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Dall'altra parte, nessun muone fantasma

18 Marzo 2009 9 commenti

Vi ricordate i muoni fantasma di CDF, che qualche tempo fa avevano scatenato le fantasie più recondite dei fisici delle particelle da troppo tempo a dieta di scoperte? Da tempo aspettavamo che il fratellino di CDF, D0, l'altro esperimento al Tevatron, facesse la stessa analisi e ci dicesse qualcosa a proposito. Perché? Perché - segue sofisticata metafora - se non siete sicuri che la macchiolina sulla vostra foto sia un ufo o un graffio sulla pellicola, per sicurezza rifate la foto con una macchina fotografica completamente diversa.

Ieri alla sessione QCD de Les Rencotres de Moriond un emissario di D0 ha presentato i risultati della loro analisi alla ricerca di un eccesso di muoni con grande parametro d'impatto come quelli visti da CDF. Risultato? Dall'altra parte di Tevatron non vedono proprio nulla, e dunque tutto sembra indicare che l'eccesso visto da CDF sia un effetto sperimentale legato a qualche genere di fondo mal identificato (e non il prodotto di una nuova serie di particelle esotiche, come azzardava qualche visionario).

Finita qui? Non esattamente. Se CDF vedeva troppi muoni bizzarri, sembrerebbe che D0 ne veda paradossalmente troppo pochi. Per chiarirci, neppure quelli che in teoria dovrebbe vedere, che verrebbero da fenomeni noti e misurati del Modello Standard. E allora? La cosa potrebbe avere diverse origini: in fondo i due apparati sono parecchio diversi, soprattutto nel loro tracciatore centrale - che è quel pezzo di rivelatore che serve a identificare tra le altre cose il punto di origine di questi benedetti muoni. Come sempre, io aspetto l'articolo ufficiale per giudicare meglio i dettagli. Ma insomma, a grandi linee le cose sembrano essere rientrate nella norma.

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Archiviato in:Fisica Contrassegnato con: CDF, D0, Fisica, muoni, scoperte, Tevatron

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Commenti

  1. Max dice

    18 Marzo 2009 alle 11:33

    Vien spontaneo pensare alla fusione fredda 🙂
    Mi sa che il galoppare per arrivare primi a tutti i costi fa prender lucciole per lanterne....

    Ma se l' Higgs non salta fuori nemmeno con l' LHC, e' una prova certa che non esiste, o rimarrebbero ancora margini di dubbi a energie superiori ?
    E se non esiste, crolla tutta la teoria della MQ o rimane in piedi modificata ?

    Ciao

    Max

    Max

    Rispondi
  2. Marco dice

    18 Marzo 2009 alle 12:02

    Non sarei così duro: questo genere di cose succedono tutti i giorni nel mio campo, ed è un bene che sia così. Se qualcuno pensa in tutta onestà di aver visto qualcosa, pubblica; se gli altri non vedono niente si va a ristudiare per bene i dettagli per capire dov'è il problema, e anche se non sempre si arriva a una risposta chiara sulla cause della cattiva misura, in genere si ammette se non l'errore almeno il fatto che due misure contrastanti non sono accettabili, e dunque il sospetto è d'obbligo. La differenza con la fusione fredda è che, quando gli esperimenti di Fleischmann e Pons si sono dimostrati scarsamente - ad essere gentili - riproducibili, invece di andare a cercare la causa nel loro setup si è iniziato (e si continua tutt'ora) a urlare al complotto.

    Quanto all'Higgs, potrebbe benissimo non esistere. La MQ continuerebbe a stare piuttosto bene, quello che avrebbe dei problemini è il Modello Standard nella sua forma attuale. CI serve un meccanismo per spiegare la massa dei bosoni e dei fermioni, perché questa massa semplicemente c'è. Se non è l'Higgs, deve essere qualcos'altro. I candidati non mancano: la SUSY e i suoi Higgs multipli, l'Higgs "invisibile" o "piccolo", l'Higgs come condensato di quark, le teorie di "tecnicolor", e potrei continuare per pagine.

    Rispondi
  3. Xisy dice

    18 Marzo 2009 alle 13:10

    questi c'hanno sistematici che fanno provincia

    Rispondi
  4. Max dice

    18 Marzo 2009 alle 14:02

    @Marco : per quanto riguarda la fusione fredda, sono parzialmente daccordo. Parzialmente perche' secondo me non si e' approfondita abbastanza la cosa, soprattutto facendo magari un po' di esperimento con acqua triziata che evidenzierebbero probabilmente con certezza se c'e' o meno un effetto reale..... non mi risulta che siano stati mai fatti, e mi chiedo il perche'. Non penso al complotto, ma probabilmente al fatto che dopo che e' scoppiata la bolla di sapone Fleischmann/Pons s'e' perso l' interesse e la volonta' di approfondire. Peccato perche' magari qualche sorpresina poteva ancora saltare fuori.

    Per quanto riguarda il Modello Standard, mi ha sempre lasciato perplesso il giochetto delle rinormalizzazioni con conseguente inserimento "ad-hoc" dei parametri liberi (le masse) che appaiono nel procedimento matematico. Non ci vedo l' eleganza della RG....
    Sara' che del Modello Standard (e della MQ in generale) so poco e quel che so e' a livello divulgativo, pero' mi pare incredibile che non ci sia un qualcosa di piu' "preciso" matematicamente.

    Ciao

    Max

    Rispondi
  5. Xisy dice

    18 Marzo 2009 alle 23:58

    Tanto anche con l'Higgs il MS i problemi ce l'ha comunque.

    Rispondi
  6. Marco dice

    19 Marzo 2009 alle 08:59

    Caro Xisy, il tuo penultimo commento ha fatto strada! 🙂

    P.S. ma perché nessuno riesce a scrivere il mio cognome giusto al primo colpo?

    Rispondi
  7. Max dice

    19 Marzo 2009 alle 09:24

    Non hai idea di come storpino il mio, di cognome 🙂

    Max

    Rispondi
  8. Xisy dice

    19 Marzo 2009 alle 10:34

    Hahaha, the say of the week. Naturalmente ero ironico, spero che l'autore del blog e tutti i CDF-ini che lo leggono non se la prendano a male (penso di no: ha taggato il post come "humor").

    Rispondi

Trackback

  1. DZERO refutes CDF’s multimuon signal… Or does it ? « A Quantum Diaries Survivor ha detto:
    19 Marzo 2009 alle 08:55

    [...] Marco Dal Mastro” Possibly related posts: (automatically generated)CDF publishes multi-muons!!!! [...]

    Rispondi

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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