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Un progetto collettivo? Un collettivo di progetti?

9 Gennaio 2007 12 commenti

Bivacco.net è nato due anni fa in occasione della partenza di Irene per il Mozambico. Lo abbiamo chiamato "bivacco" perchè almeno all'inizio non era un progetto chiaro, piuttosto qualcosa di simile a uno di quei container di quelli che si affittano nei film americani per riporre i mobili durante un trasloco, quando non si sa ancora bene dove di andrà.

All'inizio pareva che Bivacco.net potesse ospitare le velleità digitali di più di una persona, alla fine è diventato soltanto il sito di Irene e mio, una pagina familiare insomma, certamente aperta, ma comunque abbastanza connotata. Poi sono arrivati WordPress, le gallerie fotografiche, una certa contagiosa lussuria tecnologica, gli stornelli e il lavoro giornalisico di Irene, i borborigmi e tutto il resto. Dove andremo? Chissà...

A capodanno si discuteva del senso dei blog. A che cosa serve un sito "personale"? C'è chi lo usa per lavoro, dal taccuino di appunti alla cartellina dei propri prodotti, ma la maggior parte - io fra tanti, non lo nego - ha iniziato per curiosità e continua più o meno per lo stesso motivo, magari condito da un po' di vanità.

Probabilmente un blog prenderebbe un po' più di senso se i contenuti fossere generati da un gruppo e non da un singolo. Non penso solo i commenti, ma alla pubblicazione vera e propria dei post. Esempietto: da qualche mese resisto alla tentazione di iniziare la categoria "libri che ho letto" (e dire che nel 2006 ho persino tenuto sul tacquino sul comodino per appuntarmi titoli e impressoni): ho l'impressione che in fondo non gliene importi a nessuno, non sono certo un lettore "speciale" (probabilmente nemmeno i miei vaneggimanti intorno al lavoro da quasi scienziato che faccio o alla vita da espatriato interessano qualcuno, ma questo è un'altra faccenda, e su questi argomenti ho un punto di vista privilegiato). Forse una categoria di recensioni librarie assumerebbe un significato diverso in un progetto collettivo, dove non si affiggerebbero le proprie personali impressioni al muro per i passanti, ma si costruirebbe forse una sorta di dialogo tra gli autori. Forse.

In fondo è più meno questo di cui si discuteva a capodanno, e dunque lancio la palla: qualcuno li fuori è sempre interessato all'avventura del sito comunitario? Per dire e dirsi cosa? Avete qualche idea? Proposte? Desideri?

P.S. Per i visitatori casuali: a capodanno abbiamo discusso di comunicazioni digitali per circa 7 minuti, poi siamo stati troppo impegnati a cucinare mangiare, bere e fare musica. Non fatevi cattive idee.

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. marco dg dice

    9 Gennaio 2007 alle 19:33

    mi piace l'idea de "la voce.info"... quello è un blog (sito?, ma che differenza fa?) che - nel campo dell'economia - produce saperi, condiziona le idee della collettività, ne crea di nuove, smonta quelle più "comuni". Ha prestigio. Se deve essere blog comunitario, mi piacerebbe che fosse così rigoroso, d'altronde le persone che scriverebbero sopra porterebbero, ognuna nel suo campo, grande professionalità... o no?

    Rispondi
  2. Marco dice

    10 Gennaio 2007 alle 11:26

    L'idea che hai tu in testa è quella di una vera e propria rivista online. Ottimo e ambizioso, però non è mica banale creare e mantenere un oggetto del genere, anche con aspetative e obiettivi molto più bassi de lavoce.info. Bisogna avere ben chiaro di che cosa si vuole scrivere (mica si può sparare a caso di un po' di tutto. Di che vorremmo parlare? Forse è vero che abbiamo delle prodessionalità da spendere, ma i grandi miscugli non mi hanno mai molto convinto. Abbasso la Tuttologia!).

    Qualche tempo fa accerezzavo l'idea di un progetto simile in ambito scout, una sorta di voce indipendente rispetto alla stampa associativa. Per ora non se ne è fatto nulla, ma almeno un progetto del genere aveva il pregio di avere in contorni definiti. Altrimenti ci rimane sempre l'alternativa di qualcosa di simile alla Cumpa del Chinotto o al blog di Luca Iaccarino, e non ci sarebbe nulla di male...

