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Tutto lo scibile della fisica delle particelle, in tasca

30 Novembre 2008 34 commenti

Venerdì prima di uscire dall'ufficio sono passato alla biblioteca del CERN a prendere in prestito questo libro (perché sono un geek, senza pudore pure uno Unix geek, ma piuttosto un pivello con Mac OS X). La biblioteca del CERN è un luogo magico: aperta tutto l'anno tranne nella pausa di Natale, 7 giorni su 7, 24 ore su 24: se alle 3 di notte di un sabato proprio non vi ricordate come si calcola un integrale in campo complesso, basta mettersi in auto anche in pigiama e raggiungere quel paradiso di libri. Che, tra le altre cose, è ovviamente munito di rete wireless, calmo giardino interno, e soprattutto aria condizionata d'estate.

20081130_Particle_Data_Booklet_001.800pxSul bancone della biblioteca campeggiava, pronto ad essere prelevata, l'ultima edizione del Particle Data Booklet, la versione tascabile del ben più grosso Particle Data Book che già da un paio di mesi ha sostituito la copia di due anni fa nel mio scaffale in ufficio. E, come ogni due anni, chiaramente non mi sono lasciato sfuggire il fratellino più piccolo (quello rosso nella foto qui di fianco). Che in realtà tanto piccolo non è, se lo confrontate con l'edizione di due anni fa (quello blu nella foto qui di fianco): da quando lo conosco, il booklet è sempre uscito in questa versione in brossura compatta, ma quest'anno pare si siano inventati questa rilegatura a spirale e le dimensioni maggiori. Questa versione non è esattamente comoda da tenere nel taschino della camicia, o nella tasca posteriore dei jeans (e sono pronto a scommettere che si sfascerà ben prima delle altre).

Cos'è il Particle Data Book(let)? Si tratta della pubblicazione principale del Particle Data Group, un gruppo di lavoro che colleziona e tiene aggiornato la summa di tutto lo scibile noto della fisica delle particelle elementari. Il testo è sostanzialmente diviso in due parti. La prima, una serie di tabelle con ogni tipo di misura: tutte le particelle conosciute, le loro masse aggiornate alle ultimissime misure, i loro modi di decadimento e tutte le altre proprietà; e anche qualche limite superiore o inferiore per quelle particelle non ancora scoperte. La seconda parte contiene invece una serie di piccoli sommari di tutte le discipline legate alla fisica delle particelle: relatività, meccanica quantistica, rivelatori, statistica, acceleratori, raggi cosmici, cosmologia e molto altro. Decisamente comodi se per caso non ci si ricorda una formula o si ha bisogno di un numero, una referenza, una tabella fondamentale al volo. Tutto il contenuto del booklet si trova anche sul web, ma la versione tascabile è (era) bellina e comoda (prima dell'avvento della spiralona).

Chi lo può avere? Beh, chiunque passi dalla biblioteca del CERN o da quella di LBNL può servirsi gratuitamente di una o più copie. Però - e sto pensando ai miei lettori che amano la sezione Formulette - il Particle Data Booklet viene spedito gratuitamente a chiunque ne faccia richiesta. Volete mettere l'impressione che farà sui vostri morosi e le vostre fidanzate? 🙂 Le istruzioni sono qui (insieme potreste farvi mandare pure l'agendina del fisico delle particelle, che personalmente ho usato per anni, e adesso abbandonato perché un po' angusta per tutto quello che amo scrivere).

Ho ordinato il mio primo booklet nel 1996: quarto anno di università a Torino, in occasione dell'ultimo esame di laboratorio, quello in cui dovevamo mettere su un esperimento per la misura della vita media del muone, usando un enorme cristallo scintillante e un paio di scintillatori plastici, più un po' di moduli CAMAC per l'acquisizione dato controllati da un 386 su cui girava un programmino in BASIC, 386 dal quale era possibile estrarre i dati solo con del floppy da 5¼". Ah, la preistoria informatica e dell'acquisizione dati! Credo sia stato proprio lì che ho capito di voler fare il fisico sperimentale nella vita.

