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Un numero infinito di matematici

11 Dicembre 2008 33 commenti

Un numero infinito di matematici entra in un bar.
Il primo ordina una birra.
Il secondo ordina mezza birra.
Il terzo ordina un quarto di birra.
Il barista dice: “siete degli idioti”, e serve due birre.

😀 (via Gli studenti di oggi. E fortunato chi non ha capito - scusate, non si può essere sempre seri)

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Commenti

  1. Pinin dice

    11 Dicembre 2008 alle 10:34

    🙂
    Ottimo risveglio con una battutina nerdeggiante!

    Rispondi
  2. chiara dice

    11 Dicembre 2008 alle 10:50

    le tue ripetizioni di matematica quando facevo il liceo sono servite...l'ho capita!!! incredibile! 🙂 🙂 🙂

    Rispondi
  3. Gianluca G. dice

    11 Dicembre 2008 alle 11:28

    Mi chiedo ... ma quali sono le dimensioni del bar per contenere un numero infinito di matematici? ;-))))

    Rispondi
  4. Marco dice

    11 Dicembre 2008 alle 11:30

    Mica devono entrare tutti insieme. Probabilmente fanno la fila, ordinano uno per volta e poi escono 🙂

    Rispondi
  5. Gianluca G. dice

    11 Dicembre 2008 alle 12:31

    ... e poi si rimettono in fila per rientrare e bere quanto ordinato 🙂

    Per fortuna sono un ingegnere e non un matematico, così posso bermi una birra in santa pace!!!!

    Rispondi
  6. Marco dice

    11 Dicembre 2008 alle 12:43

    Per fortuna il barista è un fisico 😛

    Rispondi
  7. fabrizio dice

    11 Dicembre 2008 alle 12:45

    pensa che non ho capito se l'ho capita.
    sono comunque un cretino... a seguire i link

    Rispondi
  8. Marco dice

    11 Dicembre 2008 alle 12:57

    Serve un indizio? ∑n=0∞12n=...

    Rispondi
  9. capemaster dice

    11 Dicembre 2008 alle 12:58

    Pongo un problema sanitario: n-1 bevono dallo stesso bicchiere o scelgono di consumare la loro parte con la cannuccia? E il barista, nel caso, dove le tiene?

    😀

    Rispondi
  10. fabrizio dice

    11 Dicembre 2008 alle 13:01

    ora è tutto molto chiaro... beviamoci quelle due birre!

    Rispondi
  11. Cosimo dice

    11 Dicembre 2008 alle 14:12

    quella serie convergerebbe a 2? non me lo ricordavo, cmq simpatica..

    Rispondi
  12. Daneel Olivaw dice

    11 Dicembre 2008 alle 14:36

    bella, bella, bella, grazie 🙂

    Rispondi
  13. claudio b. dice

    11 Dicembre 2008 alle 20:02

    Stupenda !!!
    Però, l' "ultimo" fisico doveva avere ben poca sete... o beve per solidarietà?

    Rispondi
  14. claudio b. dice

    11 Dicembre 2008 alle 20:03

    ... ops, scusa, "matematico"... (mi ero perso col barista) 🙂

    Rispondi
  15. a quantum diaries surivivor dice

    11 Dicembre 2008 alle 20:56

    Poco dopo, ai matematici torna la sete (soprattutto a quelli dal quarto in su). Entrano in un altro bar. Il primo ordina una birra. Il secondo ne ordina due. Il terzo ne ordina quattro. Il barista manda l'aiutante a comprare futures Heineken.

    Rispondi
  16. estraven dice

    12 Dicembre 2008 alle 11:12

    No, no, Dorigo! Non sei un matematico!
    Entrano in un altro bar. Il primo ordina una birra. Il secondo ne ordina due. Il terzo ne ordina quattro.
    Dal nulla compare una birra e il barista se la beve.

    PS Ovviamente dei veri matematici berrebbero vino.

    Rispondi
  17. Max dice

    13 Dicembre 2008 alle 08:55

    Due fasci di matematici entrano dalle 2 porte opposte del bar.
    Si scontrano e vengono materializzate birre in numero imprecisato.
    Nessuno riesce pero' a bersene una perche' una volta individuatane la posizione nello spazio l' incertezza nella loro velocita' impedisce di prenderle.
    Le birre comunque schizzano verso gli scaffali e interferendo tra loro formano frange di bottiglie di rhum.

