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Il primo articolo di fisica di ATLAS!

17 Marzo 2010 12 commenti

Oggi, dopo una gestazione laboriosa e meticolosa, ATLAS ha finalmente sottomesso a Physics Letters B il suo primo articolo di fisica con risultati e misure dai primi dati di LHC presi nel Dicembre scorso, articolo dall'accattivante titolo: Charged-particle multiplicities in pp interactions at sqrt(s) = 900 GeV measured with the ATLAS detector at the LHC. Evviva!

Ok, d'accordo, se non siete dei fisici delle particelle è probabilmente difficile che il titolo vi faccia saltare sulla sedia (ma l'evento in sé dovrebbe comunque): in effetti non abbiamo scoperto nessuna particella esotica (con quei dati non ne avremmo avuto semplicemente la possibilità), né confermato o smentito nessuna teoria. Anche se, in fondo, quest'ultima cosa non è poi completamente vera.

Mi spiego: come già ALICE e CMS (noi siamo stati più lenti, o più attenti, dipende un po' dai punti di vista 😉 ), siamo andati a misurare quante particelle cariche vengono prodotte nelle collisioni tra due protoni a un'energia nel centro di massa di 900 GeV in certe direzioni, oppure con una certa energia. Questo genere di misure è rilevante perché viene confrontata, come forse potete intuire dai grafici qui sotto, con tutte le previsioni teoriche dello stesso processo da parte dei simulatori MonteCarlo.

In sostanza, nelle due figure qui sopra le serie di puntini neri sono la nostra misura, mentre le linee continue le diverse predizioni teoriche, o meglio, i diversi modi di calcolare la predizione teorica. Come potete forse notare, ci sono zone più o meno ampie in cui la misura e il calcolo della predizione teorica non sono in buon accordo: questo è di per sé un risultato interessante! Potrebbe essere la misura ad avere qualche problema (ma l'errore che proponiamo, misurato dalle bande verdine, è grande e dovrebbe veramente includere tutto), o la teoria leggermente sbagliata (difficile), o il modo che abbiamo per calcolare le predizioni della teoria a non essere perfetto (più probabile). Calcolare le predizioni delle teorie e confrontarle con la realtà è il sistema che abbiamo per valutare quanto bene abbiamo capito come funzionino le cose, e quando affilati siano i nostri strumenti teorici.

A margine, un paio di dettagli di folklore. L'articolo è complessivamente lungo 40 pagine... di cui ben 16 solo di nomi dei firmatari: per fortuna che sono state messe al fondo! Da un anno a questa parte, e ancora per un anno, il sempre-vostro è tra le altre cose il responsabile dello stile dei plot di ATLAS. Ovvero, fornisco gli strumenti tecnici per produrre dei plot un po' uniformi e compatibili (lo sapete: siamo più di duemila!) e insieme con il comitato di Physics Coordination mantengo le "regole" di formattazione delle figure (colori compresi!). E faccio il cane da guardia. Provate dunque a immaginare che fatica sono stati gli ultimi due mesi: oltre al normale lavoro tecnico e di analisi, anche dover alzare la mano a ogni meeting per dire "quel colore non va! ATLAS va scritto in Helvetica corsivo grassetto! Nessun bordo intorno alle legende!" e amenità simili. Uno spasso.

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Archiviato in:Fisica Contrassegnato con: articolo, ATLAS, charged multiplicity, folklore, LHC, MonteCarlo, paper

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Xisy dice

    18 Marzo 2010 alle 01:43

    Complimenti.
    Ne capisco poco (nulla) di momenti trasversi e pseudorapidita', ma seguiro' la faccenda, perche' in questa nota
    http://home.fnal.gov/~skands/leshouches-plots/perugia-tunes.pdf
    l'autore, nei ringraziamenti, scrive:
    "...In combination with the writeup of this article, I agreed to owing Lisa Randall a bottle of champagne if the first published measurement of any number in table 2 is outside the range given. Conversely, she agrees to owing me a bottle if the corresponding number happens to be right...".

    Voglio capire chi dei due vincera' la bottiglia di champagne..

    Rispondi
  2. Xisy dice

    18 Marzo 2010 alle 01:55

    Complimenti, sia per i risultati (che capisco solo vagamente) sia per lo stile dei plot che mi piace (e capisco meglio; da appassionato di root, ci faccio sempre caso).
    Una curiosita': la versione finale per PLB sara' a colori?

