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L'ultima estate. Emilia, giovedì 11 agosto 1994

1 Dicembre 2016 3 commenti

(L'ultima estate è un esperimento di scrittura post-adolescenziale postuma, ispirato al podcast Mortified. Ho scritto questo testo tra l'estate del 1994, l'autunno del 1997 e la primavera del 1999, ma se passate il mouse sui numerelli appariranno dei box di commento scritti oggi, a più o meno 20 anni di distanza. Questa è l'ottava puntata, il racconto inizia qui.)

Una Ferrari a Lugo di Romagna (foto di Teo da Flickr)
Una Ferrari a Lugo di Romagna (foto di Teo da Flickr)

Oggi non ho alcuna voglia di relazionare: oggi non abbiamo fatto quasi nulla, oggi lo scazzo è sempre alto. [1]Forse le mie attese ai tempi erano un po' troppo alte: dal racconto della giornata che segue sembra che in fondo avessimo fatto parecchie cose. Ma a vent'anni ero un notorio spaccapalle (non che adesso...) che si innervosiva al minimo segno di pigra inattività. O forse lo scazzo è semplicemente legato alle frizioni con i miei compagni di viaggio, come pare ormai piuttosto chiaro dal diario... Riusciremo a sopravvivere? L’importante è esagerare! E allora forza...

Sveglia circa ore 10, bagnetto, piatto di tortellini, [2]Un cambio radicale di menù! svacco in pineta, [3]E che male c'è? Marco ventenne, non rompere i marroni! ore 16.30 a Ravenna, S. Apollinare in Classe (stupenda!). [4]La mia consueta analisi artistica profonda e articolata. Kurt – sempre sull’onda della rivisitazione del suo passato – ci porta fino a Lugo a mangiare da Zambra (buono), [5]Ho trovato il sito web del Ristorante Zambra, e, indovinate la novità, oggi sono che una pizzeria! ma la giornata dura nuoce a Cassandra, che rimedia solo un terribile mal di testa più nausea. [6]Giornata dura? Ma non avevamo fatto poco o niente? Prima o poi avrei imparato che i malditesta delle fanciulle spesso hanno origini rgn diverse da quelle fisiologiche, ma stasera sono ancora uno ragazzotto ingenuo. Al ritorno alcuni coraggiosi continuano la movimentata giornata sulla spiaggia cantando e attendendo l’alba. [7]Di questa nottata sulla spiaggia ho un bel ricordo. Semplice, serena, neanche un poco inquieta, come invece altre che verranno.

In vacanza ci siamo venuti con due macchine: quella di Kurt e quella di Tecla. Questo impone una divisione giornaliera in due equipaggi, e a volte la cosa non è semplice. Mi sto accorgendo che ci sono alcune combinazioni non praticabili, [8]Sono ufficialmente un genio delle risorse umane. e inoltre viaggiare in macchina con Kurt, che di hobby fa il pilota di rally, [9]Non è una battuta. All'epoca Kurt modificava le sue auto e partecipava a rally competitivi sulle stradine di montagna della valli piemontesi. richiede un coraggio ed uno stomaco particolari, [10]All'epoca io ho ancora entrambi. nonché altre attenzioni di cui dirò in seguito.

Per gli affezionati, ecco alcune notizie utili da non perdere:

  1. a forza di non pettinarmi i miei capelli sono ormai indistricabilmente rasta; [11]Ci sono delle foto della mia chioma nel 1994, ma per fortuna sono diapositive nascoste per bene nella mia cantina.
  2. la macchina di Tecla non si accende più (e non è bello);
  3. Kurt è un maniaco; [12]Feticista della sua automobile ma anche maniaco sessuale, nel caso aveste dei dubbi. Il numero di battutine e velate molestie verso Cassandra, Maia e Tecla è continuo.
  4. il barista del campeggio ha preso in simpatia Willi: ieri gli ha regalato un pacchetto di sigarette, oggi la bottiglia del Pernod perché la finisse.

NOTE SPARSE SULL’AUTO DI KURT

Sulla macchina di Kurt non si può:

  1. stare a torso nudo – si inzacchera di sudore il sedile in pelle sintetica; [13]Indovinate chi ha sempre caldo e vorrebbe viaggiare a torso nudo?
  2. sporcare per terra;
  3. agitarsi sui sedili anteriori – si disturba il pilota; [14]Indovinate chi viene regolarmente redarguito per il troppo agitarsi?
  4. criticare l’unico guidatore (Kurt) e la musica che ascolta – tipicamente trash-metal o qualcosa di simile, pena una scarica di cazzotti o assistere a una “prova speciale”. [15]Una prova speciale è il giro del circuito da rally che si fa a piena velocità prima della gara. Nel nostro caso, corrisponde a momenti terrorizzanti di guida spericolata lungo le stradine emiliane imposti da Kurt al suo equipaggio.

Kurt, ogni volta che copre una distanza superiore ai due metri dalla sua auto, la chiude con ogni sorta di chiavistello per scongiurare forse il furto della valigia in pelle di alligatore che tiene nel bagagliaio. [16]Io in vacanza sono venuto con lo zaino, un Berghaus viola che all'epoca possiedo ormai da qualche anno, fido compagno di viaggi, escursioni in montagna e attività scout. Kurt ha le valigie di pelle, per davvero. Sospetto che in realtà egli sia un contrabbandiere di calze di nylon che nasconde in grande quantità al posto della ruota di scorta.

