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Credo che da un punto di vista aerodinamico per il bombo sia impossibile volare

16 Marzo 2011 13 commenti

Credo in cose reali e in altre che non lo sono e credo in altre cose ancora che nessuno sa se sono reali o no. Credo in Babbo Natale e nel coniglietto di Pasqua e in Marilyn Monroe e nei Beatles, in Elvis e Mister Ed. Guarda… credo che gli uomini siano esseri perfettibili, che il sapere sia infinito, che il mondo sia nelle mani di un cartello bancario segreto e che gli alieni vengano a trovarci regolarmente, alieni bravi e tutti rugosi che assomigliano ai lemuri e alieni cattivi che mutilano il bestiame e vogliono rubarci l’acqua e le donne. Credo che il futuro sia preoccupante e che un giorno la Donna-Bufalo-Bianco tornerà a prenderci tutti a calci nel sedere. Credo che gli uomini siano soltanto bambini troppo cresciuti con gravi problemi di comunicazione e che il declino del sesso in America coincida con la chiusura dei drive-in. Credo che gli uomini politici siano dei disonesti senza principi e credo che siano comunque preferibili all’alternativa. Credo che quando verrà il grande terremoto la California affonderà nell’oceano, mentre la Florida si dissolverà, inghiottita dalla follia, dagli alligatori e dalle scorie tossiche. Credo che il sapone antibatterico stia distruggendo la nostra capacità di resistenza alla sporcizia e alle malattie e che quindi un giorno verremo tutti annientati da un banale raffreddore come i marziani nella Guerra dei Mondi. Credo che i più grandi poeti del secolo scorso siano Edith Sitwell e Don Marquis e che la giada sia sperma di drago secco, e che migliaia di anni fa, in una vita precedente, sono stata una sciamana siberiana monca. Credo che il destino dell’umanità sia scritto nelle stelle. Credo che le caramelle fossero davvero più buone quand’ero piccola, che da un punto di vista aerodinamico per il bombo sia impossibile volare, che la luce sia un’onda e una particella e che da qualche parte ci sia un gattino chiuso dentro una scatola vivo e morto allo stesso tempo (ma che se non si sbrigano a aprire la scatola e a dargli da mangiare finirà per essere morto e basta) e che nell’universo ci siano stelle miliardi di anni più vecchie dell’universo stesso. Credo in un dio personale che si preoccupa per me e sorveglia tutto quello che faccio. Credo in un dio impersonale che ha messo in moto l’universo e poi è andato a spassarsela e non sa nemmeno che esisto. Credo in un universo privo di dèi mosso dal caos, rumore di fondo e una grande fortuna. Credo che tutti quelli che dicono che il sesso sia un’attività sopravvalutata non l’hanno mai fatto come si deve. Credo che chiunque sostenga di sapere come va il mondo sia capace di mentire anche sulle piccole cose. Credo nell’onestà assoluta e nella necessità di ragionevoli menzogne sociali. Credo nel diritto delle donne di scegliere, nel diritto di un bambino di vivere, che se ogni vita umana è sacra non c’è niente di male nella pena di morte, sempre che sia possibile fidarsi del sistema legale, e che solo uno scemo si fiderebbe. Credo che la vita sia un gioco, uno scherzo crudele, e che sia quella cosa che ti capita quando sei vivo, quindi tanto vale godersela.

Sam Black Crow, in American Gods di Neil Gaiman

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Willy dice

    16 Marzo 2011 alle 13:32

    Bellissimo libro! Qualcuno sa se "I ragazzi di Anansi" è all'altezza?

    Rispondi
  2. Roberto dice

    16 Marzo 2011 alle 15:17

    Lettura alquanto strana questa 😀

    Rispondi
  3. GIGI dice

    16 Marzo 2011 alle 23:35

    Willy, complimenti per le foto e i testi!
    Marco, il pezzo è divertente, ma non stai scarrocciando verso il cazzeggio?
    So che tu ammiri un altro credo: quello di Tertulliano, che vivendo in un tempo in cui l'imperatore si portava il cavallo in Senato, avrebbe ben avuto da cazzeggiare...
    Quando arrivano i dati su cui lavorare? Temo che ti manchino.
    😉

    Rispondi
  4. Marco dice

    16 Marzo 2011 alle 23:48

    @Gigi: dati su cui lavorare ne ho a sufficienza (altrimenti non sarei in piedi adesso). Il pezzo era li da un po', l'ho tirato fuori perché tra le altre cose accenna alla MQ, di cui si discute non poco da queste parti. In ogni caso, io scarroccio dove mi pare 🙂

    @Willy: Sorry, non ho (ancora) letto Anansi Boys...

