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Integrità scientifica

27 Aprile 2011 34 commenti

Permettete che vi spieghi come avviene una scoperta scientifica nel complicato mondo della fisica della particelle. Il motivo per cui mi preme questo argomento potrà sembrarvi arcano, ma potrebbe rivelarsi utile per illuminare di senso (o di non-senso) avvenimenti recenti (e magari futuri).

Diciamo che io sono un fisico delle particelle, ricercatore all'Università di Vicolo Corto, e con il mio professore di riferimento, il mio dottorando e l'assegnista di ricerca che lavorano con me faccio parte di una grande collaborazione scientifica, responsabile della costruzione, operazione e presa dati di un esperimento a uno degli acceleratori in funzione nel mondo. Mi interesso di fisica al di là del Modello Standard, e spero di trovare nei dati raccolti dal mio esperimento evidenza della produzione e decadimento di una particella arcana predetta dal mio modello alternativo preferito. Per comodità di discussione, diremo che cerco il Buzzone di Piggs, in particolare nel suo decadimento raro in due fotoni e due jet. Come me, nella collaborazione di cui faccio parte ci sono circa altri 3000 tra ricercatori, professori, dottorandi e assegnisti, tutti impegnati in ricerche simili, e tutti presi a fare funzionare bene il rivelatore. Tra questi 3000, diciamo che ce ne sono altri 27 interessati al Buzzone di Piggs - non è un modello particolarmente di moda. Il mio esperimento raccoglie dati che è una meraviglia, il mio dottorando è uno stacanovista, e dopo un paio di mesi corre nel mio ufficio con un plot che sembra mostrare una traccia del Buzzone. Cosa faccio? In un mondo ideale, più o meno le seguenti cose:

  1. Contatto i coordinatori del gruppo di ricerca "Buzzone di Piggs in due fotoni e due jet", e chiedo di poter presentare e discutere i risultati al prossimo meeting settimanale di revisione delle analisi. Se sono proprio convinto di avere in mano materiale da Nobel, chiedo loro di convocare un meeting straordinario, contattando anche i Physics Coordinator del mio esperimento e lo Spokesperson. A questo punto, in ogni caso, non mi passa nemmeno per la mente di scrivere un articolo.
  2. Naturalmente, nonostante la mia eccitazione, sono una persona matura, e so che la fisica delle particelle è una scienza complicata, che 9 volte su 10 i presunti segnali si rivelano effetti causati dal malfunzionamento dei rivelatori, o fluttuazioni statistiche. Per fare le cose per bene, contatto anche i coordinatori dei gruppi di lavoro che si occupano di calibrazione e riconoscimento di fotoni e di jet: non sia mai che abbia usato una calibrazione sbagliata, o dei dati mal ricostruiti. Verifico con loro che tutto sia a posto, e loro mettono sotto i loro dottorandi, assegnisti e ricercatori a fare le verifiche necessarie. A questo punto, ovviamente, non mi passa ancora per la mente di scrivere un articolo.
  3. Il mio lavoro viene presentato e discusso nei meeting a cui accennavo sopra. Gli altri 27 che si interessano al Buzzone provano a rifare la nostra analisi, giusto per verificare che non abbiamo dei bug nel nostro codice. Intanto la discussione si amplia: siamo sicuri che le selezioni che abbiamo scelto siano quelle giuste? Sono giustificate dal punto di vista fisico? Non c'è nessun pezzo della nostra analisi che può generare per errore o negligenza un segnale che invece non c'è? Invitiamo alla discussione anche i nostri esperti di statistica: la produzione e il decadimento del Buzzone di Piggs sono eventi rari, non vorrei mai aver sopravvalutato il significato statistico del segnale che credo di aver isolato. A questo punto, ancora, non mi passa nemmeno per la mente di scrivere in articolo.
  4. Il segnale sembra proprio essere reale! Anche gli altri 27 Buzzonisti vedono la stessa cosa. Mi sa che stiamo proprio scoprendo qualcosa. O almeno, c'è una forte probabilità che stiamo scoprendo qualcosa. La nostra eccitazione (di tutti i 3000!) cresce: lo Spokesperson contatta il Direttore Generale del laboratorio che ospita l'acceleratore e il nostro esperimento, e probabilmente anche i colleghi dell'esperimento concorrente: vedono qualcosa anche loro? Intanto, io, il dottorando, l'assegnista e gli altri 27 Buzzonisti cominciamo a scrivere una nota interna per documentare i dettagli dell'analisi, e anche un draft dell'articolo da sottomettere a un giornale scientifico. La nota verrà firmata dai 27, più da una serie di altri colleghi che hanno contribuito, in modo più o meno determinante, all'analisi (i calibratori di fotoni e jet, per esempio), certo non solo da me e dai miei stretti collaboratori dell'Università di Vicolo Corto. La nota interna è a uso specifico della collaborazione: serve a permettere ai 3000 di digerire meglio i dettagli dell'analisi e a vagliarne la solidità: non verrà mai e per nessun motivo rilasciata verso l'esterno. A nessuno, nemmeno a questo punto in cui le cose sono ben accertate, verrebbe in mente di mandarla in giro, meno che mai di postarla nei commenti di un blog. Manco a dirlo, l'articolo pubblico sarà firmato da tutta la collaborazione.
  5. La collaborazione ha passato in rassegna nota e articolo, ha corretto, scremato, limato. Di solito ci ha messo un paio di settimane, ma siccome il Buzzone di Piggs è una scoperta troppo importante, in questo caso il tempo è stato ridotto a 3 giorni: non vogliamo certo essere superati dai nostri colleghi dell'altro esperimento!
  6. L'articolo, firmato da tutta la collaborazione, viene sottomesso a un giornale scientifico per essere pubblicato, e il draft appare su un server di preprint. Il Direttore Generale del laboratorio fa un annuncio ufficiale, e in un seminario il risultato viene annunciato pubblicamente. La mia collaborazione riceve il credito dovuto: abbiamo fatto una scoperta importante!