    Della differenza tra un blog e un sito discutiamo un'altra volta 🙂

    Rispondi
  3. FabioG dice

    11 Gennaio 2007 alle 12:32

    Primo: la categoria "Libri che ho letto" caro DM non l'hai aperta solo perchè io l'ho aperta prima di te... 😉 Anche se, temo, tu l'avresti condotta decisamente meglio. La mia, per ora, è un banale elenco di titoli e microsinossi. 🙁

    Secondo: mi piace l'dea di MarcoDG, ma io non farei una roba seria come "la voce", magari punterei su qualcosa di più grillesco e ironico - la vedo come un'agorà, non come una rivista. Concordo con MarcoDM che produrre un sapere comune al nostro interno - amici, famiglie e connessi - sviluppandolo non tanto attraverso l'importanza dell'informazione condivisa - non è che io, personalmente, abbia grandi verità da rivelare - ma attraverso il dibattito, il dialogo, lo scambio, sarebbe già un buon punto di partenza. Senza fare i Travaglio, ma proponendo spunti di riflessione partendo dalle nostre competenze e dalle nostre vite. Sperando che gli spunti vengano innaffiati, coltivati e, alla fine, raccolti. E poi - please - leggerezza, gestiamo il tutto con leggerezza. Niente sentenze, o dogmi. Ma notizie, idee e umili pensieri, lievi. C'è già troppa pesantezza, attorno.

    Rispondi
  4. Marco dice

    12 Gennaio 2007 alle 16:06

    Uno: la categoria "Libri che ho letto" rimane sul mio comodino perché non voglio rivelare al mondo che negli ultimi tempi leggo principalmente saggi da nerd e fantascienza. Oooops, l'ho detto. Acc...

    Duo: ok, credo si capire. Ma detta così è ancora aria sottile. Qualcuno di voi due sembrava avere qualche idea più definita (tipo spazi, modi, regole interne, taglio redazionale, argomenti preferiti, responsabilità), e siccome il contenitore spesso fa il contenuto questo è il momento buono per iniziare a definire i contorni di questa cosa. Passo.
    Trio: ma alla fine, questo "sito comune" interessa a qualcun'altro oltre che a noi tre? Perché se no, apriamo a MDG un bel blog e ce la contiamo tra di noi 🙂

    Rispondi
  5. FabioG dice

    12 Gennaio 2007 alle 16:43

    So che il 40 ha letto i nostri post, ma a quanto pare non ha ancora commentato. Forse dovremmo far partire una mail per avvisare i compagni roditori che noi siamo qua a far girare le rotelline. Forse non lo sanno.

    f.

    Rispondi
  6. Marco dice

    12 Gennaio 2007 alle 17:03

    Usa la Forza, mio giovane padawan, e avverti chi vuoi... ti nomino coordinatore ufficiale di questo progetto. Sei contento? 🙂
    Tuo umile maestro Jedi in vista della pensione, M.

    Rispondi
  7. marcoinlaguna dice

    12 Gennaio 2007 alle 17:27

    il piccolo risultato di far riflettere "in chiaro" noi tre la mia provocazione l'ha ottenuto... almeno altri possono leggere... certo servono altre teste a smuovere le rotelline e altre mani che scrivono. anche perché non aprirò un mio blog (non leggendo libri non saprei di cosa parlare eheheh). e quindi o si fa una cosa comunitaria o nisba. anch'io intravedo molti punti interrogativi nella faccenda. la voce.info era un modello per quel che riguarda la significatività degli articoli presenti (ma ci saranno altri mille casi analoghi, specie all'estero), non di stile del blog. Già le cose che scrive irene secondo me vanno bene, un tocco leggero e un'esperienza di ragionamento da condividere... aspetto la mail di coordinamento e vediamo che succede... m.
    ps. vi scrivo dalla reggia di caserta, dove sono stati ambientati due conclavi, quello di star wars e quello dell'unione, non so quale dei due più fantascientifico...

    Rispondi
  8. Marco dice

    12 Gennaio 2007 alle 17:42

    Non ho dubbi riguardo al fatto che le cose che scrive Irene ti vadano bene, il problema è che quegli articoli lei li scrive a pagamento per dei giornali veri, e solo dopo la pubblicazione su carta li esporta sul suo sito che usa come portfolio della sua attività giornalistica! Per cui non conterei troppo sulla loro pubblicabilità in un terzo posto...