    Rispondi
  3. juhan dice

    18 Marzo 2010 alle 10:04

    Ma marco fammi capire: si dice che per ogni formula che scrivi riduci a metà il numero dei lettori; qui avete addirittura messo una radice quadrata nel titolo! 🙁
    E le scale logaritmiche! 🙁
    Hai in programma di raccontarlo a Oliver? Se sì fammelo sapere che faccio un salto e vi accompagno nella passeggiata 😉

    Rispondi
  4. Marco dice

    18 Marzo 2010 alle 13:40

    @Xisy: tenendo conto che Peter Skand (l'autore del pezzo che citi) è stato il mio vicino di casa, quasi quasi mi auguro che vinca lui. Certo non disdegnerei una bevuta con Lisa Randall. PLB pubblica immagini a colori, ma non so dirti ancora se la versione finale sarà come quella che vedi qui, o dovremo negoziare qualche plot in stampato in bianco e nero.

    @Juhan: Mah, non sono sicuro che ogni formula che scrivo riduca il numero dei lettori, molti probabilmente si limitano a passare oltre. In ogni caso, non puoi negare che abbia fatto uno sforzo: nella spiegazione semplificata del senso dell'articolo non c'è nessun riferimento a una singola cifra, e anche i plot sono interpretati in modo totalmente qualitativo! Il titolo sta li solo per referenza, non è mica troppo importante per capire il senso di quello che racconto. Non stai facendo un po' troppo il pigro, proprio come Oliver? 🙂

    Rispondi
  5. Cosimo dice

    18 Marzo 2010 alle 21:39

    complimentoni.. meno male che ci siete voi sperimentali che vi mettete a fare questi lavori. continuate così! attendiamo tutti conferme sperimentali al modello standard. a quando nuovi articoli? (anche se lavori ad Atlas) per quanto riguarda ALICE i nuclei di piombo quando ce li mandate dentro al tunnel?

    Rispondi
  6. Marco dice

    18 Marzo 2010 alle 21:43

    Ciao Cosimo. In realtà io spero proprio che troveremo qualche discrepanza tra il MS e la realtà, per adesso si è dimostrato fin troppo perfetto! Gli ioni, se tutto va bene, dovrebbero arrivare in autunno.

    Rispondi
  7. minimum bias dice

    27 Marzo 2010 alle 15:58

    ma per i TH2F drawati col colz invece? nessuna specifica? ché già pesa l'assenza del SetPalette(1)...

    Rispondi
  8. Marco dice

    28 Marzo 2010 alle 14:06

    Eehhh, nessuno è perfetto 🙂 Per la tua gioia, mi hanno appena messo sotto a preparare le raccomandazioni di "livello superiore", proprio per i plot più complessi. Che gioia 🙂

    Rispondi
  9. Xisy dice

    28 Marzo 2010 alle 22:44

    SetPalette(1) è da novellini, come minimo dovresti definire un TColor::CreateGradientColorTable() con matrici RGB personalizzate per Atlas.

    Rispondi
  10. Marco dice

    29 Marzo 2010 alle 07:19

    Si, certo, ovviamente. Ma lasciami dire due cose:

    1) quando parliamo di "stile" e "raccomandazioni", stiamo spesso parlando di dottorandi che non mettono nemmeno le unità agli assi, per non parlare dello sfondo grigio di ROOT. Prima di arrivare alla paletta personalizzata ho ben altri problemi da risolvere.

    2) La questione "Colori standard di ATLAS" è stata discussa in lungo e in largo, e per adesso è arenata nel pantano. Quando tocchi questi argomenti, ognuno si sente improvvisamente grafico e designer, e non c'è verso di trovare un accordo. I fisici possono essere molto presuntuosi, dovresti saperlo 🙂

    Rispondi
  11. Xisy dice

    29 Marzo 2010 alle 18:46

    Io scherzavo, ma sull'orrendo sfondo grigio di root hai assolutamente ragione; è davvero incredibile come mai sia stato incluso di default (forse per umiliare i dottorandi)... anzi sarebbe da sgnalare a Brun come "bug report" 🙂

    Rispondi
  12. Xisy dice

    31 Marzo 2010 alle 15:09

    Visto ora su PLB, dovrebbe essere essere quindi definitivo... a colori!

    Rispondi

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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