La prima metà del mio 2025 è stata dominata dal caos, nel senso che è stata caratterizzata da eventi di "grande disordine, confusione, di cose o anche d’idee, di sentimenti". Non tutti questi eventi si possono raccontare pubblicamente qui, basterà allora solo ricordare che l'evoluzione dei sistemi caotici, si sa, è molto difficile - se non impossibile - da controllare e predire, e spesso non vale la pena di farlo. Resta il fatto che vivere senza controllo è molto faticoso, e mette a dura prova l'anima e il corpo.
I medici che da gennaio mi hanno ripetutamente visitato per le emicranie ricorrenti suggeriscono che potrei essere un po' stressato, e non hanno torto, ma la cosa non mi aiuta a normalizzare la situazione. La risonanza magnetica al cervello per fortuna non ha mostrato nulla di preoccupante, forse dovrei solo fare un po' di fisioterapia per la cervicale. Il cuore, lui, continua a battere bene, ma pare che qualche mese di pastiglia per abbassare la pressione potrebbe aiutare a preservare la pompa e il circuito. Non c'è troppa artrosi nelle articolazioni doloranti delle dita, forse ho solo esagerato con l'arrampicata, uno gestisce lo stress come può. Certo, con gli anni le nocche cambiano, e non sono più un ragazzino, le mie mani hanno rughe e macchie come quelle di mio padre alla mia età.
L'anello che Irene mi ha infilato all'anulare sinistro ventuno anni fa da mesi non mi entra più, e, dopo averlo portato al collo per qualche mese, mi sono finalmente deciso a farlo allargare. A giugno passo da Torino per la festa del cinquantesimo dalla riapertura del gruppo scout Torino 7, e scopro che lo può fare ancora l'orafo da cui la mia famiglia si è servita per generazioni. È l'ultimo lavoro che farà, perché a luglio va in pensione e i suoi figli non riprenderanno l'attività come lui aveva fatto con suo padre. Sono contento che lo faccia lui, è bravo e riesce persino a preservare le scritte all'interno, che, si sa, sono importanti se si scordano facilmente le ricorrenze. L'anello entra di nuovo: buon anniversario a noi, che navighiamo il caos di questo 2025 come si può.
Benvenuto nel Club, Marco.
Non preoccuparti, per quanto l'impalcatura invecchi, lo spirito resta giovane se -come te (e me)- si hanno interessi e voglia di fare.
Per quel che riguarda i negozi e gli artigiani che chiudono, è il segno che il tempo passa ed è sempre nuovo e diverso.
Il mondo cambia e noi con lui.
PS
Molto peggio quando ti lasciano gli amici, lì non ci si può adattare...
Sursum corda!
Caro Marco, purtroppo sulla carta di identità possiamo truccare tutti i dati salvo uno: la data di nascita. Detto da un classe 1956, che -acciacco qui, acciacco là- deve cominciare a fare attenzione se vuole ancora divertirsi, magari limitando un po' il raggio di azione. Non farti fregare dallo stress, è quello che è acciaccogeno in massimo grado! E sempre be prepared.
ci sei mancato, di là. Qualcuno ha chiesto dove fossi, là si tira avanti con i soliti intoppi annuali (Senape, il certificato!) e qualche bug estemporaneo. Nessuno di noi ringiovanisce, purtroppo, e ci stiamo lentamente trasformando nei vecchi che urlano alle nuvole. Io, per dire, scrivo poco e quel poco mi sembra spesso banale: anche a scrivere si disimpara. Un abbraccio
Si, che è un po' la ragione per cui ho scritto delle robette che avrei dovuto scrivere mesi fa, e che non valgono niente se non il dire sottovoce che ci sono ragioni per un'assenza, e che sono vivo. Un abbraccio a te.