che in realtà reggerà soltanto per un altro anno, ma a vent'anni tutto sembra eterno e incrollabile.. Questo giovane eremita in fondo è pazzo, oppure cerca qualcosa che fra le case e i discorsi e la televisione e gli impegni si vede ben poco. Ma se guardi bene vedi cos’è, e oggi a San Fruttuoso, fra gatti e focacce, si vede [5]Nel 2016 Max fa il cuoco a domicilio e il DJ in giro per l'Europa, con uno stile che non è lontano da quello che ha sempre avuto..

(continua)

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Note
↑1 Questi nomi sono tali e quali a quelli scritti sul diario, oppure inventati già all'epoca. Dubito che gli avventori della trattoria della Signora Maria del 1994 vengano a leggere queste pagine, ma, nel caso, sia chiaro che fare la vostra conoscenza è stato un privilegio.
↑2 Vi prego di apprezzare l'enormità dell'ignoranza dei miei vent'anni. All'epoca per il sottoscritto San Fruttuoso era semplicemente "una caletta con abbazia". Un genio.
↑3 Emmaus è un movimento internazionale fondato dall’Abbé Pierre, che, tra le altre cose, raccoglie oggetti usati e li rivende, dando nuova vita a cose e persone nel processo. All'epoca Max lavorava per la cooperativa genovese.
↑4 Tradizione che in realtà reggerà soltanto per un altro anno, ma a vent'anni tutto sembra eterno e incrollabile.
↑5 Nel 2016 Max fa il cuoco a domicilio e il DJ in giro per l'Europa, con uno stile che non è lontano da quello che ha sempre avuto.

Archiviato in:Vita di frontiera Contrassegnato con: L'ultima estate

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Faber dice

    11 Ottobre 2016 alle 12:52

    Visto che di fisica ci capisco "gnente", quando ti cali nella parte di narratore della quotidianità mi trovo più comodo e mi piace molto. Complimenti.

    P.S. sei un bravo divulgatore, sono io ad esser troppo capra

    Rispondi

Trackback

  1. L’ultima estate. Emilia, martedì 9 agosto 1994 | ha detto:
    3 Novembre 2016 alle 09:52

    […] (gran bella città); [7]Questo commento sulle qualità artistiche di Bologna fa il pari con la mia tersa valutazione di San Fruttuoso. Sono un profondo intenditore d'arte e architettura, non ci sono dubbi. […]

    Rispondi
  2. L’ultima estate. Partenza | ha detto:
    31 Maggio 2017 alle 08:53

    […] (continua) […]

    Rispondi
  3. L’ultima estate. Il racconto completo. | ha detto:
    20 Luglio 2017 alle 10:39

    […] Liguria, venerdì 5 agosto 1994 (spensierati a San Fruttuoso) […]

    Rispondi

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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