Pur semplificando molto, e senza entrare nei dettagli specifici, le cose vanno sempre così, o almeno dovrebbero. Come dicevo, in 9 casi su 10 l'eccitazione muore al punto 3: gli altri Buzzonisti non riescono a riprodurre i nostri risultati; c'è un'errore o un'ingenuità nella nostra analisi; gli esperti trovano un problema nella calibrazione o nel funzionamento del detector. Il processo si ripete, continuamente, fino alla prossima potenziale scoperta, in modo più o meno frenetico a seconda dell'importanza del segnale. Credo che sia facile capire perché attraversare i passaggi 1, 2 e 3 - da passare obbligatoriamente prima di mettere nero su bianco una potenziale scoperta - sia essenziale: i possibili errori sono veramente troppi! Credo sia altrettanto facile capire perché, alla fine, la pubblicazione che descrive la scoperta sia firmata da tutti: è vero, il mio dottorando ha fatto il grafico che mette in luce il segnale del Buzzone, usando nell'esempio le energie e le posizioni di fotoni e jet. Ma chi ha sviluppato le calibrazioni per questi fotoni e questi jet? Chi ha passato le notti in sala di controllo a prendere i dati che abbiamo usato? Chi ha speso i suoi pomeriggi selezionando i dati buoni da quelli sospetti, perché per esempio il sistema di raffreddamento del calorimetro o l'alimentazione dei computer andava a singhiozzo? Chi ha scritto il software di ricostruzione? E così via.

Adesso provate a immaginare - per fare un esempio veramente solo accademico - che io non sia poi così maturo come sembra, e, preso dall'eccitazione, salti a piè pari i punti 1, 2 e 3, non dica niente a nessuno, scriva una nota interna - firmata solo da me, il mio dottorando, l'assegnista e il professore - in cui sostengo, con  discreta boria, di aver scoperto il Buzzone di Piggs. Immaginate che la spedisca a tutta la collaborazione, probabilmente sperando che si passi al volo al punto 6, perché sono talmente obnubilato dal desiderio di fama che ho perso ogni tipo di ritegno e integrità scientifica, non concepisco la possibilità di poter aver fatto un errore, o anche solo di dover sottoporre il mio lavoro a uno scrutinio severo. Immaginate la reazione degli altri Buzzonisti, e anche dei calibratori di fotoni e jet, e anche di tutti gli altri che intanto sono in sala di controllo a prendere dati, a scremare, a riparare, a compilare. Immaginate poi che qualcuno - sarà stato il mio dottorando? O l'assegnista? O qualcuno nella stessa collaborazione di ancora più stupido? - copi e incolli il titolo borioso della nostra nota interna, corredato dei nomi di noi quattro firmatari, in un blog, e che la notizia (perché il Buzzone di Piggs fa notizia, si sa, e al giornalista medio le distinzioni tra nota interna non verificata, pettegolezzo e solida evidenza scientifica non interessano) faccia il giro del mondo. E finisca sui giornali, molto più in fretta del tempo necessario per passare da 1, 2 e 3, e probabilmente per veder morire le mie speranze di fama al punto 4. Quali sarebbero le conseguenze?