Post scriptum. A rinvangare nella memoria l'esperimento sulla vita media del muone, mi è tornato in mente un episodio collegato (chissà se Chiara si ricorda). L'istogramma dei nostri dati non era proprio bellissimo, mi sembra ci fossero stranamente troppi eventi nei bin corrispondenti a muoni che decadevano tardi; per aggirare il problema, ricordo che scrissi un programmino che esplorava i possibili binning dell'istogramma, per scegliere quello che avrebbe dato il valore di vita media più prossimo a quello noto. Il che rappresentava certamente il mio ingresso ufficiale nel mondo dell'hacking, e, ovviamente, barare.

Certi peccati, per quanto veniali, richiedono un certo percorso di espiazione nei severi monasteri dello zen dell'analisi dei dati, se si vuole avere qualche speranza di entrare nel paradiso dei fisici. Il mio cammino di redenzione ha visto due tappe fondamentali, e due altrettanto fondamentali monaci zen da cui ho imparato che: primo, ci sono casi in cui non è bene usare un istogramma: certe distribuzioni richiedono un'analisi evento per evento e l'uso di strumenti statistici diversi, come per esempio la unbinned likelihood o il test di Kolmogorov-Smirnov (grazie Giuseppe); secondo, se il risultato di un'analisi o un esperimento dipende dalle caratteristiche di un istogramma, o dagli estremi della regressione usata per parametrizzare il risultato, questa dipendenza è una forma di errore sistematico che va studiato e, soprattutto, dichiarato (grazie Tancredi).

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. gio dice

    1 Dicembre 2008 alle 00:09

    Grazie, ordine spedito.
    Certo che la versione senza anelli era preferibile in termini di praticità, ma non si può avere tutto come si dice, soprattutto se l'oggetto è veramente free of charge (cosa che per quanto mi riguarda crederò vera solo dopo che le mie dita potranno rigirarsi l'oggetto - non è che non creda a te sai, è che il mondo di solito funziona altrimenti). In ogni caso la verisione pdf, anche dell'edizione completa, l'ho agguantata.

    Rispondi
  2. Xisy dice

    1 Dicembre 2008 alle 00:28

    Negli ultimi anni è sempre più difficile ottenere pubblicazioni cartacee dal Cern. A causa della facile reperibilità via web dei formati elettronici, si tende a stampare sempre meno copie, che si esauriscono molto in fretta.
    Quindi fammi dire che non approvo questo consigliare il booklet anche a chi non ne ha bisogno (e dunque a scapito di chi ne ha bisogno) per il solo fatto che è gratis. La gratuità del servizio è basata su un rapporto di fiducia tra il Cern e gli utenti e potrebbe benissimo venire meno, un giorno, al verificarsi di eventuali abusi.

    Quanto al laboratorio, anch'io feci la misura della vita media del mu.. e ti capisco, perché anche a me non tornava (in questi casi spesso il problema è nello stimare correttamente il fondo).

    Rispondi
  3. Marco dice

    1 Dicembre 2008 alle 09:40

    Xisy, è davvero cosi complicato? A quali pubblicazioni ti riferisci? E`vero ci sono cose che sono state stampate sempre meno (gli Yellow Report, per dirne una), ma non direi che le pubblicazioni del PDG rientrino nella categoria, soprattutto perché non le stampa il CERN.

    la vita media del μ è un vero classico, obiettivamente un esperimento completo in cui si impara un po'di tutto, dal montare l'apparato a calibrarlo, passando per l'acquisizione e poi l'analisi. Che in qualche modo rimane la parte più debole, perché, proprio come dici, lo studio dei fondi è probabilmente la parte più trascurata. Nel nostro caso pero` ricordo che persino il docente era stupito, a un certo punto ipotizzammo anche un problema nel TDC che misurava i tempi tra il trigger d'ingresso e il segnale dello scintillatore principale. In ogni caso alla fine la nostra vista media era proprio 2.2 ?s 😉

    Rispondi
  4. Marco dice

    1 Dicembre 2008 alle 10:35

    Non si riesce ad avere in formato elettronico, vero? ho navigato un pò in http://cdsweb.cern.ch/ ma pare che non ci sia, giusto?

    Grazie.

    M.

    Rispondi
  5. Marco dice

    1 Dicembre 2008 alle 11:54

    Certo, come dicevo c'è tutto sul web in formato PDF, sia per consultare da schermo (caratteri grandi) o per la stampa. Trovi tutto al CERN (http://pdg.web.cern.ch/pdg/pdg.html) o a LBL (http://pdg.lbl.gov/).

