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Il Run 2 di LHC volge alla fine

20 Ottobre 2018 6 commenti

Sembra ieri che LHC riprendeva le attività dopo la pausa di tre anni tra il 2012 e il 2015. In realtà sono già passati tre anni di presa dati a 13 TeV, e le operazioni del Run 2 finiranno nei prossimi giorni. Dopo qualche ultimo run di collisioni tra protoni e l'ultimo run di collisioni tra ioni, l'acceleratore andrà dunque nuovamente in letargo per un paio d'anni. Il Long Shutdown 2 ci vedrà impegnati a installare nuovi pezzi di rivelatore e elettronica, per preparare la presa dati le Run 3 che comincerà nel 2021, e dovrebbe durare tre anni. E, naturalmente, ad analizzare i dati raccolti negli ultimi tre anni.

Soltanto nel 2018 LHC ha regato a ATLAS e CMS più di 60 femtobarn inversi, da sommare agli 80 raccolti tra il 2015 e il 2017. 140 femtobarn inversi di collisioni protone-protone a 13 TeV sono tanti, e permetteranno misure di grande precisione, in particolare delle proprietà del bosone di Higgs: tenete conto che il meglio delle misure pubblicate fino ad oggi da ATLAS e CMS è basato su 80 fb-1.

Qual è dunque il bilancio di questo Run 2? Se il grande successo del Run 1 è stata la scoperta del bosone di Higgs, nonostante l'energia nel centro di massa quasi raddoppiata nessun segno di fisica al di là del Modello Standard ha fatto capolino dai dati del Run 2, perlomeno fino ad oggi. Ci sono stati momenti in cui abbiamo pensato che le tracce di qualche nuova particella stessero apparendo, ma abbiamo dovuto fare i conti con la natura stocastica dei processi che studiamo, dove spesso il rumore di fondo fluttua e si finge segnale. Potrebbero esserci segni di nuova fisica nei dati raccolti nel 2018 non ancora analizzati? Non è impossibile, ma non è nemmeno estremamente probabile. Se veramente esistono dei fenomeni esotici accessibili alle energie delle collisioni di LHC, l'assenza di segnali conclamati nei primi 80 fb-1 del Run 2 non fa ben sperare nella possibilità di vederli aggiungendo altri 60 fb-1. La speranza ovviamente resta, ma vista la situazione attuale, non scommetterei su una scoperta annunciata nei prossimi mesi.

E allora? Dove va la fisica delle particelle, visti che i sogni di scoprire a LHC qualche fenomeno non previsto dal Modello Standard si fanno meno probabili? E cosa ce ne facciamo dei dati che raccoglieremo a LHC, nel corso di tutto il Run 3 e della presa dati ad alta luminosità che avrà luogo a partire dal 2026? Ne parliamo nelle settimane che vengono, cominciando proprio da quello che abbiamo imparato dal bosone di Higgs nel corso del Run 2, e da che cosa ancora possiamo (e dobbiamo) imparare. Secondo me è proprio da lì che bisogna partire.

 

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Archiviato in:Fisica Contrassegnato con: 13 TeV, ATLAS, bosone di Higgs, CMS, futuro, HL-LHC, LHC, modello standard, nuova fisica, Run 2, Run 3

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Robo dice

    20 Ottobre 2018 alle 15:38

    Sono previsti ulteriori aumenti dell’energia o qualche altro tipo di upgrade (che so...ai magneti) nei prox anni?
    Se dagli ultimi dati raccolti non emergesse nulla cosa comporterebbe continuare ad accumularne altri fino al 2038?
    Ciao e grazie

    Rispondi
    • Marco dice

      20 Ottobre 2018 alle 16:31

      Dal Run 3 in poi LHC dovrebbe operare a 14 TeV (e non agli attuali 13 TeV), ovvero la sua energia nel centro di massa nominale. Non sarà un'aumento stratosferico, ma non si butta via nulla. Nel periodo di HL-LHC (quello che dovrebbe cominciare nel 2026) il cambiamento maggiore sarà la luminosità istantanea, ovvero il numero di collisioni per unità di tempo fornite, che salirà considerevolmente. Per questo saranno necessari dei cambiamenti non tanto a LHC in se, ma al sistema di acceleratori "iniettori" che riempiono LHC di protoni.

      SI parla poi di un potenziale progetto HE-LHC, dove HE sta per High Energy, che potrebbe portare l'energia nel centro di massa a circa 30 TeV: questo si richiederebbe un cambiamento di tutti i magneti, e per adesso non è molto di più che un'idea sulla carta, la cui decisioni dipende da moltissimi fattori, anche (e soprattutto) (geo)politici.

      Quanto all'ultima domanda, la risposta è legata alla misura delle proprietà del bosone di Higgs, come scrivo a fine articolo, e mi serviranno alcuni post per spiegare meglio perché è importante. Sii paziente...

      Rispondi
      • Riky dice

        24 Ottobre 2018 alle 11:34

        Quindi gli LS4 e LS5 che si vedono già programmati sono legati a questo progetto HE-LHC?

        Rispondi
        • Marco dice

          24 Ottobre 2018 alle 16:02

          Si, ma sono relativi al progetto HL-LHC (High Luminosity), mentre il progetto HE-LHC (High Energy) è ancora in discussione, e per adesso esiste solo sulla carta come possibilità.

          Rispondi
  2. cloc3 dice

    20 Ottobre 2018 alle 22:56

    già. quanta nostalgia.

    adesso salire in energia, senza una concreta aspettativa di risultati.

    potrebbe aprirsi un cammino verso un limite oltre il quale la ricerca di base si riveli non più sostenibile? o siamo ancora lontani da questo?

    Rispondi

Trackback

  1. Quello che sappiamo del bosone di Higgs: la lagrangiana sulla maglietta ha detto:
    9 Novembre 2018 alle 16:26

    […] presa dati ad alta luminosità che avrà luogo a partire dal 2026? Per discutere questi punti, dicevamo, dobbiamo iniziare cominciando proprio da quello che abbiamo imparato dal bosone di Higgs nel corso […]

    Rispondi

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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