    Ma questo ci riporta al problema originario: scrivere costa tempo e fatica: chi ne ha da spendere, e per cosa? Citi una procazione (immagino ti riferisca a "lavoce.info"): per me non è mica tanto una provocazione, mi arrabatto a di fare giornali e giornaletti da quando facevo le medie, per cui mi ci lancio volentieri. Ma un giornale (o un contenitore amicale di dibattito, se preferite) deve darsi dei confini e degli obiettivi, e voglio ribadire la mia contrarietà alla tuttologia. Di che si vuole parlare? Politica? Costume? Cinema? Libri? Nuove tecnologie? Scienza? Filosofia? Puericultura? Teologia? Calligrafia? I siti generalisti crepano in men che non si dica, si sa.

    Rispondi
  9. marcoinlaguna dice

    15 Gennaio 2007 alle 10:38

    non di tuttologia, ma delle cose di cui ci occupiamo abitualmente, meglio se per professione, perché ne parleremmo a ragione veduta, saremmo già stati pagati (si fa per dire), e potremmo offrire ad un determinato argomento un taglio nuovo (come certi articoli di Irene): penso alla storia della ragazzina di F. che viene prelevata dalla trasmissione di Maria De Filippi, a certe riflessioni che ho fatto a capodanno sulle beghe del festival del cinema, alle letture economiche/statistiche di roby o a tue convinzioni più o meno depositate nel tempo legate al copyright/copyleft, o alla scienza ecc... Son d'accordo con te che non si può parlare di puericultura, calligrafia e tutto lo scibile umano ed anche che bisogna dare una struttura chiara e obiettivi definiti a questa eventuale avventura. la struttura chiara è forse questo stesso sito: si chiama bivacco, aveva - quando ti ho proposto il nome - il pretesto di essere un luogo di accoglienza, alimentazione e pernottamento delle idee, potrebbe sempre diventarlo (pur mantenendo le vostre pagine personali). l'obiettivo è di proporre sempre - di qualsiasi contenuto si voglia parlare - un punto di vista non scontato e non preventivamente schierato sulle cose e soprattutto, per quanto possibile, ironico e divertente. Informazione intelligente e divertente "dal basso"
    Detto questo, realista di natura quale sono, vedo la prospettiva di un blog comunitario alquanto improbabile, perché per avere senso occorrerebbero aggiornamenti continui e quindi molte teste che vogliono offrire il loro piccolo contributo. siamo capaci di convincere tanti amici a bivaccare e poi coordinarli? mah...

    Rispondi
  10. Marco dice

    15 Gennaio 2007 alle 11:10

    Partendo dal basso.

    Siamo capaci di convincere tanti amici a bivaccare e poi coordinarli? Non lo so. Chi ha voglia e tempo di farlo? Onestamente, io no: sono pronto a mettere a disposizione scibile tecnico e anche contributi pensanti, ma non a coordinare il progetto. Non mi ci sta proprio.

    Sui posti e i modi: bivacco.net, casadelpopolo.org, viasanquintino30.it, poco importa: per aprire un dominio nuovo e installare un CMS bastano 10 minuti e una manciata di euro, vedi http://www.fabiogeda.it, a fare lo stesso sotto bivacco.net e` altrettanto facile. L'essenziale e` avere qualcosa da mettere nel contenitore: l'idea di Bivacco.net come spazio accogliente delle esperienze digitali di una comunita` di amici non ha funzionato non perche` mancasse lo spazio, piuttosto perche` mancava l'interesse a avere (e gestire) uno spazio digitale di "pernottamento delle idee". Niente di male, nessuno e` obbligato a voler parlare, spesso e` meglio stare zitti 🙂
    (non sai quante volte ho pensato nelle ultime settimane di chiudere queste pagine - ma si sa, tutto e` vanita`...).

    E quindi proposta pratica: oggi esiste questo interesse? Bene. Allora proviamo a vedere se si autosostenta. Fuori un nome, 20 righe di presentazione e qualche idea pratica sulla gestione (modalita` di pubblicazione, categorie, bozza di formato del sito). Io ci metto le capacita` tecnice per lanciarlo (e pure i soldi per il dominio se serve). E vediamo dove si va.

    Rispondi
  11. FabioG dice

    19 Gennaio 2007 alle 12:19

    Bene, bene, vedo che gli animi si scaldano. Ora provo ad allargare il dibattito...

    f.

    Rispondi
  12. FabioG dice

    20 Gennaio 2007 alle 14:33

    Io il dibattito l'ho allargato, ma per ora non vedo effetti. Sarà colpa del Bosone di Higgs?

    f.

    Rispondi

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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