    Rispondi
  6. Marco dice

    1 Dicembre 2008 alle 12:36

    ok, trovato... 🙂

    Rispondi
  7. Xisy dice

    1 Dicembre 2008 alle 14:53

    Parlo di PDG. Non è che è complicato, è che le copie cartacee sono poche e si esauriscono in fretta. Il booklet è out of print da qualche tempo e per quest'anno sono rimasto senza. Anche il review of particle physics (la versione immensa del booklet) non è a disposizione (Del diario del fisico invece non me frega nulla). Comunque poco cambia per me, quando passo al cern li prendo, e poi quelli del 2006 vanno benissimo, ma capisci che non è il caso di consigliarne l'ordinazione per fare colpo sul proprio partner o perché "tanto è gratis"...

    Rispondi
  8. claudio b. dice

    1 Dicembre 2008 alle 15:43

    Allora, ahimè Xisy mi prenderà per il solito rompi...scatole (eufemismo), ma in un battibaleno ho scaricato il Booklet in formato pdf seguendo il link di Marco.
    Da qui alla versione stampabile, non vedo il problema, specie per un ricercatore del CERN stesso: avrete ben una stampante dipartimentale che stampa fronte-retro e fascicola, no? L'abbiamo perfino noi poveri meccanici in Ditta... Una bella stampata su "doppio A5 fronte-retro fascicolato con margine di rilegatura" ed ecco il booklet bello pronto alla faccia delle ristampe ufficiali (sì, esiste anche chi ti fa la rilegatura, e non quella spiralata, proprio quella bella in brossura, se vuoi anche con copertina in pelle)...
    Ma si sa, il commento è in linea con la sua filosofia di pensiero, se ci doveva essere un commento di quel tipo non poteva arrivare che da lui...
    Grazie Marco, non demordere!!!
    Potrei ricambiare con qualche libro di Meccanica ma non credo che interesserebbero... Comunque, caso mai...

    Rispondi
  9. Xisy dice

    1 Dicembre 2008 alle 17:09

    Claudio, non preoccuparti, semmai sono io il solito rompi...
    Cmq mi riferivo alle versioni cartacee, non quelle elettroniche.
    Il booklet è un libricino tascabile enormemente partico (~12x6x1 cm^3), e il review of PP è un librone massiccio di ~1200 pagine sottilissime. In entrambi casi è un po' difficile farseli in casa, però è vero che tutto il materiale contenuto è reperibile online in formato elettronico il cui download non comporta costi per gli editori. Naturalmente non hai capito nulla del mio pensiero.
    Buona lettura!

    Rispondi
  10. claudio b. dice

    1 Dicembre 2008 alle 17:23

    Ancora meglio! 12x6 è all'incirca un A6. Opzione della stampante: "stampa 4 pagine per foglio", formato carta: A4, "stampa senza bordi, margine di rilegatura 1 cm".
    Se è una laser di ultima generazione, impiegherà meno di 4-5 mn.

    NON stavo parlando del Review of PP, fin là ci arrivo anch'io, non ti preoccupare.

    Naturalmente non hai capito che del tuo pensiero ho capito quel tanto che basta per farmene un'opinione (sì, sì, proprio un' "opinione" !!! 😉 ).

    Rispondi
  11. Xisy dice

    1 Dicembre 2008 alle 20:41

    Ok, in effetti l'ultima edizione ha un formato rilegato ad anelli che può essere facilmente riprodotto in casa. Sul mio pensiero, praticamente stai dicendo che sono un testa di c*@*0 e che io dovrei rispettarlo in quanto opinione. Ok, faccio lo sforzo di non offendermi, ma puoi immaginare che la cosa non mi stia bene. In fondo.. io chi sono per contraddirti?

