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15th Lomosonov Conference, quinto e ultimo giorno. QCD a Tevatron, Intelligentsia e aereporto.

24 Agosto 2011 11 commenti

Intelligentsia

Oggi, mercoledì, è l'ultimo giorno della Lomosonov Conference. L'avventura russa si avvia verso la fine, e onestamente ho voglia di tornare a casa. Tra la difficile reperibilità e l'apparato digerente non ancora perfettamente a posto, sono cinque giorni che non tocco un caffè. Non mi manca affatto la caffeina, il té nero fa perfettamente alla bisogna, ma sento nostalgia per il gusto amaro, rotondo, morbido e speziato di un espresso senza zucchero. Mi consolerò nel fine settimana, in Italia, dove andrò a recuperare Giulia dai nonni.

La prima sessione sella mattina è filata via veloce, con una bella presentazione dello stato della analisi di QCD a Tevatron, tra le quali mi hanno colpito la misura della sezione d'urto di produzione di di-fotoni associati a 2 e 3 jet, anche in regime diffrattivo. Da prendere ispirazione per la nostre prossime analisi! La seconda sessione del mattino raccoglieva invece tutti i teorici solitari borderline che non avevano trovato posto altrove. Purtroppo ero incastrato in fondo a un banco senza speranza di fuga, e per mettere fine alla mia sofferenza ho considerato più volte di impiccarmi con badge.

Nel pomeriggio ci sarebbero ancora alcuni talk interessanti: qualche risultato di Pamela, lo stato delle ricerche del bosone di Higgs a CMS, ma mi tocca partire per raggiungere l'aeroporto. Mi consigliano di essere li almeno due ore prima, e in effetti i controlli di sicurezza sono parecchi e complessi. Da quando sono sceso dal trenino ho passato i bagagli allo scanner tre volte, e io sono personalmente stato radiografato senza scarpe a mani all'aria. Il personale parla inglese come la media dei moscoviti, mica meglio. E il fatto di essere incappato in 50 giapponesi davanti a me non ha facilitato le cose.

Della conferenza, delle sue potenzialità e delle sue falle veramente imperdonabili ho già detto e ridetto. Potrei concludere in gloria facendo della facile ironia sulla sessione finale, intitolata (giuro!) "International Meeting on Problems of Intelligentsia. The Intelligentsia: Custodial of Civilization". Ma non ci sono stato, e comunque lo speaker principale, un avvocato di Princeton amico dell'organizzatore capo, non ha avuo il visto per venire a Mosca. Certo, il testo del suo intervento diceva molto, ma lasciamo perdere.

Di Mosca ci sarebbe ancora molto da raccontare. Le dimensioni enormi di tutto, quasi volgari nella loro imponenza, e gli spazi vuoti in mezzo: un parco, un parcheggio, le rovine di un albergo da 3000 camere che nessuno ricostruirà più. Il conflitto continuo tra i segni della decadenza post-sovietica, gli antichi fasti imperiali, e la penetrazione inarrestabile di un occidente capitalista inarrestabile. Le giovani donne moscovite sempre in tiro, elegantissime, accompagnate invece da ragazzi vestiti come manovali, o perennemente in tuta da ginnastica. La metropolitana, con le sue stazioni che sembrano palazzi sotterranei di marmo e oro, e la gente che legge nel caos più assoluto, usando una quantità di e-reader inaspettata. E i russi, misteriosi nella loro lingua per me troppo impenetrabile, con espressioni del volto difficili da decifrare, che al primo impatto sembrano non voler lasciare spazio a nessuna complicità. E invece, nel tempo, gentili, persino accoglienti, e curiosi.

Ma sto scrivendo in aeroporto, nell'attesa che mi imbarchino. Sono stanco, ho solo voglia di tornare a casa.

Spasiba. Dasvidania.

Lomonosov

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. paopasc dice

    25 Agosto 2011 alle 12:38

    Però, già imparate due parole! Almeno il clima era confortevole? (nel senso di FRESCO!) E la minestra con i cavoli l'hai mangiata?