Nell'ipotesi tutta speculativa che una cosa del genere possa succedere, beh, lasciatemelo dire, io verrei linciato pubblicamente dai miei collaboratori. I quali poi perderebbero sonno e week-end per passare a tappe forzate per quei punti 1, 2 e 3 che io non ho ritenuto importanti. Mentre lo Spokesperson tiene a bada il Direttore Generale e riceve telefonate dalle agenzia di stampa di tutto il mondo a ore indecenti. Si arriverà al punto 4? Forse, è quasi sempre troppo presto per dirlo. Di nuovo, 9 volte su 10 i presunti segnali si sciolgono come neve al sole delle verifiche serie e severe o della maggiore quantità di dati. Che poi è la ragione per cui, per garantire che i nostri risultati scientifici siano solidi e integri, è bene che i passaggi preliminari siano condotti con cura, umiltà e rispetto della collaborazione. In sostanza, con integrità scientifica. Se questo non succede, è un problema serio. Per tutti, fuori e dentro la collaborazione.

P.S. In questo post non trovate deliberatamente nessun link ai recenti pettegolezzi pasquali su una presunta scoperta di ATLAS. Vi prego di non aggiungerli nei commenti, se dovesse avvenire non esiterò a cancellare. Se non sapete di che cosa sto parlando, cercate sulla rete, non vi dirò di più. Mi sono permesso di scrivere questo pezzo perché più di un lettore mi ha scritto chiedendomi spiegazioni e chiarimenti. Questo è quanto posso e voglio dirvi: mi preme chiarivi il quadro (sono un Buzzonista, e un calibratore di fotoni, giusto per capirci) per darvi un'idea di quanto calmo e sereno sia stato il mio week-end di Pasqua. Quanto all'eventuale scoperta, se e quando si arriverà al punto 6, giuro, sarete i primi a saperlo. Per adesso, onestamente, non c'è nessun risultato di ATLAS da venir pubblicizzato e per cui eccitarsi.

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Archiviato in:Fisica Contrassegnato con: ATLAS, higgs, metodo scientifico

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Francesco dice

    27 Aprile 2011 alle 13:07

    Ti ringrazio della risposta. Io ero uno dei lettori che ha chiesto spiegazioni in merito agli articoli usciti in questo weekend. Credo, comunque, che non ci sia nulla di male nel chiedere spiegazioni di articoli giornalistici, che nella maggior parte dei casi risultano essere delle bufale o comunque impostati male. Credo anzi che sia stato uno stimolo in più ad una discussione più ampia (appunto sul procedimento da te appena descritto) che ha permesso a tutti noi di capire come funziona un progetto scientifico internazionale.
    Ti ringrazio ancora dell'attenzione e.... buon lavoro!

    Rispondi
  2. Enrico F dice

    27 Aprile 2011 alle 13:48

    Una curiosità: le informazioni raccolte nei punti 1,2,3, che fine fanno nel caso in cui il punto 4 dia esito negativo? Vengono cestinate, archiviate, dimenticate, conservate in qualche quaderno? Si tratta di dati in qualche modo utili per una futura consultazione o confronto, cose da archiviare, oppure semplicemente dei passaggi 1,2,3 non esisterà mai documentazione?

    (p.s.: non ho seguito le ultime vicende quindi non so di quale episodio tu stia parlando; trovo però che in ogni caso l'articolo sia - come sempre - un fulgido esempio di divulgazione scientifica relativa al "metodo" 😉 )

    Grazie per i chiarimenti, come al solito.

    Rispondi
    • Marco dice

      27 Aprile 2011 alle 13:55

      Un esito "negativo" (la non scoperta di una particella nuova, per esempio) è comunque un risultato: se i passaggi 1, 2 e 3 non evidenziano errori ma mostrano che non c'è un segnale, uno può sempre calcolare quello che in gergo si chiama un'esclusione ("con questi dati possiamo dire con certo livello di confidenza che il Buzzone di Higgs non esiste se ha queste proprietà di produzione e decadimento"). Meno eccitante di una scoperta, ma sempre materiale da pubblicazione.

