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L'ultima estate. Romagna, sabato 13 agosto 1994

14 Dicembre 2016 5 commenti

(L'ultima estate è un esperimento di scrittura post-adolescenziale postuma, ispirato al podcast Mortified. Ho scritto questo testo tra l'estate del 1994, l'autunno del 1997 e la primavera del 1999, ma se passate il mouse sui numerelli appariranno dei box di commento scritti oggi, a più o meno 20 anni di distanza. Questa è la decima puntata, il racconto inizia qui.)

Santa Sofia di Romagna (foto di drs1ump da Flickr)

Il risveglio è fresco e piacevole. Per una volta decidiamo, per economia, di mangiare “al sacco” facendo la spesa. Sopra il campeggio c’è uno splendido luogo con tavolo nel bosco e fonte. Mentre Flip e Tecla si esibiscono in eccezionali prove canore, [1]Eccezionali è un eufemismo, né Flip né Tecla sono mai stati noti per la loro abilità nel canto. Il lettore attento avrà notato alcuni abbozzi di avvicinamento tra certi personaggi del racconto: che ci sia qualcosa sotto? E cosa posso saperne io, notoriamente disattento e ignaro delle manovre seduttive più evidenti? per contrastare il caldo Willi e Maia comprano dieci chili di anguria. A riprova della fortuna che ci segue nel nostro pellegrinare, appena giunti sul luogo del picnic comincia a diluviare.

Prima di partire per questo viaggio, Maia ed io siamo stati a un campo in tenda [2]Campo scout, ca va sans dir. durante il quale ha piovuto dodici giorni su tredici. A duemila metri di altitudine. [3]Eravamo a Sant'Anna di Vinadio, quota 2035 s.l.m., dove sorge il santuario più alto d'Europa e dove confluiscono a condensare tutte le correnti estive umide del Piemonte. Passando le giornate a costruire ripari di emergenza e a curare ragazzi malati. [4]Quel campo era stata un'impresa discretamente epica, in effetti. È comprensibile che l’idea di stare sotto la pioggia ci lasci un po’ perplessi, quantomeno.

Maia viene istantaneamente presa da una crisi epilettica mentre io comincio a schiumare dalla bocca. La gioia di noi due aumenta quando qualche spiritosona propone di montare un sovratelo – di una tenda – come riparo (una truna anche in vacanza? Noooo!!!). [5]Una truna, nel nostro lessico familiare scout, è un riparo di fortuna approntato per difendersi dalle intemperie nel mezzo della selvaggia foresta. In piedi, fradici, bagnati e al freddo mangiamo un panino al prosciutto, [6]Che allegria. E i dieci chili di anguria? poi riprendiamo il viaggio in auto per S. Sofia.

A S. Sofia, ridente località turistica romagnola ci ospita Lamù [7]Il nome dell'aliena in bikini leopardato andrà benissimo a nascondere l'identità di questa nuovo incontro. Lamù era stata compagna di scuola di Cassandra, e sua grande amica. Prima che lo chiediate, no, non ci sarà nessun Ataru Moroboshi nel racconto., una delle strane amiche di Cassandra.

A S. Sofia giungiamo senza danni, e del viaggio ben poco mi ricordo. Lamù ci ospita in casa, dormiremo su letti veri e non più per terra. La casa è gremita di altra gente, amici e parentame vario di Lamù.

Notizie salienti del pomeriggio: alcuni giocano a fresbee con abilità nel prato; Willi, Flip e Kurt vengono circuiti da una signorina bisognosa di aiuto per montare un fornello. Conosciamo Sheila, cugina di Lamù, e Matthew, il suo moroso, Kelli e Tati. [8]L'identità di queste nuove conoscenze sarà astutamente nascosta dietro i nomi dei personaggi di Occhi di gatto.