Per la ben nota legge dei contrari, la macchina di Tecla è sporchissima e piena di ogni sorta di cianfrusaglia, nonché degli zaini della maggior parte di noi, stipati fra le bottiglie vuote, le briciole di cracker e la chitarra. [17]La mia chitarra, che, a prescindere dall'automobile a cui sono assegnato, nel bagagliaio dell'auto di Kurt non può entrare, e tantomeno nell'abitacolo, dove potrei persino pensare di utilizzarla. Nel bagagliaio di Kurt infatti difficilmente entra qualcosa di più che la sua valigia. Nella macchina di Tecla si ascolta generalmente rock classico o addirittura qualcosa in italiano. [18]Quando sono sull'auto di Tecla, suggerisco spesso l'ascolto scaramantico di "In morte di S.F." di Guccini, per esorcizzare i viaggi del terrore sull'auto di Kurt. Non tutti apprezzano la sottile ironia. Nella macchina di Tecla tipicamente viaggiano i meno disposti alle trattative per la sopravvivenza.

Io – non so bene perché – sono quasi sempre in auto con Kurt.

(continua)

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Note[+]

Note
↑1 Forse le mie attese ai tempi erano un po' troppo alte: dal racconto della giornata che segue sembra che in fondo avessimo fatto parecchie cose. Ma a vent'anni ero un notorio spaccapalle (non che adesso...) che si innervosiva al minimo segno di pigra inattività. O forse lo scazzo è semplicemente legato alle frizioni con i miei compagni di viaggio, come pare ormai piuttosto chiaro dal diario...
↑2 Un cambio radicale di menù!
↑3 E che male c'è? Marco ventenne, non rompere i marroni!
↑4 La mia consueta analisi artistica profonda e articolata.
↑5 Ho trovato il sito web del Ristorante Zambra, e, indovinate la novità, oggi sono che una pizzeria!
↑6 Giornata dura? Ma non avevamo fatto poco o niente? Prima o poi avrei imparato che i malditesta delle fanciulle spesso hanno origini rgn diverse da quelle fisiologiche, ma stasera sono ancora uno ragazzotto ingenuo.
↑7 Di questa nottata sulla spiaggia ho un bel ricordo. Semplice, serena, neanche un poco inquieta, come invece altre che verranno.
↑8 Sono ufficialmente un genio delle risorse umane.
↑9 Non è una battuta. All'epoca Kurt modificava le sue auto e partecipava a rally competitivi sulle stradine di montagna della valli piemontesi.
↑10 All'epoca io ho ancora entrambi.
↑11 Ci sono delle foto della mia chioma nel 1994, ma per fortuna sono diapositive nascoste per bene nella mia cantina.
↑12 Feticista della sua automobile ma anche maniaco sessuale, nel caso aveste dei dubbi. Il numero di battutine e velate molestie verso Cassandra, Maia e Tecla è continuo.
↑13 Indovinate chi ha sempre caldo e vorrebbe viaggiare a torso nudo?
↑14 Indovinate chi viene regolarmente redarguito per il troppo agitarsi?
↑15 Una prova speciale è il giro del circuito da rally che si fa a piena velocità prima della gara. Nel nostro caso, corrisponde a momenti terrorizzanti di guida spericolata lungo le stradine emiliane imposti da Kurt al suo equipaggio.
↑16 Io in vacanza sono venuto con lo zaino, un Berghaus viola che all'epoca possiedo ormai da qualche anno, fido compagno di viaggi, escursioni in montagna e attività scout. Kurt ha le valigie di pelle, per davvero.
↑17 La mia chitarra, che, a prescindere dall'automobile a cui sono assegnato, nel bagagliaio dell'auto di Kurt non può entrare, e tantomeno nell'abitacolo, dove potrei persino pensare di utilizzarla.
↑18 Quando sono sull'auto di Tecla, suggerisco spesso l'ascolto scaramantico di "In morte di S.F." di Guccini, per esorcizzare i viaggi del terrore sull'auto di Kurt. Non tutti apprezzano la sottile ironia.

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  1. L’ultima estate. Emilia, venerdì 11 agosto | ha detto:
    8 Dicembre 2016 alle 08:46

    […] bottiglia di Pernod era da pagare, e inoltre è bene ricordare che sulla macchina di Kurt non si possono neanche […]

    Rispondi
  2. L’ultima estate. Umbria, giovedì 18 agosto 1994 | ha detto:
    1 Maggio 2017 alle 11:27

    […] fadeOutSpeed: 100, predelay: 400, position: "top right", relative: true, offset: [10, 10] }); Io qui vi ho già raccontato un po’ del suo amore per le auto, della sua guida sportiva e di come spesso e volentieri sfoghi i […]

    Rispondi
  3. L’ultima estate. Il racconto completo. | ha detto:
    20 Luglio 2017 alle 10:39

    […] Emilia, giovedì 11 agosto 1994 (automobili e equipaggi, e un compagno di viaggio maniaco) […]

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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