      Se invece i passaggi preliminari mostrano errori e problemi, beh, si reitera fino ad averli risolti: non ha senso documentare (nemmeno solo internamente) qualcosa di sbagliato.

      Rispondi
  3. Manu dice

    27 Aprile 2011 alle 14:17

    Marco, grazie. Di cuore. Perché hai parlato dell'essenziale: del metodo, dell'umiltà, della collaborazione e dell'integrità scientifica.
    Grazie perché chi non lavora in una grande collaborazione può farsi un'idea del perché ci sono le firme di 3000 autori su un articolo di LHC. E grazie perché chi invece ci lavora (o ci ha lavorato 😉 ) e crede in questi valori, si sente un po' meno solo a crederci.

    E anche se la Pasqua non l'hai passata a cercare le uova nel prato, non posso immaginare un post migliore per inaugurare la nuova veste grafica (bella!) del tuo blog.

    Rispondi
  4. Antonio dice

    27 Aprile 2011 alle 14:50

    e questo dimostra ancora una volta ciò che vado dicendo da tempo.
    La divulgazione scientifica in Italia fa pena.

    Nessun organo di stampa riesce a raccontare cosa (e sopratutto COME) avviene nel mondo della ricerca scientifica in maniera non dico dignitoso, ma nemmeno lontanamente accettabile. Sanno solo riempirsi la bocca con "la particella di Dio" , "i buchi neri" e cose analoghe. Qualunque dottorando in fisica di buon livello riuscirebbe ad essere un giornalista scientifico migliore, mi chiedo perchè i giornali non si affidino a persone che quanto meno sanno come funziona una collaborazione scientifica.

    p.s.: la nuova veste grafica è ottima, complimenti.

    Rispondi
  5. My_May dice

    27 Aprile 2011 alle 16:12

    Ma vedi un po'... quanti numeri bisogna superare per trovare un po' di eccitazione.
    Meno male che gli amplessi durano mooolto di meno 😀

    p.s.
    grazie per aver aggiunto "articoli recenti", questo mi era infatti sfuggito e lo trovo molto interessante, anche se ahimè poco eccitante (insomma...speravo che le notiziole giunte prima di Pasqua avessero qualche buon fondamento, ma come già scritto in quei giorni stessi: "a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca").

    Rispondi
  6. DaVeTheWave dice

    27 Aprile 2011 alle 16:27

    A parte che il "Puzzone di Biggs" esiste veramente... cosa ne pensi della "fusione fredda" Ni+H =>Cu + energia presentata da qualche "ricercatore" a Bologna?
    mi sembra che non sia neanche passato dalla fase 1 alla 6, ma direttamente al brevetto...
    ciao, grazie
    DaVe

    Rispondi
    • Marco dice

      28 Aprile 2011 alle 08:03

      @DaveTheWave: come ho già avuto modo di scrive altrove, non ne penso niente. Fino a quando il fenomeno non è accertato da misure indipendenti per quanto mi riguarda non esiste, e discutere delle sue potenziali origini è veramente fuori luogo.

      Rispondi
    • Nicola dice

      4 Maggio 2011 alle 13:20

      Beh non mi sembra necessariamente cosi', magari lui ha seguito tutti i punti col suo team, all'universita' di bologna, e magari salta solo lo step sei perche' in fondo, se hai un apparecchio come quello, che funziona, vendibile, ecc, beh, puoi anche permettertelo 🙂

      Premesso che io sono un grande scettico e un grande speranzoso 🙂

      Rispondi
  7. delo dice

    27 Aprile 2011 alle 21:50

    uno si ammala per qualche giorno e guarda cosa succede!
    Forse non lo sapevi ma sono "tornato" in ATLAS.

    Immagino sia dura la vita dei "2-fotonisti" di qusti tempi.
    Non ho seguito la vicenda/nota interna incriminata perche' non rientra molto
    nell'ambito di cui mi occupo (purtroppo non riesco a seguire tutto 🙁 )
    ma da quello che scrivi sembra che, oltre al leak, la procedura seguita dagli autori della nota interna sia stata quantomeno "barocca" e che era gia' capitata una cosa analoga peraltro sullo stesso argomeento. Mi confermi?
    (poi leggi l'autore "senior" e capisci molte cose)
    ciao
    delo