Io questa signorina fantomatica non l’ho vista, e d’altronde sono l’unico maschietto con consorte al seguito, così dedicarmi al servizio del prossimo di sesso opposto non rientra tra i compiti che mi spettano. [9]Anche se, come ho fatto notare più di una volta, nel corso di questa benedetta vacanza la mia d'allora fidanzata è troppo spesso in tutt'altre faccende affaccendata. E all'epoca io ero già bravissimo a aggiustare fornelli, attività in cui ancora mi distinguo al giorno d'oggi. Non riesco a però togliermi dalla testa l’immagine di una donna fasciata da indumenti tipo cuoio e gomma e borchie, criniera rossa, mangiatrice di ragazzi gentili. Kurt torna due o tre volte a casa, per un cacciavite, o lo scotch o che ne so, e i suoi racconti sono decisamente equivoci. Ma a chi vuole raccontarla?

In un accesso di pazzia, dopo cena ci introduciamo, dopo un salto alla festa dell’AVIS, nel tipico locale romagnolo (il “Terme Club”). [10]Una grande discoteca multi-piano a Bagno di Romagna. Ci sono tarri [11]Tamarri. dappertutto e teckno a palla: [12]Conservo qui la grafia originale del diario, so bene che andrebbe scritto con la "H" e non la "K". mi diverto come un folle a confrontare il mio abbigliamento ed il mio stile di danza (che piace molto ad Maia) con quello degli autoctoni. L’idea di ritornarci un’altra volta, però, mi disgusta profondamente. [13]All'epoca, come deve essere ormai chiaro, sono uno scassone alternativo altermondialista francescano-leninista, dentro e fuori, dunque parecchio lontano dalla fauna media di una grande discoteca romagnola. E però quanta supponenza, quanta alterigia nelle mie parole. Sullo stile di danza sorvolo.

Che cosa diavolo ci si mette per andare in discoteca? Decido che i pantaloncini corti che ho addosso e la maglietta rossa con la citazione maoista [14]"La rivoluzione non è un pranzo di gala". Si tratta di una maglietta rossa da due soldi con la citazione maoista aggiunta a mano con pennarello indelebile nero. Dovrebbe dare un'idea chiara del raffinato stile d'abbigliamento che sfoggiavo all'epoca. andranno benissimo, ma laggiù mi guardano come fossi un marziano. [15]Ma dai? E cosa mi aspettavo? Il locale è gigantesco, su due piani: “Al primo, musica anni ’70, sopra invece trovate la disco”. Proviamo sotto, ed è già abbastanza dura resistere, quindi decidiamo che visto il prezzo del biglietto, dobbiamo andare anche sopra. Kurt smette di giocare al buttafuori [16]Ruolo che si adatta bene al suo fisico e le sue maniere. e ci segue, anche se sopra più che ballare si dedica all’osservazione vogliosa delle ragazze sui cubi.

Alle 4.30 torniamo (tra l’altro ci separano da casa 18 km di strada di montagna – e tra l’altro guido io dietro a Kurt che corre, e ho la patente da due mesi). [17]Ricordo che all'arrivo Kurt si complimentò per la guida, facendomi però notare che frenavo troppo spesso nelle curve per poter ambire a una qualificazione per un rally. Prima di rincasare il fornaio Tatiano ci fornisce da rifocillarsi. L’auto di Tecla sta per tirare le cuoia, e ciò non è bello. Alle 5.30, mentre Cassandra e Lamù vanno ad aspettare l’alba in mezzo alle case (brave!) [18]Ma come "brave!". La tua ragazza si invola a terminare romanticamente la nottata con un amica e non con te, e tu pure scrivi sul diario frasette di apprezzamento all'elegante iniziativa. E perché tu non sei andato? Che tonto, che tonto! – non la vedranno – ci addormentiamo con i seguenti equipaggi: un lettone, Maia, Flip, Tecla; l’altro lettone, Kurt, io e Willi.