    Rispondi
  18. mmorselli dice

    13 Dicembre 2008 alle 18:46

    Liberamente tratta da "godel escher bach" di Hofstadter ?

    Chiaramente che avete tutti letto GEB lo si da per scontato al pari di THGTTG 🙂

    Rispondi
  19. sergio dice

    14 Dicembre 2008 alle 21:38

    "I matematici parlano con Dio,
    i fisici parlano con i matematici,
    gli altri parlano fra di loro."

    Rispondi
  20. claudio b. dice

    15 Dicembre 2008 alle 16:37

    Un ingegnere, un fisico e un matematico vengono chiusi ognuno in una cella con dentro solo una sedia e una scorta di cibi in scatola. Niente apri-scatole.
    Dopo una settimana, vengono aperte le celle:
    l'ingegnere, pasciuto, spiega che ha usato uno spigolo dello schienale della sedia per sfondare le lattine e quindi mangiare.
    Il fisico lo trovano un po' più provato: spiega che ha messo in pratica le teorie sugli urti di particelle pesanti e, facendo ripetutamente collidere varie lattine tra di loro, è riuscito ad aprirne una, che si era fessurata.
    Il matematico lo trovano smagrito di cinque kili, con una lattina in mano e lo sguardo vago: "... supponendo per assurdo che la lattina sia aperta..."
    ----------------------------------

    ... Circolava negli ambienti di Metodi e Modelli Matematici a Padova, negli anni '90...

    Rispondi
  21. Max dice

    15 Dicembre 2008 alle 18:41

    Questa invece e' nota nel mio settore :

    L' architetto e' una persona che sa poco di tanti argomenti, e col passare degli anni sa sempre meno su un numero sempre maggiore di argomenti, finche' non sa nulla di tutto.
    L' ingegnere e' una persona che sa tanto di pochi argomenti, e col passare degli anni sa sempre di piu' su di un numero sempre minore di argomenti, finche non arriva a sapere tutto di nulla.
    Il geometra e' una persona che sa un parecchuio di svariati argomenti, ma a furia di stare con ingegneri ed architetti, finisce con il non sapere nulla di niente.
    Per fortuna che c'e' il costruttore che, non avendo mai saputo un tubo di niente, non s'e' mai posto il problema......

    Max

    Rispondi
  22. Max dice

    15 Dicembre 2008 alle 18:47

    Oppure...

    Uno scolaro delle elementari torna a casa e chiede a suo padre :
    Papa', cosa fa 2 piu' 2 ?
    Risposta a seconda della professione del padre :

    Il padre MATEMATICO : sviluppa una complicatissima serie e dopo 2 ore fa " 3.9 periodico".
    Il padre INGEGNERE : prende regolo e tavole logaritmiche, ci smanetta su per una buona mezz'ora e fa : "circa 3.9".
    Il padre GEOLOGO : ci pensa su un minuto e poi fa, con fare accomodante : °ma senti, figliolo, la maestra cosa vuole che faccia, 2+2 ?"

    Max

    Rispondi
  23. Marco dice

    15 Dicembre 2008 alle 19:51

    @mmorselli: ah, mai dare per scontato nulla. Beh, io in effetti li ho letti, ma non vuole dire molto. Anche perché il primo a tratti mi ha annoiato (ah, eresia! Sento già il puzzo del rogo), mentre con i secondi potrei andare avanti all'infinito. E, a proposito di referenze "culturali", sono veramente l'unico a cui "e fortunato chi non ha capito" fa venire in mente al volo David Riondino e Paolo Rossi, e sganasciarsi dalle risa?

    @Max: mmm, messa così direi che l'ingegnere alla fine dovrebbe sapere tutto di una cosa sola. Uh?

    Rispondi
  24. Max dice

    15 Dicembre 2008 alle 20:39

    @Marco : no, l' ingegnere alla fine sa tutto di nessuna cosa 🙂
    Poi, se uno volesse sviluppare la questione in una serie, dipende da quanto velocemente impara e da quanto velocemente restringe il campo, classico problema dello 0/0 (o inf/inf).
    Ma qui stiamo nerdeggiando all' inverosimile !