    Rispondi
    • Marco dice

      27 Aprile 2011 alle 21:57

      "Barocca" non è esattamente il termine che avrei utilizzato, ma quello che sarebbe opportuno non posso scriverlo qui perché ci sono bambini che leggono. La vita dei "2-fotonisti" è veramente dura, se poi stai seduto dal lato del Modello Standard lo è ancora di più. L'autore senior dice molto e molto di più, ma bisognerebbe spiegarlo a chi non lo conosce. Aldo dice ventisei per uno 🙂

      Rispondi
  8. asps dice

    27 Aprile 2011 alle 22:24

    nella filiera di 3000 umilissimi e devotissimi servitori del sapere scientifico
    contro l'impudente salta step fusionista semifreddo
    vorrei sapere dove sono i vostri 3000 prodotti utili contro l'inutile e eretico fusionista freddo.
    Perchè nella vostra via crucis degli step non c'è mai la stazione : è utile e produttivo quello che facciamo.
    Nel dettaglio l'inutile e blasfemo salta step fusionista freddo A.Rossi a Ottobre 2011 avrà la sua ordalia.
    Quando voi la vostra?

    Rispondi
    • Erik dice

      28 Aprile 2011 alle 00:28

      Caro asps (Sig. Laureti??)
      Speriamo tutti che il Signor Rossi ad ottobre ci dia una fulgida dimostrazione di come si possa produrre energia con la fusione fredda.
      Ci auguriamo che la centrale prevista in grecia possa essere completata, anche se io avrei scelto un paese non prossimo al suo secondo default finanziario... 😉
      Per il momento preferisco leggere con gusto il blog di Marco che si basa su dati di fatto ed osservazioni scientifiche comprovate da esperimenti.
      Credo che lei non abbia una visione chiara ed obiettiva sul mondo scientifico, dato che mi sono permesso di dare un' occhiata al sito linkato nel suo post (associazione sviluppo propulsione spaziale) ed ho estrapolato questa frase... 😛

      "Dal 2005 sono state utilizzate varie strutture di protezione dalle radiazioni elettromagnetiche durante la sperimentazione Pnn. La piu’ efficace e meno impedente nei movimenti durante l’uso risulta essere una cotta medievale .
      Alla cotta mediavale e’ stata aggiunta una mascherina in rame. Entrambe proteggono bene la testa e la tiroide dalle radiazioni e.m. durante la sperimentazione ."

      Per le altre perle invito i lettori di questo blog a visitare il sito(!) del signore.
      Grazie per avermi fatto sorridere.

      Rispondi
      • asps dice

        28 Aprile 2011 alle 10:45

        vedo che non ha risposto alle domande del mio post ovvero al perchè le vostre stazioni procedurali sperimentali sofisticatissime e scientificissime non prevedano mai date ordalia tipo quella di A.Rossi di ottobre 2011 ....oltre al dubbio atroce dell'utilità finale della particella fantasma per un certo impianto di una certa fisica....ma non voglio dileggiarvi per questo.
        Qanto alla cotta di maglia dovrebbe prendersela con i miei modesti rilevatori di onde em che mi dicono che con è meglio che senza...
        cmq..cmq... ho la quasi certezza i suoi appunti siano rivolti alla simbologia della stessa e non alla schermatura 🙂
        cmq..cmq... la visione chiara e obbiettiva del mondo scientifico la danno "soprattutto" i risultati dato che tutto si sostiene alla fine con certe quantità di euri ....
        per noi fuori dal vostro circolo eletto pagano i privati che hanno la brutta e antiscientifica convinzione di chiedere prima o poi dei risultati...
        per voi ciò non vale dato che paga cmq pantalone ....
        non so se vi pagassero dei privati quanto vi durerebbe l'estasi di procedure scientifiche perfette.