    Rispondi
  12. Alea dice

    1 Dicembre 2008 alle 20:45

    E' davvero una cosa stupenda! *_*
    Anche io l'ho ordinato (insieme ad un'altra pubblicazione che mi interessava da tempo, che è uno Yellow Report) anche se mi sto sentendo parecchio in colpa ora dopo aver letto la discussione nei commenti...spero di non rubare copie necessarie a nessuno :°
    Comunque onore a coloro che si sobbarcano l'impresa di questa enciclopedia di fisica moderna! 😀

    Rispondi
  13. Chiara dice

    2 Dicembre 2008 alle 12:54

    Chiara non si ricorda proprio! (Da quando e' bi-mamma a dir la verita' Chiara ricorda poche cose delle "epoche" precedenti!)
    Tutto quel che ricordo di laboratorio 2 e' il compagno di gruppo auto-aggiuntosi che non conoscevamo e che:
    - ha portato cioccolatini di Peyrano per 5 giorni di seguito dando un colpo alla mia appendice
    - voleva calcolare l'assorbimento dei muoni nella soletta dell'edificio di fisica (al che gli avevamo detto che se passava un piccione si sarebbe dovuto calcolare anche l'assorbimento del piccione!)

    A proposito di esperienze...sabato scorso il tuo amico Stefano, pochi (SIGH!) altri ed io siamo andati in piazza San Carlo a fare laboratori per i bambini delle elementari che protestavano contro la legge 133.
    http://www.buconero.eu/2008/12/english-in-piazza-con-la-scuola-ecco-come-andata/
    E' stato divertente: l'entusiasmo dei bambini e' davvero incredibile! (Pero', con tutto l'entusiasmo del mondo, comunque il manuale di emacs mi sembra un po' troppo! 😉 ).

    Rispondi
  14. Marco dice

    2 Dicembre 2008 alle 13:28

    Ho visto, ho visto, che Stefano ha aperto anche lui un blog, con titolo degno di lui 🙂 e segnalava iniziativa e foto. Bravi!

    Rispondi
  15. claudio b. dice

    2 Dicembre 2008 alle 17:39

    @Xisy:
    "Sul mio pensiero, praticamente stai dicendo che sono un testa di c*@*0"

    Mai detto né pensato nulla del genere (leggiti altri posts sparsi in vari threads, perlopiù più "vecchi").
    C'è UN aspetto che proprio non mi va, e dopo due dico due polemiche dovresti aver capito quale, ma non importa.
    Comunque, se ti va di mettere in bocca agli altri le parole che non dicono, fai pure, tanto chi sono io per contraddirti?

    Rispondi
  16. Nantas dice

    3 Dicembre 2008 alle 19:54

    Mah.. sarà che forse le scorte sono finite ma... io non riesco ad ordinarlo 😀 metto il mio nome, indirizzo e-mail, città, cod.postale ecc... ma poi mi dice che lo devo completare... forse perchè in istitute non ci ho messo niente ;D come faccio?

    Rispondi
  17. Xisy dice

    3 Dicembre 2008 alle 21:43

    @Nantas, sotto la scritta "you can choose among frequently requested publications", devi scegliere la voce "booklet 2008" nel menù a tendina (dove è scritto "-choose here-").. ma a quanto vedo ora non ci sono opzioni di scelta.

    @Marco
    A proposito dell'esperimento del muone, ricordo un post -anzi due- molto interessanti sul blog di Tommaso; leggili assolutamente se non l'hai già fatto:
    http://tinyurl.com/5fnokx
    http://tinyurl.com/6ytzyw

    Rispondi
  18. Mauro dice

    11 Dicembre 2008 alle 13:55

    Io ho richiesto e ricevuto il libretto con l'agenda. Non sono un addetto ai lavori, come dice qualcuno, ma non credo di aver tolto niente a nessuno e mi piace leggerlo e sfogliarlo e, perché no, mostrarlo. Un grazie grande a Marco per questo blog e per parlare ogni tanto a Oliver..... siamo in tanti a essere degli Oliver e contenti di esserlo. Mauro