    Rispondi
  25. Xisy dice

    16 Dicembre 2008 alle 00:02

    da come è messa, se il numero di argomenti fosse una variabile continua (es lo spettro degli argomenti) il campo di conoscenza dell'ingegnere tenderebbe a una delta di dirac 🙂

    Rispondi
  26. claudio b. dice

    16 Dicembre 2008 alle 13:59

    Sì, se normalizzi a 1 il "sapere tutto di..."
    🙂
    AAArgh !!! Stiamo facendo i matematici anche sulle battute !!! Aiuto !!!
    🙂

    Rispondi
  27. capemaster dice

    17 Dicembre 2008 alle 09:42

    Beh io avevo provato a biologizzare un po' il tutto, ma siete irrecuperabili 🙂

    Rispondi
  28. mmorselli dice

    19 Dicembre 2008 alle 22:17

    Beh, confesso che anche io non sono arrivato in fondo a GEB, pur trovandolo affascinante l'ho trovato, come tanti, "grosso", mentre ho già fatto il quarto giro con tutti i capitoli della Guida... Ma sono arrivato abbastanza in fondo a GEB per leggere diversi dialoghi tra Achille e la Tartaruga, e quello del genio e i meta-desideri, per i quali si cercavano infiniti meta-geni nella metà del tempo precedente (e terminando il lavoro in un tempo finito)

    In fondo, la barzelletta di questo thread gioca sul Secondo paradosso di Zenone (Achille e la tartaruga, appunto) sul quale gioca GEB

    Rispondi
  29. ugaciaka dice

    27 Dicembre 2008 alle 20:14

    oh mio dio...da ingegnere ci ho messo mezzo minuto a capirla ma poi sono rimasto a bocca aperta...voglio vedere quanti ingegneri come me ci arrivano!

    Rispondi
  30. Tobia dice

    15 Gennaio 2009 alle 22:48

    Becero umorismo matematico! 😀
    E' un po' come questa:
    senx dà un party a casa sua (il suo dominio, ahah). Tutte le funzioni sono invitate e, a un certo punto della serata, la pista da ballo è colma! Logx balla scatenato, cosx e tgx sono inarrestabili e così via. Mentre balla, logx si accorge che in un angolo della sala, con un muso fino a terra e rigirando uno scotch con ghiaccio nel pieno della depressione, c'è e alla x. Allora, curioso, va lì e domanda:"e alla x, perché non vieni a ballare?" ed e alla x risponde:"no guarda, proprio non mi va...". Logx, imperterrito, riattacca:"Ma su, dai e alla x, vieni a ballare! Magari conosci qualcuno e poi vedrai che ti integri!" ed e alla x:"mah, tanto non cambia nulla...".

    Rispondi
  31. My_May dice

    23 Ottobre 2015 alle 17:49

    Bhe io non l'ho capita nonostante 7 anni di tempo 😀

    Comunque stavo solo cercando nelle pagine del blog alla voce infinito perchè avevo una domanda strana da fare sugli infiniti. Però come sempre non so se la domanda abbia senso e nemmeno se abbia senso la mia soluzione.

    Stavo giusto riflettendo sulla teoria dell'universo ciclico (Neil Turok). Un numero infinito di volte l'universo nasce, muore per poi rinascere (credo sia questa in sintesi la teoria). Mi chiedevo se un universo come il nostro possa nascere uguale identico un numero infinito di volte (magari con le stesse storie gia vissute) partendo dal presupposto (e qui non so se sia giusto o sbagliato) che se un caso particolare fosse anche improbabile in un numero limitato di tentativi, ipotizzando che i tentativi siano infiniti, il caso particolare si trasformasse in un insieme infinito.

    Ci stavo pensando perche mi rodeva il sol pensiero di dover rivivere le stesse identiche situazioni (particolarmente quelle sgradevoli..) un numero infinito di volte. 🙂

    Rispondi
  32. czardas dice

    20 Novembre 2015 alle 10:10

    @My_May propongo uno spunto gustoso:

    durante lo studio dell'esame di Meccanica Analitica (che è la celebrazione del determinismo in un'epoca fin troppo ottimista nei confronti delle matematiche) incontrammo il teorema del ritorno di Poincaré e ci scherzammo un po' su per la sua affinità con il concetto dovuto a Nietzsche dell'eterno ritorno.