        E.Laureti

        Rispondi
        • Erik dice

          28 Aprile 2011 alle 14:24

          Beh Sig Laureti, credo che lei ed i suoi seguaci siate le classiche vittime del misticismo scientifico. Un sito come il vostro zeppo di riferimenti pseudoreligiosi ne è la prova.
          La scienza è e deve rimanere atea, obbligata a credere in quello che riesce a dimostrare ed autorizzata ad *ipotizzare* quello che non riesce per il momento a dimostrare. Lo scienziato come uomo è invece libero di trascendere nel mistico. Mischiare le due cose non ha mai portato nulla di buono, basti vedere le recenti dichiarazioni di Roberto de Mattei vicepresidente del CNR sul fenomeno dei terremoti!
          Viste le sue posizioni revisioniste sulle santa inquisizione nei riguardi degli uomi di scienza, non credo che sia utile approfondire il discorso...
          Vedo che lei si loda tanto di non aver bisogno dei soldi di "pantalone" perchè evidentemente gode di finanziamenti privati in grado di coprire le vostre spese, ma non canti vittoria troppo presto.
          Il mondo è pieno di matti disposti a finanziare le cose più impensate ed improbabili. Dia un' occhiata alle centinaia di manifesti pagati dal Sig Harold Camping per annunciare la fine del mondo in data 21 maggio 2011...
          Anche lei nel suo personale 22 maggio potrebbe avere un amaro risveglio e scoprire che la sua ricerca è in realtà aria fritta come del resto appare a noi, visitando le pagine del vostro sito, unica fonte di informazione sulle vostre ricerche 😉

          PS. Perdonami Marco, dalla tua risposta vedo che conosci già i metodi di questi signori, ma la tentazione di rispondere è troppo forte!

          Rispondi
          • asps dice

            28 Aprile 2011 alle 18:47

            la vostra scienza è libera di rimanere atea
            e quindi se come si dice (per noi) "dai loro frutti li riconoscerete" siamo ben lieti di riconoscere i frutti atei da quelli di A.Rossi (credente).....
            poi concordo che ci siano matti disposti a finanziare le cose più impensate e improbabili ....infatti vi hanno finanziato l'LHC che costa alquanto di più dell'E-Cat e della pnn 🙂
            ...e anche qui vale la massima a futura memoria : dai loro frutti li riconoscerete 🙂

          • Marco dice

            28 Aprile 2011 alle 20:59

            Mmm, abbiamo ampiamente sforato i limiti di nidificazione dei commenti 🙂

            Signor Laureti, penso che esista una bella differenza tra sostenere che la scienza non debba metodologicamente aderire a nessuna credenza e tentare di spiegare nessun fenomeno con un qualche tipo di intervento divino (il famoso "Dio tappabuchi" che Bonhoeffer - da teologo e credente - definiva inutile) e dire che uno scienziato debba essere ateo (per chi sposa una qualche declinazione dei "magisteri non sovrapposti" la cosa non genera troppi problemi). Spero che lei afferri la differenza. Una persona credente può essere un ottimo scienziato (a patto che mantenga ben separate la sua fede dal metodo con cui indaga il reale), mentre una persona che mescola metodo scientifico e fede è generalmente un pessimo scienziato e un credente immaturo.

            Detto questo, non le sembra di essere andato un po' fuori tema?

          • bob dice

            2 Maggio 2011 alle 10:17

            La scienza, più che atea, deve essere "laica".....

    • Marco dice

      28 Aprile 2011 alle 08:00

      @ASAP: geniale! Un commento di qualcuno dell'ASAP! Ma siete ancora in circolazione? Era dai tempi di it.scienza.fisica (che non frequento più dal 1999, più o meno) che non sentivo più parlare di voi. Come vanno i prototipi? Siete già stati su Marte? 🙂

      Rispondi
      • asps dice

        28 Aprile 2011 alle 22:08

        mr. Marco

        non voglio convincere nessuno ad essere credente come me nell'intersezione scienza e fede... se altri hanno sbagliato in questo non vedo perchè debba pregiudizialmente sbagliare anch'io....
        io sono per il cristiano convinto e non per il cristiano che tratta e si vuole fare accettare dubitando e nascondendosi.
        Voi detestate la fede come categoria incomprensibile della logica e io non voglio convincervi del contrario dato che penso che cmq con o senza fede saremo giudicati alla fine in base ai risultati delle nostre azioni.

        Saluti

        E.Laureti

        Rispondi
        • Marco dice

          6 Maggio 2011 alle 14:45

          Gentile Sig. Laureti,
          In quel "Voi detestate la fede come categoria incomprensibile della logica" percepisco bel po' di assunzioni probabilmente un po' gratuite. Chi sarebbero i "voi"? per dire, io personalmente non "detesto la fede", né mi permetterei di definire l'esperienza spirituale semplicemente come "categoria incomprensibile della logica". Le mie radici e il mio cammino personale sono probabilmente molto più complesse i quelle che lei può immaginarsi, e, sebbene certamente più dubbiose delle sue sicurezze, non sono affatto estranee all'esperienza religiosa. Ma si, è più facile tirare delle righe nette e bearsi di un mondo in bianco e nero: è incredibile che sicurezza può dare l'aver identificato un nemico, vero?

