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Un paio di settimane in più

16 Luglio 2009 19 commenti

La situazione inizia a diventare grottesca, o forse sono solo io che sono stanco. Ecco il messaggio di ieri sera del Direttore Generale del CERN:

Lo shudown di LHC sta procedendo bene, anche per quello che riguarda i test di alimentazione del nuovo sistema protezione dai quench. Nonostante questo, nel corso dell'ultima settimana alcune perdite del vuoto sono state trovate  in due dei settori "freddi". Le perdite sono state scoperte nei settori 8-1 e 2-3 mentre questi ultimi venivano preparati per i test elettrici degli stabilizzatori di rame [i famosi giunti tra i magneti incriminati, N.d.T.] a circa 80 K. In entrambi i casi la perdita si trova a un'estremità del settore (...) [seguono dettaglietti tecnici irrilevanti].

Sfortunatamente le riparazioni necessarie richiedono un riscaldamento parziale di entrambi i settori. La cosa implica il riscaldamento dei sotto-settori finali a temperatura ambiente, mentre i sotto-settori adiacenti saranno lasciati a temperatura "fluttuante" mentre il resto del settore verrà mantenuto a 80 K. Siccome la perdita va dal circuito dell'elio verso il vuoto di isolamento, il lavoro di riparazione non avrà conseguenze sul vuoto del tubo del fascio [grazie al cielo, ci mancava anche questo. N.d.T.]. Nonostante ciò l'intervento avrà un impatto sul programma della ripartenza. Prevediamo infatti che LHC sarà chiuso e pronto per l'iniezione dei fasci per metà di Novembre. [ma porc... N.d.T]

Che significa, a naso, un paio di settimane in più rispetto all'ultimo programma che abbiamo avuto sotto mano. E ovviamente tutte i punti che sollevavo un paio di settimane fa rimangono aperti. Accidenti.

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Archiviato in:Fisica Contrassegnato con: CERN, LHC, riparazioni

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Nantas dice

    16 Luglio 2009 alle 19:47

    Oddio... mi sembra una sorta di guardie e ladri nella quale la guardia si avvicina al ladro e se lo lascia sfuggire sul più bello...

    Rispondi
  2. tomate dice

    17 Luglio 2009 alle 00:28

    A me sembra sempre di più Il Deserto dei Tartari.

    Rispondi
  3. Sara dice

    17 Luglio 2009 alle 08:35

    Nessun dottorando ha ancora tentato di togliersi la vita?
    Bhé, per la perfezione ci vuole tempo... 😉

    Rispondi
  4. Marco dice

    17 Luglio 2009 alle 09:19

    @tomate: a me aspettando Godot!

    @Sara: Ho visto scene di panico tra i dottorandi americani, prontamente rincuorati con promesse di nuovi fondi per aumentare il periodo del dottorato a dieci anni e più 🙂 Quelli europei, come scrivevo altrove, si contentano delle simulazioni 🙁

    Rispondi
  5. Xisy dice

    17 Luglio 2009 alle 16:02

    Tranquillo, i ritardi sono di volta in volta più piccoli: la serie è convergente!

    Rispondi
  6. Marco dice

    17 Luglio 2009 alle 16:17

    Mmm, la serie armonica ha termini sempre minori del precedente, eppure è divergente 🙂

    Rispondi
  7. QL dice

    21 Luglio 2009 alle 16:36

    A me sembra una curva che tende a zero soltanto all'infinito... 😉

    Rispondi
  8. Marco Ferrari dice

    22 Luglio 2009 alle 14:36

    Achille e la tartaruga, fisici!!
    8-P

    Rispondi
  9. pinin dice

    24 Luglio 2009 alle 08:04

    Secondo me non è il modo migliore di far le cose aggiungere ordini perturbativi un po' alla volta... Credo che sia l'unico motivo per cui dio ha creato gli ingegneri, per far sì che le cose venissero costruite una volta (o due) e bene :).

    Rispondi
  10. Xisy dice

    24 Luglio 2009 alle 12:01

    A pensarci, la condizione che la successione dei ritardi tenda a zero (qualunque sia l'andamento) dovrebbe essere sufficiente per assicurare lo star-up in un tempo finito. Questo anche se la loro somma diverge (es come la serie armonica), perché intanto il tempo passa... è un po' come il paradosso di Zenone.
    E comunque.. un po' di ottimismo, via.

    Rispondi
  11. hronir dice

    24 Luglio 2009 alle 15:17

    Xisy, ma anche se il tempo passa, se la somma totale è infinita... ci vorrà un tempo infinito, no?
    In Zenone la somma totale era finita, per questo bastava aspettare per vedere Achille raggiungere la tartaruga...

    Rispondi
  12. Xisy dice

    24 Luglio 2009 alle 16:06

    mmmmmm... sì!

    Rispondi
  13. hronir dice

    24 Luglio 2009 alle 16:35

    Oh, bene. Per un attimo ho temuto che LHC potesse davvero partire 😉

    Rispondi
  14. QL dice

    30 Luglio 2009 alle 17:27

    Nel frattempo che i ricercatori di LHC attendono la ripartenza potrebbero forse tenere d'occhio questa ricerca condotta dal Technion Israel Institute of Technology riguardante il tentativo di verificare la teoria sulla radiazione di Hawking sfruttando "buchi neri" sonori prodotti all'interno dei condensati di Bose-Einstein: http://www.altrogiornale.org/comment.php?comment.news.4917

    Rispondi
  15. Marco dice

    30 Luglio 2009 alle 17:52

    QL, i ricercatori di LHC per lavoro dovrebbero (anche) tenersi aggiornati, dunque almeno i meno pigri (tra qui il sottoscritto si bea di annoverarsi) sono certamente incappati nella notizia. Solamente, probabilmente l'hanno ricevuta da una fonte un dito più seria della tua (nel mio caso specifico questa e poi questa): perché ti ostini a leggere AltroGiornale.org? È quasi peggio di Focus! 😛

    Rispondi
  16. fabio dice

    31 Luglio 2009 alle 17:06

    Il Corriere parla di voi.

    http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/09_luglio_30/ginevra_acceleratore_caprara_04a5de98-7d36-11de-898a-00144f02aabc.shtml

    Rispondi

Trackback

  1. Large Hadron Collider, il punto della situazione - The New Blog Times ha detto:
    24 Luglio 2009 alle 06:25

    [...] ultimo, Delmastro riferisce di un altro piccolo imprevisto, sempre legato ai magneti di contenimento – l’elemento [...]

    Rispondi
  2. Amenità – L'archivio di Oca Sapiens ha detto:
    15 Agosto 2021 alle 19:56

    […] proposito di Cern Marco qualche giorno fa era un po’ irritato dagli ultimi guai […]

    Rispondi
  3. Buffalo Parade – L'archivio di Oca Sapiens ha detto:
    15 Agosto 2021 alle 20:37

    […] El bosùn de Higgs Su Science, Adrian Cho cerca di rovinare le vacanze ai fisici delle particelle, spiegando che l’LHC è messo peggio di quanto temeva Marco. […]

    Rispondi

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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