    Non per terrorizzare, ma ne descrivo l'enunciato: la meccanica analitica estende la rappresentazione del moto di un qualsiasi oggetto in uno spazio che non è più lo spazio cartesiano, ossia del mondo tridimensionale che ci è ben familiare, ma ad uno spazio più formale detto "spazio delle fasi", dove la descrizione completa di un oggetto complesso quanto si voglia è individuato da un singolo punto in uno spazio con molte più dimensioni e la sua evoluzione da una curva descritta da questo stesso punto nel tempo.

    (esempio: siamo dei programmatori di videogiochi e vogliamo schematizzare il moto di una partita di calcio (sigh!). In prima approssimazione abbiamo bisogno delle coordinate di tutti i giocatori nello spazio, rappresentati dal loro baricentro, con la palla e le componenti del vettore velocità associato ad ognuno di questi, un breve conto mostra la necessità di 23 per 6 = 138 variabili dinamiche! Si può estendere con giunture, etc. ma questo serviva solo per introdurre ingenuamente un concetto di spazio delle fasi).

    Nasce un'intera teoria, che è la base classica di quello che poi sarà il formalismo quantistico. E' la cosiddetta "dinamica hamiltoniana".

    Alla fine di questo percorso Henri Poincaré enunciò il teorema del ritorno, il quale ha bisogno di un'ultima premessa prima di essere introdotto:

    Dobbiamo considerare una regione dello spazio delle fasi che contiene interamente la curva descrivente il moto di un oggetto. Questa è detta "regione invariante", ed è associabile a luoghi nel quale esistono leggi di conservazione.

    il teorema del ritorno afferma che presa questa regione invariante compatta e preso una qualsiasi sottoregione S inclusa nella regione definita prima, tutti i moti che hanno origine in S ritornano infinte volte in S.

    Il trucco è che si può restringere S quanto si vuole, ma i moti che son passati una volta lì vi torneranno sempre.

    Nel libro di meccanica analitica si segnala una scappatoia intrigante: due traietteorie, per il vincolo dell'unicità a cui sono soggette le soluzioni di queste curve, non possono intersecarsi e quindi una traiettoria non può incrociare se stessa! Quindi si tornerà molto vicino al luogo dove si è passati, ma non esattamente, secondo questa visione puramente classica.

    Oggigiorno non si può far affidamento a questi teoremi classici, poiché dalla cosmologia alle particelle elementari tutto quello che è classico è visto come un'approssimazione zero della realtà.

    Eppure vi sono dei principi di coerenza della meccanica quantistica (il principio di corrispondenza) che garantiscono la preservazione delle peculiarità classiche dell'evoluzione di un sistema per "grandi numeri quantistici" (ossia per quantità la cui energia ad esempio sia ordini di grandezza più grande delle energie tipiche dei fenomeni analizzati attraverso modelli puramente quantistici) e inoltra concetti generali della meccanica analitica (il teorema di Noether che associa a simmetrie di un sistema leggi di conservazioni) son stati dei fari nella ricerca fondamentale di tipo teorico.

    Chissà che questo concetto così strano e intrigante non trovi fondamento in futuro nel vedere l'universo come evoluzione ciclica e immutabile.

    ---

    Chiudo con i saluti al padrone di casa! Perdona il tono e la lunghezza di questo testo, era per renderlo accessibile a tutti e non farlo sembrare come un qualcosa da iniziati, forse fallendo nel tentativo. Saluti dunque e buon lavoro!

    Rispondi
  33. My_May dice

    30 Novembre 2015 alle 10:30

    @czardas
    A quanto pare è stato fatto un esperimento recentemente e sono state trovate le tracce dell'inflazione. Quindi la teoria dell'universo ciclico di Turok credo sia da cestinare.
    (il telescopio usato per le rilevazioni ha il nome di BICEP2).
    Da dire però anche che molti astronomi hanno sollevato dei dubbi sulla "qualità" dell'esperimento. Quindi...
    l'importante però che si abbiano diversi esperimenti. Aspettiamo tutti nuove informazioni dall' LHC. Poi c'è un esperimento in atto per la cattura di onde gravitazionali, ancora mai osservate. Speriamo di saperne di piu nei prossimi mesi 🙂

    Rispondi

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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