    Rispondi
  19. giulio dice

    11 Dicembre 2008 alle 23:44

    Richiederò anch'io quel libro... grazie anche a
    quell'addettoailavoripuzzasottoilnaso che non si deve preoccupare...non credo siamo tantissimi a richiederlo... quando parlo del Cern ai ragazzi che in qualche modo ho sottomano, per far loro capire che esiste qualcosa al di là del loro naso, tutti mi dicono di non saperne nulla... una gita di liceali i cui professori sono stati così intelligenti da proporre loro la gita al Cern, prima di questa, non sapeva nemmeno di che si trattasse e quei due (su venti) che ne sapevano qualcosa ne avevano sentito parlare solo a proposito del pericolo buchi neri giornalistico e solo perché qualcuno in famiglia aveva approssimativamente letto qualcosa.. Visto che un po' delle mie tasse, pagate fino all'ultimo centesimo, vanno in Cern per la ricerca di base, ed è assolutamente necessario che ci vadano, qualcosa si può stornare per il book, quello che richiederò, non per mostrarlo alla fidanzata (sposato), ma proprio ai ragazzi e non più ragazzi per i quali, a volte, sono un riferimento culturale e perché occorrono persone che spieghino il perché della ricerca di base invece (o per lo meno prima) di quella "applicata". Giulio
    (anch'io sono un Oliver, che ascolta, immagino, con lo sguardo talora perso nel vuoto.)

    Rispondi
  20. Xisy dice

    12 Dicembre 2008 alle 00:31

    No, non sono in tanti a richiederlo, per questo è gratuito e ne vengono stampate poche copie (il booklet è uno strumento di lavoro e sono pochi a utilizzarlo) . Non ho capito che c'entrano le tue tasse con il tuo diritto a ricevere il booklet.

    Rispondi
  21. claudio b. dice

    12 Dicembre 2008 alle 12:42

    C'entra niente, ma forse se l'editore fosse seriamente preoccupato che un Addetto ai Lavori rimanesse senza "per colpa di un Oliver", forse non lo metterebbe a disposizione "free", no? 😉

    By the way: anche la ristampa di "Dinamica dei Rotori" di Villa è uno strumento fondamentale per chi ci lavora, ma trovarlo è ormai difficilissimo e comunque non posso mica protestare se l'ultima copia alla Cortina è stata venduta ad un appassionato passato in libreria 10 mn prima di me...

    Rispondi
  22. Alessandro dice

    21 Gennaio 2009 alle 19:33

    Scusate ma io non riesco ad entrare nel sito per ordinarlo (http://pdg.lbl.gov/receive_our_products.html), secondo voi è un problema mio o sono loro che in questo periodo sono offline? =(
    Ci terrei tanto ad averlo ma non so dove rivolgermi!

    Rispondi
  23. May_may dice

    21 Maggio 2009 alle 21:05

    Marco hai letto su "Le scienze" (ammesso che sia rivista qualificata, ci scrivono degli specialisti che detesto :))
    Maggio 2009: "Sfida quantistica alla relatività speciale".
    Sull'entanglement ne so quanto basta, ma la storia che questo fenomeno non metta in discussione la relatività speciale è leggibile in tutti i libri e articoli (io però ho sempre avuto seri dubbi)
    Questi due invece, autori dell'articolo: Z Albert e Rivka Galchen pare dicano il contrario.
    Tu che ne pensi? Mi sembra di aver capito che il tempo non può essere inteso, quantisticamente, come lo è stato inteso fino ad ora.
    Devo dire che a prescindere da chi l'ha scritto e dalla elevatezza del giornale, il senso del discorso sia appropriato, o la non-località quantistica non è solo riferita allo spazio ma anche al tempo, e quindi il diventa, se non ho capito male, essa stessa un'osservabile come la posizione, oppure tra le due teorie una è senz'altro sbagliata 🙂
    ciao 🙂

    Rispondi
  24. Marco dice

    26 Maggio 2009 alle 13:58

    @May_may: rispondo qui anche se il commento è un po' fuori tema.

    Ho letto l'articolo a cui ti riferisci su Scientific American, la versione originale de Le Scienze (per chi fosse interessato ecco il testo in inglese). Cosa vuoi che ti dica? Gli argomenti che tratta (riassumendo ben più del lecito: la caratteristica intrinseca di non-località della MQ o di qualunque altra teoria che faccia le stesse predizioni sulla realtà, e il potenziale conflitto di questa caratteristica con la relatività speciale) sono noti e dibattuti dalla nascita della MQ. Siccome non c'è (ancora) un consenso assoluto su come quest'ultima debba essere interpretata, o se la MQ sia una teoria completa della realtà (vedi per esempio questo post), i fisici non ne parlano volentieri, perché in realtà non sanno (ancora) bene come rispondere ai problemi (generali) che la non-località pone. Io mi associo a questo esercito di silenziosi ignoranti. Più in la non mi spingo, perché il discorso diventerebbe veramente troppo tecnico.