Cassandra e Lamù dormiranno in una terza stanza. Queste disposizioni rimarranno tali o peggio nei prossimi giorni. Prima di addormentarmi mi sorgono alcune domande: perché non posso dormire con la mia ragazza, almeno in vacanza? [19]Forse perché la tua ragazza non ci tiene particolarmente a dormire con te? Forse perché sei un pirlotto? Perché le persone che meno vanno d’accordo in questo giorni sono nello stesso letto? [20]Forse perché in realtà vanno molto più d'accordo di quanto non sembri, o amerebbero andare andare molto più d'accordo, perlomeno in una qualche specifica permutazione? Ci arriverò prima o poi, ci arriverò. Perché Kurt occupa così tanto posto? [21]Questa è facile.

Nel corso della notte Kurt cerca di abbracciarmi. Domani mattina mi racconterà serafico di aver fatto dei bellissimi sogni nella notte, pieni di donnine discinte: da domani sera dormirò guardingo sul bordo del letto.

(continua)

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Note
↑1 Eccezionali è un eufemismo, né Flip né Tecla sono mai stati noti per la loro abilità nel canto. Il lettore attento avrà notato alcuni abbozzi di avvicinamento tra certi personaggi del racconto: che ci sia qualcosa sotto? E cosa posso saperne io, notoriamente disattento e ignaro delle manovre seduttive più evidenti?
↑2 Campo scout, ca va sans dir.
↑3 Eravamo a Sant'Anna di Vinadio, quota 2035 s.l.m., dove sorge il santuario più alto d'Europa e dove confluiscono a condensare tutte le correnti estive umide del Piemonte.
↑4 Quel campo era stata un'impresa discretamente epica, in effetti.
↑5 Una truna, nel nostro lessico familiare scout, è un riparo di fortuna approntato per difendersi dalle intemperie nel mezzo della selvaggia foresta.
↑6 Che allegria. E i dieci chili di anguria?
↑7 Il nome dell'aliena in bikini leopardato andrà benissimo a nascondere l'identità di questa nuovo incontro. Lamù era stata compagna di scuola di Cassandra, e sua grande amica. Prima che lo chiediate, no, non ci sarà nessun Ataru Moroboshi nel racconto.
↑8 L'identità di queste nuove conoscenze sarà astutamente nascosta dietro i nomi dei personaggi di Occhi di gatto.
↑9 Anche se, come ho fatto notare più di una volta, nel corso di questa benedetta vacanza la mia d'allora fidanzata è troppo spesso in tutt'altre faccende affaccendata. E all'epoca io ero già bravissimo a aggiustare fornelli, attività in cui ancora mi distinguo al giorno d'oggi.
↑10 Una grande discoteca multi-piano a Bagno di Romagna.
↑11 Tamarri.
↑12 Conservo qui la grafia originale del diario, so bene che andrebbe scritto con la "H" e non la "K".
↑13 All'epoca, come deve essere ormai chiaro, sono uno scassone alternativo altermondialista francescano-leninista, dentro e fuori, dunque parecchio lontano dalla fauna media di una grande discoteca romagnola. E però quanta supponenza, quanta alterigia nelle mie parole. Sullo stile di danza sorvolo.
↑14 "La rivoluzione non è un pranzo di gala". Si tratta di una maglietta rossa da due soldi con la citazione maoista aggiunta a mano con pennarello indelebile nero. Dovrebbe dare un'idea chiara del raffinato stile d'abbigliamento che sfoggiavo all'epoca.
↑15 Ma dai? E cosa mi aspettavo?
↑16 Ruolo che si adatta bene al suo fisico e le sue maniere.
↑17 Ricordo che all'arrivo Kurt si complimentò per la guida, facendomi però notare che frenavo troppo spesso nelle curve per poter ambire a una qualificazione per un rally.
↑18 Ma come "brave!". La tua ragazza si invola a terminare romanticamente la nottata con un amica e non con te, e tu pure scrivi sul diario frasette di apprezzamento all'elegante iniziativa. E perché tu non sei andato? Che tonto, che tonto!
↑19 Forse perché la tua ragazza non ci tiene particolarmente a dormire con te? Forse perché sei un pirlotto?
↑20 Forse perché in realtà vanno molto più d'accordo di quanto non sembri, o amerebbero andare andare molto più d'accordo, perlomeno in una qualche specifica permutazione? Ci arriverò prima o poi, ci arriverò.
↑21 Questa è facile.