          Rispondi
  9. Sergio dice

    28 Aprile 2011 alle 00:14

    Ti ringrazio per averci fornito nuovamente un'interessante prospettiva sul processo di formazione della conoscenza scientifica sperimentale.
    Il tutto ha fatto sorgere in me una curiosità chiedo scusa in anticipo se la domanda risulta eccessivamente banale.
    La sequenza di passi che hai così chiaramente descritto e che porta alla formazione di un risultato sperimentale presentabile alla comunità scientifica non dovrebbe essere codificata in maniera formale e fatta oggetto di un codice di condotta che tutti i ricercatori del CERN dovrebbero sottoscrivere?
    Mi spiego: se uno scienziato o gruppo di scienziati pubblica risultati in violazione di queste regole per sbandierare una scoperta che poi si rivela fallace proprio in virtù dei mancati controlli penso rischi di vedere la propria carriera compromessa, se non addirittura rovinata se si certifica il dolo. Di per sé questo dovrebbe costituire un deterrente sufficiente al mancato rispetto delle suddette regole.
    Sia chiaro: non sto ipotizzando che questo scenario corrisponda a quanto accaduto nei giorni scorsi.
    Sono solo curioso di sapere in un caso come questo quali misure l'Istituto potrebbe adottare a tutela della propria credibilità, se ciò sia previsto dai contratti che i ricercatori stipulano con il Centro o che altro.
    Grazie

    Rispondi
    • Manu dice

      28 Aprile 2011 alle 06:53

      Ciao Sergio,
      il CERN ha recentemente (luglio 2010) introdotto il Code of Conduct. Perche' non c'era prima? Perche' quando si parla di "ricercatori del CERN" si dimentica che non esistono solo le persone direttamente stipendiate dal CERN, ma anche i cosidetti "users": fisici, ingegneri, tecnici che hanno un contratto con un Istituto di Ricerca o un'Universita' in un paese qualsiasi del mondo (che puo' essere uno Stato membro del CERN, ma anche no, visto che ai grandi esperimenti collaborano anche Stati non membri) e che sono registrati al CERN come utenti esterni.
      Dunque, e' un po' complicato...
      Il Code of Conduct non codifica la sequenza di passi di cui sopra. Questa, se vuoi, e' codificata da ATLAS, o CMS, o uno qualsiasi degli esperimenti: ogni Collaborazione ha la sua "legislazione" interna, approvata dal Collaboration Board, e spesso le regole (per esempio per l'elezione della spokesperson) sono diverse da una Collaborazione all'altra.. Nel caso dei "passi" successivi che portano all'approvazione del risultato, molte delle regole non sono scritte, ma come ben dice Marco, si basano sul fatto che ci sia una struttura codificata (i gruppi di analisi, di calibrazione, ecc., i coordinatori delle varie attivita'...) e che uno sappia quel che deve fare. Un po' come l'educazione nel senso di pratiche del vivere civile, che e' fatta di tante regole non scritte e che impari perche' vivi in un mondo che le segue.

      Non credo che sia mai successo che qualcuno abbia pubblicato per fatti suoi! (e non e' ovviamente quello che e' successo nei giorni scorsi, pubblicare una nota interna alla collaborazione e' una cosa ben diversa).

      Rispondi
    • Marco dice

      28 Aprile 2011 alle 07:59

      Manuela ha ragione su tutta la linea.

      Aggiungerei che il problema principale non è tanto quello di avere delle regole (le collaborazione le hanno), quanto quello di avere degli strumenti per farle rispettare. Una delle policy di ATLAS per esempio dice chiaramente che rivelare in pubblico un risultato interno è un fatto grave passibile di sanzioni: ma ATLAS è in grado di andare a tracciare chi ha postato la nota su un blog? Non è banale (bisognerebbe contattare l'autore del blog, farsi dare l'IP del commentatore, tracciare l'IP. E anche così se il commento arriva da una connessione casalinga la cosa probabilmente si fermerebbe li). Un'altra policy dice che ogni risultato di fisica va discusso nel gruppo di lavoro di riferimento. E se questo non succede, come nel caso descritto? Quali sanzioni? Quali interventi? L'accountability è uno dei problemi maggiori delle collaborazioni di ricerca.