    Non capisco invece la tua ultima frase: anche senza scomodare la non-località e le problematiche connesse, la MQ tratta il tempo con gli stesi guanti che riserva alle coordinate spaziali; esiste un principio di indeterminazione anche per lui. Il problema non è dunque nel trattamento privilegiato che vorremmo dedicare al tempo (ne la MQ ne la RS lo fanno) ma la trasmissione di informazione a velocità maggiori di quella della luce. E qui chiudo.

    Rispondi
  25. May_may dice

    26 Maggio 2009 alle 19:19

    va bene, non sapevo dove inserire il commento; ho semplicemente fatto fatto una ricerca sui temi che parlando di relatività ed è spuntato questo.
    Dimmi tu dove se ne può parlare? (sempre che tu abbia voglia parlarne), anche perchè dovrei rispondere alla tua ultima asserzione che mi lascia un pò disorientato. Io parlavo di "osservabili" (com'è l'osservabile "posizione"), e il tempo non lo trovo tra le osservabili, anche se in senso lato (visto che vige l'indeterminazione tempo energia) esiste un principio di indeterminazione anche per lui.
    Ma quel commento era comunque solo un'interpretazione dell'articolo.

    Rispondi
  26. Xisy dice

    26 Maggio 2009 alle 20:59

    Beh, il tempo in MQ in effetti è problematico.
    L'indeterminazione energia-tempo (che non sono due grandezze canonicamente coniugate) va presa con le molle in quanto non è, a rigore, una vera relazione di indeterminazione. Penso che neanche si possa essere dedotta, come le altre, dai postulati della MC.

    Il fatto è che il tempo non è quantizzabile come la sua controparte spaziale. Cioè non è possibile associare ad esso un operatore autoaggiunto, come invece accade per le altre osservabili.
    Insomma, il tempo non è un'osservabile della MQ.

    Rispondi
  27. May_may dice

    26 Maggio 2009 alle 22:48

    Grazie Xisy per la risposta, comunque comprendo la reticenza di Marco nel parlarne . Lui qui mette un nome ed anche una faccia, io no. Io non sono fisico e nemmeno posso diventarlo. Mi dispiace però non riuscire ad affrontare questi problemi (che mi affascinano) così come se fossimo al bar, dove non hai alcun timore di dire ciò che pensi anche se fosse l'ultima cosa che dovresti pensare; chiaramente avendo un minimo di conoscenze. 🙂
    mi scuso ancora con Marco se ho invaso un argomento non proprio appropriato per trattare certe cose che sembrano "intrattabili". 🙂

    Rispondi
  28. Xisy dice

    27 Maggio 2009 alle 00:29

    Questi argomenti sono difficilmente trattabili anche per i fisici teorici: considera che stai affrontando problemi aperti della MQ, o comunque un po' al limite, quindi e' impensabile parlarne come se fossimo al bar.
    Inoltre, in generale, quando si parla di MQ, ti consiglio specificare con chiarezza di "quale" contesto di MQ si sta parlando; poiché parlavi di osservabili e relazioni di indeterminazione etc. ho dato per scontato che ti stavi riferendo alla MQ non relativistica; ma nella sua formulazione relativistica (teorie di campo) le cose cambiano ulteriormente e spazio e tempo vengono effettivamente trattati in un unico formalismo (senza distinzioni). In quel caso però la coordinata spazio-temporale non viene più trattata come osservabile, e le relazioni di indeterminazione sono descritte in maniera differente (che non ricordo).

    Rispondi
  29. May_may dice

    27 Maggio 2009 alle 00:48

    Bhe Xisy, il bar che io immagino è quello dove c'è qualcuno che si ricorda un particolare da non trascurare come quello da te menzionato. Ma non essendo un bar questo (e non volendolo far diventare per forza) diciamo che la questione rimane aperta... prendiamoci un caffè prima e vediamo se Marco offre almeno i cornetti 😛

    Rispondi
  30. Marco dice

    27 Maggio 2009 alle 09:26

    @May-May: Xisy esprime meglio di me il mio imbarazzo: le questioni che poni non sono qualcosa che si possa "divulgare", nel senso che non sono comprese e digerite dai fisici stessi: non c'è molto che si possa semplificare e discutere 'a parole", se sulla stessa interpretazione "tecnica" delle equazioni non c'è consenso. Questa e` la ragione per cui mi sono fermato (e mi fermo).