Archiviato in:Vita di frontiera Contrassegnato con: L'ultima estate

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Claudio Re dice

    14 Dicembre 2016 alle 12:09

    Il blog sta assumendo ultimamente una deriva su fatti personali e commenti politici che non dovrebbe essere attinente con l'oggetto del blog per il quale sono stato interessato ad iscrivermi .
    Cordiali saluti .
    Claudio Re

    Rispondi
  2. Marco dice

    14 Dicembre 2016 alle 12:26

    Caro Claudio, credo che tu possa fare un po' come ti pare, e "disiscriverti" dal blog se leggerlo non ti interessa più, o leggere soltanto le parti che ti interessano, quando ti pare, andando e venendo: è tutto valido! Nel frattempo, ti prego di portare pazienza, accettando che questo blog esiste da più di dieci anni e ha da sempre contenuti di vario genere: quello che "dovrebbe essere attinente all'oggetto del blog" è più o meno scritto su questa pagina http://www.borborigmi.org/chi-sono/ e, come vedi, non c'è solo la scienza. Ciao!

    Rispondi
  3. Claudio Re dice

    14 Dicembre 2016 alle 19:07

    Caro Marco ,
    credo che in effetti convenga la prima opzione .
    Ho acquistato e letto con piacere il tuo libro perchè prima di cercare un dialogo cerco di capire con chi ho a che fare. Lodevole e notevole il tentativo di spiegare il modello standard con la descrizione dei mattoncini .
    Pero' le descrizioni per quanto bene architettate , sono sempre molti interpretabili , per cui alla fine senza l'uso di tabelle o grafici riassuntivi ,si rischia il fraintendimento .
    Tutto cio' per risponderti alla domanda per cui un Ingegnere Elettronico era stato chiamato
    ( peraltro dagli autori stessi , evidentemente perche' nessuno li prendeva in considerazione) a valutare la parte sperimentale di una mirabolante teoria " innovativa" .
    La dimostrazione richiedeva dei calcoli di fisica e di elettromagnetismo ed il confronto con le rilevazioni di una rete di ricevitori VLF che gestisco con altri appassionati , per i quali anche il Ligo ha chiesto i dati .
    La loro teoria prevedeva che lo spiraleggiamento e coalescenza dei buchi neri doveva anche creare onde EM alla frequenza di rotazione , oltre alle onde gravitazionali .
    Dopo che ho smontato la tesi perche' segnali EM da loro calcolati in questo caso sarebbero stati ricevibili con decine di dB al di sopra del rumore ed invece non c'erano ,sul modello strategia " Ho un drago nel mio garage " hanno inventato che potevano essere rallentati dalla massa non zero del fotone . Per verificare questa ipotesi di calcolo ho fatto una ricerca e mi sono imbattuto in questo blog .
    Purtroppo leggendo , ho avuto l'impressione che qualsiasi domanda venga fatta da chicchessia , pur trattata diplomazia , sembra contenere una costante vena di "ma che sto qui a parlare con voi " . Aggiunta una certa tendenza di esibizionismo e di politica , mi ha fatto scadere la voglia di dialogare e leggere .
    Piccolo manuale per imparare a fare ed a ricevere le critiche di Barbara Berckhan potrebbe giovare a tutti e due noi .
    Con la teoria e' comunque andata a finire che mi hanno sottoposto degli esperimenti fisici ripetibili , ma per i quali dimostravano solo che vedevano cose ( peraltro ben spiegabili dalla normali equazioni di Maxwell ) , ma il quanto gli strumenti di misura avrebbero dovuto rivelare rimaneva sempre non conosciuto .
    Alla fine non e' stato difficile inchiodarli insistendo con un disegno del loro esperimento migliore nel quale ho indicato le variabili di partenza , quelle intermedie e quelle che si sarebbero dovute calcolare e misurare , chiedendo che mi contattassero ulteriormente non appena fossero in grado di chiudere il cerchio , evitando di chiedermi verifiche su esperimenti senza capo ne coda ( solo qualitativi).
    Hanno cercato di denigrare , deridere o sfuggire in tutte le maniere , per poi ammettere recentemente che non sono in grado di calcolare un risultato .
    Dicono che nel loro gruppo hanno uno dei piu' grandi esperti viventi di elettromagnetismo...
    Sara' ....Pero' non riesce a calcolare la Fem indotta dalla loro teoria su un loop in campo vicino .
    Apparentemente cio' non li ha dissuasi dal credere di essere nel giusto ..., ma ci siamo salutati con dignita' reciproca .
    Non e' la prima volta che mi vengono sottoposte teorie simili , il piu' delle volte facenti capo ad una fantomatica ulteriore equazione di Maxwell .
    Qui si parlava invece di fisica di trattare diversamente la massa a riposo e la energia potenziale .
    Tutte queste teorie hanno fatto tutte la stessa fine sperimentale .
    D'altronde, come peraltro giustamente indicato nei principi di coerenza di una teoria trattati in una pubblicazione del blog , ne erano prive .
    Mantengo sempre aperta la mente , ma senza dimostrazioni quantitative con predizioni , ripetibili e misurabili , ritengo banalmente che nessuno puo' convincere nessuno che ragioni .
    Cordiali saluti .
    Claudio Re