      Rispondi
  10. GM dice

    28 Aprile 2011 alle 13:18

    Ci sono ancora dei biglietti in vendita per il linciaggio, o e` gia` tutto esaurito?

    Rispondi
  11. Giuseppe dice

    28 Aprile 2011 alle 13:48

    mmm... Marco, se quello che mi hanno raccontato è corretto, direi che la tipa è testarda... e le deve aver bruciato parecchio il fatto che abbiano spento il LEP proprio quando le sembrava di aver trovato qualcosa... si è tenuta l'analisi in caldo per 10 anni...

    Rispondi
  12. Agostino F. dice

    28 Aprile 2011 alle 15:28

    Io avrei una domanda ma la nota interna quella di cui si parla al punto 4 nel caso si arrivasse al punto 6 che fine fa? Diventa un documento pubblico? Viene distrutta? Resta sepolta in un archivio?

    Rispondi
    • Marco dice

      28 Aprile 2011 alle 20:42

      Posso rsponderti solo nello specifico di ATLAS: una nota interna nasce come COM (Communication) e a quel livello rimane l'opinione personale di quello che l'hanno scritta e firmata. Se nel processo di revisione e approvazione il contenuto passa lo scrutinio interno la nota diventa INT (Internal), ovvero ancora solo interna ma con il sigillo della collaborazione, in modo che nel futuro i 3000 sappino distinguere tra opinioni personali e materiale che è stato scrutinato. La maggior parte del materiale resta INT, a disposizione dei collaboratori ma non pubblico, solo gli articoli - che sono se vuoi una scrematura delle note INT - sono pubblici. A meno che il contenuto della nota INT non sia utile da rendere pubblico ma non a libello di essere pubblicato (per esempio nle caso di studi fatti solo con la simulazione che sarebbe interessante poter usare come referenze in un articolo, ma che non ha senso pubblicare). In questo caso - ma solo per una frazione ristretta delle note - la nota può diventare PUB (Public) dopo un'ulteriore revisione anche formale, e in questo caso sarà visibile da tutti sul sito del CERN (per dire, questa qui: http://cdsweb.cern.ch/record/1345329).

      Rispondi
  13. Agostino F. dice

    28 Aprile 2011 alle 21:43

    Grazie per la risposta e complimenti per l'articolo davvero interessante.

    Rispondi
  14. Galliolus dice

    4 Maggio 2011 alle 17:22

    Da buon Buzzonista della vecchia generazione (DELPHI), ho tutto il tempo di aspettare. Ai tempi della laurea comprai una bottiglia di ottimo scotch, che invecchiando migliora.

    Buon lavoro!

    Rispondi
  15. franco zoccheddu dice

    7 Maggio 2011 alle 15:36

    Ciao,
    non ho altro di significativo da aggiungere allo scambio di pareri
    e idee, salvo una mia piccola considerazione: mi sembra che l'onestà
    (scientifica, intellettuale in genere) sia sempre più un fatto sociale,
    non del singolo. E forse lo è sempre stato. Ben vengano regole, codificate o no, che i gruppi si danno per
    evitare gli inevitabili colpi di testa dei singoli. Non mi sembra che i palazzi della politica ci diano esempi migliori di quelli della comunità della fisica delle particelle.
    Poi, d'accordo: siamo tutti esseri umani. Anche Albert E. non mi risulta fosse uno stinco di santo.
    franco

    Rispondi
  16. marco Lattarulo dice

    9 Maggio 2011 alle 12:43

    Ciao Marco,

    Anche io sono tra quelli che ti hanno scritto, quindi grazie per la risposta,
    Continuo a leggerti, e speriamo di avere buone notizie quando e se raggiungerete il punto 6.
    Casomai i punti 1 2 e 3 non fossero mai superati, scriverai lo stesso un articoletto, se non altro per smentire la scoperta?

    Marco

    Rispondi

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  1. LHC: the Large Hadron Collider - Pagina 3 - Politica in Rete Forum ha detto:
    6 Maggio 2011 alle 15:09

    [...] [...]

    Rispondi
  2. Aggiornamenti sulla ricerca del bosone di Higgs (la settimana prossima) | Borborigmi di un fisico renitente ha detto:
    8 Dicembre 2011 alle 10:01

    [...] contatto prima di altri, o perché ho un blog seguito dal cui pulpito parlare. L'ho già detto in altre occasioni, continuerò a ripeterlo alla nausea.Detto questo, la cosa migliore che posso fare per voi oggi è [...]

    Rispondi

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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