    Mi spiace, ma non possiamo discutere (qui) delle conseguenze della non-località della MQ o di argomenti simili a meno che non siamo sicuri di avere tutti una base comune. Esempio: se ti e` chiaro che cosa vuol dire che "non è possibile associare al tempo un operatore autoaggiunto", allora magari proseguiamo, altrimenti dichiariamo un tregua e andiamo a prendere quel benedetto caffè. 😛

    Rispondi
  31. May_may dice

    27 Maggio 2009 alle 10:19

    se ti e` chiaro che cosa vuol dire che
    “non è possibile associare al tempo un operatore autoaggiunto”allora magari proseguiamo.

    🙁 questo è un ricatto 😛
    io di caffè ne ho bevuti molti, troppi, aspettiamo un secondino? Non ti arrabbiare 😛
    Le cose sono difficilissime, comprendo, e i termini specifici, non avendo una base solida, mi sfuggono anche se mi sforzo di comprenderli.
    Rispondo a Xisy (prima) certo mi riferivo alla m.q. non relativistica (anche perchè quella relativistica poi non dovrebbe rappresentare una vera soluzione al problema sulla compatibilità tra r.s e m.q.).
    Invece per quanto riguarda la domanda di Marco, bhe è un grosso problema, ci tento (e sicuramente farò confusione, ma qui nutro la speranza di venir fuori con una maggiore comprensione) che se due grandezze fisiche non commutano (proprietà commutativa è semplice dai :P) queste risultano tra loro in relazione di indeterminazione.
    Ora siccome la m.q. e le osservabili sono posizionate (brutto termine, non me ne viene altro) in uno spazio astratto (spazio di Hilbert) e in questo spazio si usano gli "operatori" che non sono numeri; quando prendo il tempo devo trasformarlo in un operatore autoaggiunto in uno spazio di Hilbert. Quello che però se ne può ricavare, se il ragionamento è piu o meno passabile, è che il tempo non può essere un operatore autoaggiunto perché e non ha con nessuna osservabile una relazione (commutativa) di indeterminazione.

    🙂

    Rispondi
    • Marco dice

      27 Maggio 2009 alle 11:12

      Eccomi di ritorno dal caffè! 🙂

      May_may, perdonami, ma su un blog generalista non posso mica dare per scontato che un lettore abbia una preparazione matematica superiore. Venendo al punto, capisco quello che intendi: si dice spesso che il tempo nella MQ giocherebbe un ruolo diverso dalla posizione, in quanto quest'ultima è rappresentata nel formalismo da un operatore Hermitiano, mentre il tempo è semplicemente un parametro, dunque un numero (complesso). Esiste una letteratura enorme a proposito di questa discrepanza, che alcuno vedono come una contraddizione, mentre altri arrivano a conciliare con soluzioni diverse; non provo nemmeno a farne una recensione, un po' per ignoranza e un po' per pigrizia. Ma con una rapida ricerca ho scoperto che il testo piu famoso a proposito è disponibile su Google Books, magari ti interessa darci un'occhiata: l'introduzione storica sembra molto interessante per capire come la questione sia evoluta nel tempo. Buona lettura.

      Rispondi
  32. May_may dice

    27 Maggio 2009 alle 12:21

    peccato che io di inglese si tabula rasa 🙁
    comunque grazie, e se magari hai una buona lettura in italiano da proporre, sempre gradita 🙂
    Ora andiamo a prenderci un caffè 😉

    Rispondi
  33. umberto dice

    16 Ottobre 2009 alle 14:18

    L'esperimento dei mu rimane un grande classico di Laboratorio 2. Stesso blocco, stessi moduli Camac, l'unica cosa che pare cambiata e' il PC, ora abbiamo a disposizione un ruggente pentium 1!

    Rispondi

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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This blog is primarely written in Italian. On the other hand, physics is an international entrerprise, and its main language is English, so some of the posts have been translated: you can find them in the English post category. If you wish to read those posts that are still only in Italian, an automatic translation is a good a bet!

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