    Rispondi
    • Marco dice

      14 Dicembre 2016 alle 21:22

      Ciao Claudio,

      temo proprio che tu sia cascato in un caso esemplare di "teoria squinternata", hai provato a calcolare il quoziente di Baez con l'indice delle bufale (http://www.borborigmi.org/2009/05/29/lindice-delle-bufale/)? Da quello che racconti i tuoi amici devono certamente collezionare un punteggio piuttosto alto 🙂

      Fuori di battuta, tutti i miei complimenti per la tenacia e la pazienza. L'onera della prova (teorica e sperimentale) dovrebbe toccare ai proponitori di una nuova teoria, e invece troppo spesso questi scaricano la responsabilità di teorizzare, calcolare e smentire congetture e apparati poco credibili ad altri, come se "dimostrare che non può funzionare" avesse precedenza sul "mostrare che funziona".

      Infine, non sono sicuro di capire se la critica al centro del tuo lungo commento ("la tendenza all'esibizionismo e alla politica") siano rivolte a me, e se sono io quello con cui che non hai più voglia di dialogare. Nel caso, prendo e porto a casa, anche se francamente non ti seguo. Non è hai rispetto alle pagine di questo blogghettino delle aspettative un po' troppo elevate (è e rimane un blog personale, dove faccio (a tempo perso) della divulgazione della fisica, senza pretesa di insegnare, ché per quello ci sono altri luoghi e modi).

      P.S. per amor di chiarezza, a un certo probabilmente sposterò questi commenti sotto un post più appropriato, probabilmente quello sulle teorie squinternate. Giusto perché tu non pensi che siano spariti!

      Rispondi

Trackback

  1. L’ultima estate. Emilia, venerdì 12 agosto 1994 | ha detto:
    31 Maggio 2017 alle 09:18

    […] Borborigmi di un fisico renitente Scienza e opinioni di frontiera « Un pezzo di premio a ogni membro della collaborazione L'ultima estate. Romagna, sabato 13 agosto 1994 » […]

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Marco Delmastro Mi chiamo Marco Delmastro, sono un fisico delle particelle che lavora all'esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. Su Borborigmi di un fisico renitente divago di vita all'estero lontani dall'Italia, fisica delle particelle e divulgazione scientifica, ricerca fondamentale, tecnologia e comunicazione nel mondo digitale, educazione, militanza quotidiana e altre amenità. Ho scritto un libro, Particelle familiari, che prova a raccontare cosa faccio di mestiere, e perché. Per qualche tempo ho risposto a domande di fisica (e non solo) sul podcast Tu che sei un fisico (e prima o poi potrei riprendere).

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