    Rispondi
  5. GIGI dice

    17 Marzo 2011 alle 01:10

    OK Marco, non scaldarti, ti voglio bene!
    Buon lavoro.

    Rispondi
  6. My_May dice

    17 Marzo 2011 alle 09:06

    Credo che siamo arrivati ad un punto in cui sappiamo meno di quello che serve per sopravvivere. Credo che la scienza non è più al passo con i tempi. Credo che se non ci diamo una mossa faremo una brutta fine. Credo che stiamo cazzeggiando troppo, forse perchè intanto ce la stiamo godendo...la vita. Credo che ciò che sta capitando in Giappone non debba essere preso ad esempio. Credo che debba esserci un modo per creare "energia" (elettrica) senza mettere in pericolo la vita (umana e non) dell'intero pianeta.
    Credo che "il destino dell'umanità sia scritto nelle stelle", ma sta di fatto che non l'abbiamo ancora decifrato. 🙂

    Rispondi
  7. Marco dice

    17 Marzo 2011 alle 09:44

    @My_may: credo che ti piaccia mettere in fila lunghe serie di luoghi comuni ("la scienza non è più al passo con i tempi"? Non ci sono più le mezze stagioni? Si stava meglio quando si stava peggio?). Credo anche che se questo fosse un newsgroup o un forum partirebbe un bel flame, ma per fortuna questo è un blog con un autore responsabile 🙂

    Rispondi
  8. My_May dice

    17 Marzo 2011 alle 09:56

    Flame: Nel gergo delle comunità virtuali di Internet come newsgroup, forum, blog, chat o mailing list, un flame (dall'inglese per "fiamma") è un messaggio deliberatamente ostile e provocatorio inviato da un utente alla comunità o a un altro individuo specifico.

    Cioè tu credi che il mio intervento sia un "flame"?
    Il pezzo che hai messo nel blog è pieno di luoghi comuni, pensavo di fare cosa gradita aumentarne il numero 😛

    Rispondi
  9. Fabiano dice

    17 Marzo 2011 alle 10:16

    Io invece credo che i venditori di tappeti che governano i paesi e le aziende e che prendono le decisioni sulle nostre teste, usino un modo di ragionare che è l'opposto di quello scientifico, altrimenti le cose andrebbero molto meglio.

    Rispondi
  10. Marco dice

    17 Marzo 2011 alle 10:59

    @My_May: mi sono spiegato male, sarei stato io, in un altro luogo e in un latro tempo, a iniziare un flame, perché di primo acchito il tuo commento mi ha innervosito (eddai, "credo che ciò che sta capitando in Giappone non debba essere preso ad esempio"? Che cosa piffero vuol dire?). Quanto al pezzo, mi spiace, ma non è affatto pieno di luoghi comuni, a meno che non lo voglia prendere letteralmente come una dichiarazione di fede. Non hai notato alcune piccole contraddizioni qua e la? 🙂

    Rispondi
  11. My_May dice

    17 Marzo 2011 alle 11:31

    [vuol dire che non bisogna prendere esempio dal Giappone che costruisce centrali nucleari per il suo fabbisogno di energia]
    [a prima lettura sembra una fila caotica di supercazzate...]
    [volevo, con il mio post, dare un senso alla fila di supercazzate, con qualche riferimento più utile]
    [non ci tengo a fare flame con te, amo giocare e fare pace con tutti...]
    [se non capisco il senso di quella fila caotica di supercazzate non è detto che sia soltanto colpa mia]

    No Marco, ho letto senza capire dove voleva arrivare... io, che sono un tipo razionale, tentavo di dargli una direzione precisa, ma forse ho sbagliato... non ne ha 🙂

    Rispondi
  12. lallo dice

    18 Marzo 2011 alle 10:55

    Bellissimo testo!! Un florilegio di contraddizioni per rappresentare la contraddizione di base e cioè la vita......

    Rispondi
  13. bob dice

    21 Marzo 2011 alle 18:26

    I Ragazzi di Anansi, a mio modesto avviso, non è all'altezza. Preferisco, e di molto, NessunDove....

    Rispondi

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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