    Rispondi
    • Marco dice

      25 Agosto 2011 alle 22:44

      @paopasc: il clima era tropicale all'arrivo, poi mite a parte la parentesi autunnale del weekend. Zuppe in abbondanza fino a sabato, poi ho abbandonato per raggiunti limiti di età.

      Rispondi
  2. My_May dice

    26 Agosto 2011 alle 11:18

    Se l'albergo a cui ti riferisci è quello che sta vicino alla piazza rossa superando la basilica sulla sinistra... quello è stato il mio primo albergo (a Mosca). Quando sono ritornato era stato effettivamente abbattuto. Non ricordo quante erano le stanze, ma era enorme.

    Rispondi
    • Marco dice

      26 Agosto 2011 alle 14:43

      @My_May: è proprio quello. Mi sembra la guida parlasse di una capacità ricettiva di 3000 persone. Adesso c'è un enorme buco appena mascherato da qualche cartellone pubblicitario.

      Rispondi
  3. My_May dice

    26 Agosto 2011 alle 22:42

    Quando eravamo ospiti di quell'albergo già si raccontava che l'avrebbero abbattuto, ma non mi fu detto perchè (o forse non prestai molta attenzione a quel particolare). Se non ricordo male però era si grande (diciamo che ci si perdeva abbastanza fra i diversi settori divisi in modo simile a quelli che compongono gli ospedali), ma rispetto alla bellezza della Basilica, faceva un po' a pugni... non so se i russi l'abbiano abbattuto in quanto rappresentava un "eco-mostro" ( faccio fatica infatti a credere che fosse quello il vero motivo).

    Rispondi
  4. dario dice

    28 Agosto 2011 alle 17:34

    ....e se tutto fosse iniziato con un Condensato di Bose-Einstein al contrario ?
    grazie in anticipo per la cortese risposta qualora ne meritassi una...

    complimentoni per il blog

    Rispondi
    • Marco dice

      31 Agosto 2011 alle 14:59

      @Dario: Per "tutto" intendi l'universo? E che cosa è un condensato di Bose-Einstein "al contrario"?

      Rispondi
      • dario dice

        31 Agosto 2011 alle 18:11

        caro marco, sono un profano e uso termini poco appropriati, di questo mi scuso, certamente intendo l'universo e per "contrario" intendo il fenomeno opposto alla condensazione, ossia l'espansione inizialmente lenta poi sempre più veloce per il "principio di indeterminazione di Heisenberg".
        Mi pare di aver letto che l'universo è in espansione, ma che questa espansione non è infinita, l'universo collasserà su se stesso e quindi si andrà verso quello che viene chiamto Big Crunch, che la cosa sia ciclica... e se poi è vero che si sta anche raffreddando...
        quindi penso che le particelle esistevano già tutte e si trovavano nello stato previsto dalla condensazione, magari a determinarne la massa potrebbe essere stata la diversa velocità di espansione, e che tutto si fosse innescato da un fotone.
        P.S.
        perchè se i fotoni non hanno massa, la luce si curva in presenza della forza di gravità ?
        P.P.S.
        abbi pazienza e pietà...non sò mettere le faccine ma te le puoi immaginare come sono

        ciao alla prossima

        Rispondi
        • Fabiano dice

          31 Agosto 2011 alle 20:39

          @Dario: allo stato attuale pare che l'espansione dell'universo stia addirittura accelerando, quindi il Big Crunch è tutt'altro che certo.

          La luce si propaga in linea retta, ma la gravità incurva lo spazio senza curarsi di ciò che questo contiene, perciò anche le rette si "piegano" e i fotoni ne seguono le anse.

          La faccina si fa mettendo di seguito i simboli "due punti, meno, parentesi" : - ) senza spazi nel mezzo 🙂

          Rispondi
          • dario dice

            1 Settembre 2011 alle 15:22

            grazie delle precisazioni.....
            quindi la luce curva così come fa il treno che non ha lo sterzo, seguendo i binari che invece disegnano la traiettoria.

            🙂

          • Fabiano dice

            1 Settembre 2011 alle 18:55

            @Dario: la tua frase "la luce curva così come fa il treno che non ha lo sterzo" mi piace un sacco, la rivenderò senz'altro! 😀

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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